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domenica 26 ottobre 2014

NaGa-"Voglie diverse"



Si chiamano NaGa, arrivano da Milano, fanno un ottimo rock e presentano l’album d’esordio, “Voglie diverse”.
Questa la descrizione sintetica di un’idea musicale e di un ensemble che all’impatto sembra presenti una marcia in più, otto tracce caratterizzate dalla potenza ritmica e sonora del classico power trio, su cui si erge una voce grintosa, carica di personalità e dalle ampie possibilità espressive, quella di Lela Cortesi. Il resto della band è costituito da Claudio Flaminio alle chitarre, Joe Cresseri al basso e Marco Parano alla batteria.
Chiedo spesso alle nuove band che incontro cosa si celi dietro all’utilizzo del nome che hanno scelto, sicuro che, magari a livello inconscio, ci sia sempre uno stretto legame che unisce ogni elemento del progetto. La filosofia musicale dei NaGa emerge già dall’analisi del loro nome, come riportato sul comunicato stampa ufficiale:


NaGa significa uomo-serpente. Il nome del gruppo trae origine da naga ("serpente", femminile "nagini") antica razza di uomini-serpente presente nella religiosità e nella mitologia vedica e induista. Sono anche considerati spiriti della natura, protettori di fonti, pozzi e fiumi; portano la pioggia, e quindi fertilità, ma anche disastri come inondazioni e alluvioni. Secondo alcune leggende diventano pericolosi quando gli esseri umani danneggiano l'ambiente o mancano loro di rispetto. La scelta del nome non è casuale: l’interesse per la cultura orientale infatti caratterizza l’intera band e nel simbolo dell’uomo-serpente c’è tutto il messaggio musicale: dirompente e sensuale, forte e protettivo, solido ma sfaccettato”.


Liriche proposte nella lingua italiana, che raccontano relazioni e rappresentazioni del quotidiano, mutevoli e dipinte con grande maestria dalla Cortesi, capace di caratterizzare ogni singolo momento con la sua interpretazione, fatto non trascurabile se si è consci che spesso non è sufficiente avere una bella voce per dare un senso a ciò che si propone.
Mi riesce difficile - e nemmeno mi piace - collocare i NaGa in una categoria precisa, idealizzandoli inseriti nella grande famiglia del rock, e se è vero che la line up strumentale riporta  a modelli ben definiti ad inizio anni ’70, la “durezza” tipica di quei gruppi, nati nei paesi anglosassoni, viene in questo caso temperata da caratteristiche tipicamente di casa nostra, come l’utilizzo della melodia e di trame radicate nella tradizione italica.
Sono molto curioso di vedere il risultato in fase live, dove la frontwoman e i suoi compagni di viaggio, ne sono certo, riescono a regalare un concentrato di energia e qualità sonora, coinvolgendo l’audience con magie che solo certe formule indovinate sanno fornire.
Complimenti!



A seguire un video che, meglio di ogni mia parola, riassume il talento dei NaGa.





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