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mercoledì 21 novembre 2018

21 novembre ricordando Big Francesco


La morte può essere crudele, ingiusta, traditrice. Ma solo la vita riesce a essere oscena, indegna, umiliante.
Frida Kahlo

21 Novembre

Ci sarai sempre... Buon viaggio Capitano !
Wazza

Racconto di Mic Mazzieri
Sei anni fa - io ne avevo sedici, fa impressione solo pensare a quanto tempo sia passato - ero a "Le Radici del Rock", una grande rassegna di progressive italiano. Sei gruppi per sei ore di Musica in cui mi ubriacai di emozioni. 
Andai da solo, nessuno dei miei amici ascoltava ancora questo genere, ma lo feci senza rimpianti. Ad oggi, il biglietto per questo enorme concerto rimane uno dei più bei 
 regali che i miei genitori mi abbiano mai fatto. E via, in sella al mio fidato destriero, il leggendario Zip, alla volta del Golf Club di Viterbo. Un'immensa distesa verde adibita a scenografia di questo evento speciale, in cui respiravo l'aria familiare della mia città. 
Sulla locandina c'era una sequenza di nomi da non riuscire a leggerli senza alzare la voce dall'entusiasmo: Analogy, Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, New Trolls, The Trip, Osanna e Banco del Mutuo Soccorso.
Entro e mi ritrovo davanti un palco enorme che non vedo l'ora si riempia di musicisti; nell'attesa c'è il tempo di dare uno sguardo ai dischi del mitico Gianni, che per l'occasione ha tirato fuori i suoi pezzi migliori, e di fare due chiacchiere con un altro amico impaziente almeno quanto me. Solo che io sono un sedicenne, mentre lui, come quasi tutti i presenti, si aggira sulla cinquantina. Salto all'occhio, ma mi sento parte di tutto ciò. Ben presto, si cominciano a sentire i primi suoni e prendo posto dove indicato dal biglietto, salvo poi (come mio solito) ignorare la sedia per andare a sedermi sul prato, sotto il palco. Ma non mi aspettavo di assistere a qualcosa di simile.
Gli Analogy inaugurano l'evento con l'esecuzione del loro unico disco, fatto di suoni dalle forme contorte e stravaganti, al tempo censurato per il nudo sulla copertina, ma che ora sa di rivincita. E poi i RRR, anche loro autori di un solo, bellissimo concept album, suonato con la stessa intensità di quarant'anni prima. Segue "l'anima rock dei New Trolls", i cosiddetti UT, i quali fanno onore al loro nome dalla prima all'ultima canzone. Poi compaiono dei lunghissimi capelli bianchi ad incorniciare un volto austero, che sembra solcato dall'esperienza di millenni. Joe Vescovi, seduto dietro alle tastiere, dirige la psichedelia sontuosa dei The Trip. Dopo la loro esibizione il silenzio sembra quasi sentirsi a disagio. Ma ecco che viene prontamente colmato dagli Osanna. I partenopei del prog colorano la serata con visi dipinti, progressioni vivaci e la solarità tipica della loro terra. Ad essi si aggiunge un'altra "eccellenza napoletana", parola di Lino Vairetti. Si tratta nientemeno che Gianni Leone, esuberante fin dal suo ingresso sul palco: mi scavalca con un salto, letteralmente, precipitandosi sui tasti bianchi e neri e rendendoli di infinite sfumature cangianti.
Sono estasiato dalla nuova energia con cui vibra questo gruppo storico, ma quando Carlo Massarini fa la sua ultima presentazione mi rendo conto che il climax sta cominciando solo adesso.
È il momento del Banco del Mutuo Soccorso. Sulle note di una lunga intro strumentale entra, il passo lento e misurato, l'espressione seria rivolta verso il basso, un umile gigante dal cappello bianco e la maglietta rossa. Ha inizio la magia.
Proprio in quel periodo ascoltavo a ripetizione "Io Sono Nato Libero", e al momento di Canto Nomade per un Prigioniero Politico le mie mani toccarono il cielo per cercare di abbracciarne la grandezza. Canzone dopo canzone, mi innamoravo sempre di più. Avrei voluto che il concerto non finisse mai, che suonassero per sempre, ma se l'ultima canzone è Non Mi Rompete riesci anche ad accettare che finisca. Francesco di Giacomo e Vittorio Nocenzi vengono raggiunti da Rodolfo Maltese. 
«A volte gli Dei si distraggono

La commozione era sull'orlo del trabocco. L'euforia mi riempiva così tanto che per scaricarla avrei dovuto - e voluto - ricominciare quelle sei ore da capo.
Uno dei ricordi più felici della mia vita. Come dicevo, non ho nessun rimpianto per essere andato da solo, tranne, ora, di non averlo potuto condividere. E oggi, che siamo più soli di alcuni di questi idoli, i ricordi mi scivolano come lacrime.
Raccontarlo, sia a voce che per iscritto, risulta riduttivo, ma fra le tante cose che non dimenticherò mai di quella giornata magica ci sono sicuramente le parole di Francesco Di Giacomo.

«Un concerto inizia sempre con un grazie. Che a volte sembra scontato, banale, sembra un modo di dire. Ma un artista senza un pubblico non è niente e come ognuno di noi senza un altro; ognuno di noi da solo vale poco, su questo non c'è dubbio, vale per quello che vale.»

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