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sabato 1 novembre 2025

Steeleye Span al Rainbow Theatre nel novembre 1974


 

Steeleye Span al Rainbow Theatre nel novembre 1974

 

Steeleye Span nel loro periodo di massimo splendore

 

Il concerto si svolse in un periodo di grande successo per la band, in concomitanza con l'uscita dell'album "Now We Are Six".

Gli Steeleye Span erano all'apice della loro popolarità, con numerosi album di successo e concerti sold-out.


Il Rainbow Theatre di Londra era un luogo iconico per i concerti dell'epoca, e l'atmosfera dell'evento era elettrizzante, con un pubblico numeroso ed entusiasta. La performance è stata registrata e pubblicata

per la prima volta in un cofanetto di 12 CD che ripercorreva gli album della band pubblicati con la Chrysalis Records dal 1972 al 1983.

Successivamente è stato anche rilasciata in formato vinile rosso, per la gioia dei collezionisti.

La scaletta del concerto includeva brani classici della band, come "Demon Lover", "Thomas The Rhymer" e "Gaudete", oltre a brani tratti dall'album "Now We Are Six", oltre a dei "Jig Jam" strumentali che mettevano in risalto le abilità dei musicisti della band.


Il concerto è considerato una testimonianza importante del periodo di massimo splendore degli Steeleye Span e della loro capacità di combinare la musica folk tradizionale con il rock.


Photographs from Wazza's personal archive












Genesis il 1 novembre del 1969

Tony Smith (a destra) con i quattro membri dei Genesis nel luglio 1969: Mike Rutherford, Anthony Phillips, (Brian Roberts, un amico), Peter Gabriel e Tony Banks. I Genesis stavano provando in una casa appartenente alla nonna del loro amico Brian Roberts


Il 1° novembre 1969 i Genesis tengono il loro primo concerto a pagamento presso la Brunel University di Londra.

A marzo avevano avuto il loro debutto discografico con l’album “From Genesis To Revelation”, mentre l’anno prima, il 15 ottobre 1968, avevano già fatto la loro prima apparizione televisiva.

Di Tutto un Pop…

Wazza


Il gruppo a ottobre del 1968 registrò anche negli studi Evesham della BBC

Nella Student Hall del College, il 1° novembre 1969 si esibiscono i Genesis in quello che è considerato il loro primo vero live professionale, in quanto davanti a un pubblico pagante e pagati loro stessi per esibirsi.

Prima di questa data uno dei due requisiti manca, come il 23 settembre al Balmes’s Dance di Chobham o il 10 ottobre al Kingsbury Working Mens Club di Tamworth o il giorno successivo al Wood End Youth Centre, sempre di Tamworth, concerti in cui i Genesis vengono pagati, ma si tratta di party gratuiti.

Ecco il ricordo di Mike Rutherford:

"Brunel è stato il primo vero concerto, la nostra prima performance pubblica (...). È stato difficile tenere le dodici corde accordate e ho passato molto tempo nella toilette per cercare di ottenere l'accordatura giusta!"


Sono live di cui mancano notizie basilari, quasi avvolti nella leggenda. Ecco allora la probabile setlist suonata quella sera dai Genesis, confermata in varie interviste sia da Anthony Phillips che da Tony Banks:


Genesis, 1969: Peter Gabriel, Tony Banks, Anthony Phillips, Mike Rutherford and John Mayhew


In the Wilderness

Masochistic Man

The Stumble (Cover di John Mayall & The Bluesbreackers)

Baa Baa Black Sheep (Cover del brano Rock Around The Clock)

Build Me a Mountain

In Limbo

Digby

Little Leaf

Babies

Key to Love

Looking For Someone

Twilight Alehouse

Sitting on Top of the World (Cover dei Cream)

Pacidy



 

venerdì 31 ottobre 2025

"Led zeppelin II" nell'ottobre 1969




Era l’ottobre 1969, quando usciva “Led Zeppelin II”, un altro caposaldo del rock-blues di una magnifica stagione che, ahimè, non ritornerà più!

Di tutto un Pop…
Wazza


È il 1969 e la scena rock è popolata da gruppi rock dalla forte contaminazione jazz e blues. Nasce la fusion, nasce il rock progressivo, ma soprattutto nasce l'hard rock. E coloro che l'hanno introdotto definitivamente sono noti a tutti: i Led Zeppelin. I Led Zeppelin pubblicano all'inizio del 1969 il loro primo album, Led Zeppelin I, album ricco di canzoni dallo stampo blues, in cui la voce graffiante di Plant e la chitarra di Page regnano sovrane. Nell'album sono presenti anche delle cover di artisti blues come Willie Dixon, come "I can't quit you". Non scordiamoci di pezzi prettamente rock come la canzone che apre l'album, "Good times bad times", e "Communication breakdown". Il gruppo si afferma già nel contesto musicale europeo.


Nell'ottobre dello stesso anno, quel lontano 1969 nel quale prevale ancora il rock progressivo e psichedelico, esce nei negozi Led Zeppelin II, secondo lavoro della band. L'album sembrerebbe banale a causa del titolo semplice, ma è tutt'altro che banale. L'album si apre con un pezzo da novanta, una canzone che segnerà la storia del rock, che ancora oggi si canta, "Whole lotta love", famosa per il suo riff di chitarra orecchiabile e insistente. Il testo è a sfondo sessuale, come molti nella discografia dei Led Zeppelin. Nel bel mezzo del brano Robert Plant, il cantante e leader della band, si abbandona ad urla e gemiti sessuali che sfociano nella batteria di John "Bonzo" Bonham e nel riff di chitarra elettrica di Page. Tale canzone è seguita da "What is and what should never be", canzone più dolce nella prima parte, ma che nel ritornello esplode con un ritmo forsennato. La terza canzone del lato a è un pezzo molto rock, dominato dal basso di John Paul Jones. Il testo presenta delle chiare allusioni sessuali: non a caso prende il nome di "The lemon song". Il lato a si chiude con un famosissimo pezzo dall'atmosfera più quieta e dal testo molto dolce, scritto da Plant e dedicato alla moglie. La chitarra introduce il brano ma poi verrà sostituita dall'organo di John Paul Jones come strumento prevalente.


Il lato b si apre con "Heartbreaker", canzone hard rock che presenta il famoso assolo orecchiabile di Page alla chitarra. La canzone che segue, "Living loving maid (she's just a woman)", è il pezzo più scanzonato dell'album. Appena parte la canzone si sente la voce di Plant che urla "With a purple umbrella and a fifty cent hat, livin', lovin', she's just a woman ...". "Ramble on" è un pezzo di ispirazione tolkieniana (J.R.R. Tolkien - autore del Signore degli anelli). Nel ritornello la voce di Robert Plant esplode in un canto graffiante, mentre le strofe sono più calme. Il penultimo brano dell'album è uno strumentale diventato famoso nella storia del rock per l'assolo di batteria di Bonzo e per il riff di Page. Una delle pietre miliari del rock, un pezzo dalla forte vena epica. La canzone che chiude l'album si intitola "Bring it on home", pezzo blues firmato Willie Dixon, famoso bluesman.


Un album prettamente rock, un album che segna la storia del rock, un album che ci introduce nel magico mondo dell'hard rock, un album senza esclusione di colpi, un album dove è impossibile trovare un difetto. L'ascolto è molto piacevole, un album che consiglio a tutti. Led Zeppelin II è un inno a quelli che vivono di rock.








giovedì 30 ottobre 2025

Compie gli anni Fabio Pignatelli

Nel 1971 andai a vedere i Jethro Tull a Roma, fu il primo concerto della mia vita, rimasi scioccato dall’introduzione di chitarra acustica di Ian Anderson, il brano era My God, tratto dall’album “Aqualung”. Quell’arpeggio indimenticabile mi tornò in mente per il riff di “Profondo Rosso”, nella cantina a casa di Claudio Simonetti”.

(Fabio Pignatelli)


Compie gli anni oggi, 30 ottobre, Fabio Pignatelli, bassista, compositore, produttore...

Deve la sua popolarità ai Goblin di "Profondo Rosso".

Da anni colonna portante della band di Antonello Venditti e musicista molto richiesto in sala di incisione, ha suonato con Claudio Baglioni, Nada, Goran Kuzminiac, Giorgia, Enzo Carella...

 Happy Birthday Fabio!

Wazza

FABIO PIGNATELLI 

Nato a Roma nel '53 si è subito specializzato in basso, chitarra, arrangiamenti e programmazione di tastiere e computers. Entrato a far parte dei Goblin dopo i Cherry Five, ovvero l'anticamera dei Folletti, formati nel '74 da Claudio Simonetti, Carlo Bordini, Massimo Morante e Tony Tartarini, artefici di uno degli album più rappresentativi dell'era progressive tanto in voga negli anni '70.


Come dice Agostino Marangolo in uno dei loro celebri concerti live, è lui l'inventore del famoso arpeggio iniziale di Profondo Rosso che riempi le casse della Cinevox... In Suspiria, l'anno dopo, una vera rivoluzione per le caratteristiche dei Goblin e per questo l'album più amato dai singoli componenti, Pignatelli si appropriò di alcune percussioni africane tra cui il Tabla indiano per la celebre title track del film.

Fabio Pignatelli , Agostino Marangolo,Maurizio Guarini, Dario Argento,Daria Nicolodi, Massimo Morante, Claudio Simonetti

Nel '78, inoltre, sono stati adattati alcuni brani originali del gruppo da Stelvio Cipriani per la colonna sonora Solamente Nero di Antonio Bido. Il suono del suo basso inconfondibile, lo troveremo in tutte le produzioni dei Goblin, anche quelle meno conosciute, mentre in colonne sonore come La Chiesa, Nonhosonno e l'ultimo Back to the Goblin, che è stato realizzato proprio nel suo studio a Roma (Pignatelli Studio) ci ha deliziato molto con i suoi lavori alle tastiere.

Ovviamente ha altre attività anche al di fuori dei Goblin; la più importante è la lunga collaborazione con Antonello Venditti dal vivo, ma non solo; ultimamente con degli ex Goblin, come Marco Rinalduzzi e Derek Wilson con cui realizzò Volo, ha formato una cover band i Beatles for sale in cui omaggiano il quartetto di Liverpool. 

Attualmente è il bassista dei Goblin Rebirth.





mercoledì 29 ottobre 2025

Nel ricordo di Duane Allman


Il 29 ottobre 1971, Duane Allman moriva in un incidente stradale all'età di 24 anni. La sua dipartita fu un duro colpo per la Allman Brothers Band, che continuò a suonare, ma non riuscì mai a replicare il successo ottenuto con Duane.

Allman è stato un chitarrista e cantante statunitense considerato uno dei più grandi chitarristi rock di tutti i tempi, ed è stato un pioniere del southern rock.
Iniziò a suonare la chitarra all'età di 12 anni, e si interessò subito al blues e al rock and roll. Nel 1961, fondò un gruppo con suo fratello Gregg, gli Allman Joys. La band ebbe un discreto successo, ma si sciolse nel 1965.

Nel 1969, Duane e Gregg fondarono la Allman Brothers Band, che divenne uno dei gruppi più importanti del southern rock. Ebbero un enorme successo con l'album “At Fillmore East”, pubblicato nel 1971.
Duane Allman era un chitarrista eccezionale, con un talento naturale per la musica. Era un virtuoso dello slide guitar, e il suo stile era caratterizzato da un mix di blues, rock e jazz.
Il contributo di Duane Allman alla musica è inestimabile. Ha influenzato generazioni di chitarristi, e il suo stile è ancora oggi considerato un punto di riferimento.

Con Eric Clapton





Nasceva il 29 ottobre 1933 Tony Stratton-Smith

Nasceva il 29 ottobre 1933 Tony Stratton-Smith, manager imprenditore, produttore, fondatore dell’etichetta musicale “Charisma Records”, vera fucina di talenti.

Da giornalista sportivo si trasforma in vero e proprio “talent scout”.

Grazie a lui Genesis, Van der Graaf Generator, Audience, Lindisfarne, Atomic Rooster e molte altre band sono entrate nella storia.

Morì di cancro al pancreas nel marzo del 1987.

Per non dimenticare…

Wazza



Award to Genesis for record sales at the country home of the late Tony Stratton Smith (far right), founder of Charisma Records









lunedì 27 ottobre 2025

"I get a rush" EP Remixes-COBALTO+


 

I Get A Rush – EP Remix di –COBALTO+


Il collettivo musicale –COBALTO+ torna con un progetto raffinato e audace: due remix del celebre brano I Get A Rush dei Planet Funk, reinterpretati con sensibilità e visione artistica.


Versione Rilly Segalini

Un remix ipnotico e avvolgente, costruito su un crescendo vocale che rende omaggio a Dan Black, voce storica del brano. Pensato per un dancefloor elegante, il sound è profondo e magnetico, con una produzione che bilancia emozione e tecnica.

 

Versione Robbie F

Più diretta e tecnologica, questa versione si muove su coordinate electrohouse. La voce di Dan Black è filtrata e rielaborata, in parte fedele all’originale e in parte ricostruita, per un pubblico alla ricerca di un groove moderno e pulsante.

 


Bandcamp - Bfan.link

 

Rilly Segalini – Biografia sintetica 

Nato a Cremona il 17 dicembre 1962, Rilly Segalini è produttore musicale, musicista e ingegnere del suono.

Negli anni ’80 avvia la sua carriera con produzioni discografiche e dal 1989 al 1995 lavora al fianco di Fio Zanotti, collaborando a progetti con artisti come Zucchero, Vasco Rossi, Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori, Pooh, Mango, Mia Martini e molti altri.

Ha partecipato a tour e produzioni internazionali con Planet Funk, remixato artisti come Gary Numan e prodotto una rivisitazione di Atmosphere dei Joy Division.

Dal 2020 collabora con Tim Palmer e co-produce i lavori della band –COBALTO+, tra cui l’album Something Beautiful (2022) e il nuovo disco uscito il 28 febbraio 2023.

 

–COBALTO+ – La band 

Fondata nel 1980 da Rilly Segalini e Mauro Ardenghi, –COBALTO+ è un progetto musicale che fonde rock, elettronica e new wave.

La formazione attuale include:

    • Mattia Tedesco (chitarre – Vasco Rossi, Laura Pausini)
    • Robbie F (DJ, basso, programmazione)
    • Jack Bignotti (batteria)

 

Con un sound che guarda al futuro ma radicato nella tradizione analogica, –COBALTO+ continua a esplorare nuove frontiere sonore.





domenica 26 ottobre 2025

Il compleanno di Lino Vairetti

Compie gli anni oggi, 26 ottobre, Lino Vairetti, cantante, autore, mente & regia dei mitici Osanna, gruppo tra i grandi protagonisti del movimento progressive italiano, dal 1970.

Oltre che grande musicista, persona vera, uno di quelli "che ti guarda negli occhi" quando ti parla.

Lino Vairetti ha saputo coniugare con abilità il sound tipicamente prog con la "solare" tradizione napoletana e del sud Italia.

La sua anima di artista e pittore si fonde nelle sue opere.

Happy Birthday Lino!

Wazza

Osanna una “Prog Family”

Con Keith Emerson

Lino Vairetti - settembre 1967 - foto di Gianni Cesarini

Gruppo "I Collegiali" - Fender Stratocaster del '66

Club "La Mela" dei F.lli Campanino - via dei Mille - Napoli





sabato 25 ottobre 2025

Compie gli anni Jon Anderson

Compie gli anni, Jon Anderson, nato il 25 ottobre del 1944, cantante, voce storica degli “Yes”, una delle voci particolari del progressive rock; oltre agli Yes può vantare varie collaborazioni e un’apprezzata carriera solita.

Happy Birthday Jon!

Wazza


YES: Jon Anderson, Peter Banks, Tony Kaye, Bill Bruford & Chris Squire, in Fulham, London, 1969

La sua prima esperienza di un certo livello come cantante è quella nei Warriors, con cui suona dal 1962 al 1967.

Dopo aver abbandonato la band, prova una carriera da solista, senza troppa fortuna. Nel 1968 inizia così a lavorare come barman in un locale londinese.

È proprio il proprietario del pub che lo presenta ad un giovane bassista, Chris Squire, che gli chiede di unirsi al suo gruppo.

Dalle ceneri di questa formazione nascono gli Yes.

Il loro primo album esce nel 1969, ed è subito magia. Il primo grande successo arriva però solo negli anni Settanta, quando alla formazione si uniscono talenti del calibro del chitarrista Steve Howe e del tastierista Rick Wakeman.

Tra gli album più famosi della band in questo periodo ricordiamo The Yes Album, Fragile, e Close to the Edge.


Contemporaneamente Jon inizia a collaborare con diversi altri progetti, tra cui alcuni album di Vangelis. Il loro più importante lavoro, Jon & Vangelis: Short Stories, esce negli anni Ottanta e ottiene un grande successo, tanto da far proseguire questa fruttuosa partnership.

Nel mezzo degli anni Ottanta, dopo alcuni anni, Anderson accetta di tornare a lavorare con gli Yes. Il gruppo dà così vita all’album 90125, che gli regala una nuova vita, grazie alla loro hit più famosa in assoluto: Owner of a Lonely Heart.

Gli anni Novanta continuano sulla falsa riga degli Ottanta, con una serie di lavori targati Yes che si alternano nella sua carriera solista o con collaborazioni con altri grandi artisti.


Gli anni Duemila iniziano con un brutto episodio. Nel 2003 Jon cade infatti dall’albero di Natale (stando alle sue parole), fratturandosi la schiena. Deve così interrompere un suo tour con gli Yes.

Fortunatamente, nel 2005 si riprende del tutto e torna sul palco.

Cosa fa oggi Jon Anderson? Ha pubblicato nel 2019 un album con canzoni inedite, 1000 Hands, al quale hanno partecipato vecchi amici come Steve Howe, Ian Anderson, Steve Morse, Billy Cobham, Chick Corea e tanti altri.

Jon è stato sposato dal 1969 al 1995 con Jennifer Baker, madre dei suoi tre figli: Deborah Leigh, nata il 16 dicembre 1971, Damon James, nato il 22 settembre 1972 e Jade, nata nel 1980.

Nel 1997 si risposato con Jane Luttenburger.

È di quest'anno l'uscita dell'album "True", a nome JON ANDERSON & THE BAND GEEKS. 

https://mat2020.blogspot.com/2024/10/jon-anderson-band-geeks-true-di.html




Sai che…

-Jon Anderson è alto 1 metro e 65.

-Jon ha un timbro vocale molto particolare e riesce a cantare con un’estensione che raggiunge quella di un mezzosoprano senza usare il falsetto.

-Ha lavorato come bracciante, camionista e ‘ragazzo del latte’.

-Ama il calcio ed è tifoso dell’Accrington Stanley.

-Nel 1987 ha incontrato Flora Nomi, nota come la divina madre presso i seguaci di Sri Ramakrishna. Una conoscenza che risveglia in lui una certa spiritualità, tanto da portarlo ad approfondire la conoscenza della religione e della filosofia dei nativi americani e non solo. In questi anni si avvicina infatti anche al misticismo New Age.

-Ha per mascotte un leoncino di peluche.

-Jon Anderson è un sostenitore attivo dell’UNICEF.





UN PO' DI FOTO D'ARCHIVIO