Dopo l’uscita del secondo album, gli Who intraprendono il loro primo tour negli Stati Uniti. Mentre nel quartiere di Haight-Ashbury scoppia la "summer of love", in Inghilterra esce un certo disco che parla di un bizzarro "Sergente Pepe".
La diramazione del web magazine MAT2020, per una nuova informazione musicale quotidiana
domenica 31 agosto 2025
The Who il 31 agosto 1967
Dopo l’uscita del secondo album, gli Who intraprendono il loro primo tour negli Stati Uniti. Mentre nel quartiere di Haight-Ashbury scoppia la "summer of love", in Inghilterra esce un certo disco che parla di un bizzarro "Sergente Pepe".
sabato 30 agosto 2025
30 Agosto 1970: Phil Collins entra nei Genesis
venerdì 29 agosto 2025
Peter Gabriel e Phil Collins: la storica reunion al Reading Festival del 1979
Reading Festival 26 agosto 1979
By kind permission of Wazza
26 agosto 1979: al Reading Festival, una delle rassegne più importanti
del Regno Unito, un artista si preparava a calcare il palco per un'esibizione
che sarebbe passata alla storia: Peter Gabriel. Era un momento cruciale
per la sua carriera solista, dopo la turbolenta uscita dai Genesis.
Dopo aver lasciato i Genesis nel 1975, Gabriel si era reinventato. I suoi primi due album da solista, Peter Gabriel (1977) e Peter Gabriel (1978) - poi ribattezzati rispettivamente Car e Scratch per evitare confusione - avevano mostrato un lato più intimo e sperimentale. Ma fu con il suo terzo lavoro, Melt (1980), che l'artista consolidò la sua nuova identità. Anche se l'album non era ancora stato pubblicato al momento del festival, molti dei brani che lo avrebbero composto furono eseguiti per la prima volta proprio quel giorno
Il concerto al Reading Festival del 1979 fu un'occasione per
il pubblico di assistere a una trasformazione in tempo reale. Gabriel,
accompagnato da una band di musicisti eccezionali, tra cui l'innovativo
bassista Tony Levin e il chitarrista Sid McGinnis, era pronto a
stupire. La scaletta mescolava brani dei primi due album con nuove
composizioni, tra cui una versione embrionale di "Biko" e
l'ormai classica "I Don't Remember". Ma la performance che
tutti attendevano, e che resta impressa nella memoria di chi c'era, fu quella
di "Solsbury Hill", un inno alla libertà e all'indipendenza,
diventato ormai un simbolo della sua carriera post-Genesis.
L'esibizione di Gabriel a Reading nel '79 segnò un punto di
svolta. Dimostrò che l'artista era capace di stare in piedi da solo, senza
l'ombra ingombrante della sua ex band. Il suo approccio più crudo, la ricerca
di nuove sonorità e la sua presenza scenica magnetica conquistarono il pubblico
e la critica. Fu un'anteprima di ciò che sarebbe diventato l'album del 1980, un
disco che avrebbe ridefinito i confini del rock sperimentale, introducendo
elementi di musica etnica e elettronica che avrebbero caratterizzato gran parte
della sua produzione successiva.
Il concerto di Peter Gabriel al Reading Festival del 1979 non
fu solo una semplice esibizione, ma una dichiarazione d'intenti: un nuovo
inizio per uno degli artisti più innovativi e influenti della storia della
musica. Fu il momento in cui Peter Gabriel smise di essere "l'ex cantante
dei Genesis" per diventare semplicemente Peter Gabriel, l'artista
visionario che conosciamo oggi.
E i Genesis?
Era presente Phil Collins e suonò la batteria per gran
parte del set di Gabriel.
Questa esibizione è rimasta impressa nella memoria dei fan
non solo per il repertorio di Gabriel, ma anche per il fatto che i due ex
compagni dei Genesis si riunirono sul palco in un momento cruciale per le loro
carriere individuali.
In particolare, Collins non solo suonò la batteria, ma si unì
a Gabriel per due momenti particolarmente significativi:
- "Mother of Violence": in una suggestiva performance in cui si sedettero uno di fronte
all'altro ai lati del palco per le parti armoniche vocali.
- "The Lamb Lies Down on Broadway": per l'encore, un momento davvero storico. I due eseguirono un brano che era un pilastro del repertorio dei Genesis, un gesto che sancì in modo inequivocabile la fine delle tensioni del passato e l'inizio di una collaborazione e amicizia che sarebbe continuata per anni (Collins avrebbe suonato anche sul terzo album solista di Gabriel, "Melt").
La presenza di Collins aggiunse una dimensione speciale al
concerto, trasformandolo da una semplice esibizione a un evento che celebrava
sia il passato glorioso dei Genesis che il futuro promettente dei due artisti.
Weeley Festival: era il 1971
giovedì 28 agosto 2025
La Janara - Le Donne Magiche (BWR-2025), commento di Luca Paoli
Streghe, carne e rinascita: il
ritorno viscerale de La Janara
Di Luca Paoli
Ci sono dischi che ti aggrediscono, e dischi che ti seducono.
Le Donne Magiche fa entrambe
le cose. Ti prende per mano con dolcezza arcana, poi ti scaraventa nel cuore di
un bosco antico, tra riti pagani e passioni terrene, tra ossessioni e carne
viva.
La Janara torna con un album che non è solo un'evoluzione rispetto a Tenebra,
ma un vero e proprio nuovo capitolo espressivo. Se il disco precedente era
dominato dall’ombra – il dolore, l’oppressione, la stregoneria come rivalsa –
qui il tema è la rinascita. Sempre streghe, sempre donne, ma questa volta
vitali, sensuali, rigeneranti. Madri, amanti, Circi irpine.
Il disco è pubblicato da Black Widow Records, storica
etichetta genovese che da sempre sostiene con coraggio e coerenza le voci più
libere, creative e fuori dagli schemi della scena rock e metal italiana. Una
realtà che merita rispetto e attenzione, perché continua a credere nella musica
che ha qualcosa da dire, e che non ha paura di farlo.
A dare corpo e anima a Le Donne Magiche è una
formazione ormai solida e affiatata. La voce di Raffaella Càngero si
conferma magnetica, capace di passare dalla carezza al graffio, sempre più
personale e incisiva nell’interpretazione. Le musiche e i testi portano la
firma di Nicola Vitale, chitarrista e mente creativa del gruppo, qui
anche alla voce nel brano conclusivo Domens. Completano l’ensemble Rocco
Cantelmo al basso, Giovanni Costabile alle tastiere e Antonio
Laurano alla batteria: un organismo compatto, vivo, che suona in piena
sintonia.
Il disco si arricchisce anche della presenza di due ospiti
speciali: Simone Pennucci, alle chitarre elettriche e ai synth in La
Notte è Buia, e Ricky Dal Pane (Witchwood), alle percussioni e
ai cori in Mò che Viene Agosto, entrambi perfettamente integrati
nello spirito visionario del lavoro.
La band irpina fonde con sorprendente coerenza l’energia
dell’heavy metal, la teatralità del folk mediterraneo e la profondità del
cantautorato. Ma è il suono d’insieme, ora più maturo e coeso, a fare davvero
la differenza. Non più un progetto che ruota intorno alla sola voce femminile,
ma una vera band che respira e pulsa all’unisono. E si sente.
Brani come Serpe, Piangeranno i Demoni e Inverno
(quest’ultimo, il più lungo mai scritto dalla band) mostrano una scrittura
articolata, che passa con disinvoltura da atmosfere sabbathiane a passaggi dal
respiro quasi prog, con un’attenzione ai dettagli che rivela la lunga
gestazione del progetto. L’influenza del doom rimane, ma si apre a nuove
sfumature, come in Bruceremo, che è insieme preghiera e condanna, fiamma
e cenere.
Non mancano momenti di puro folklore reinterpretato in chiave
oscura: Le Castagne Non Cadono Più e Mò che Viene Agosto portano
con sé l’eco di un sud ancestrale, dove il dialetto irrompe con naturalezza,
senza forzature né folclorismi. L’uso della lingua popolare non è effetto
scenico, ma gesto politico e culturale. La janara, ancora una volta, è
il tramite tra mondi.
In tutto questo, Le Donne Magiche riesce anche a
toccare corde emotive profonde: la dedica finale in Domens a Domenico
Carrara, con lo stesso Vitale alla voce, chiude il disco con un tono
intimamente personale, che apre spiragli futuri sulla direzione artistica del
gruppo.
In questo periodo in Italia stanno nascendo sempre più gruppi
con una voce femminile al centro e un suono intenso e profondo. La Janara
si distingue come una delle realtà più autentiche e personali. Non seguono le
mode, ma restano fedeli alla loro visione. E questo si percepisce in ogni
brano.
Le Donne Magiche è un disco che non si limita a suonare bene: vive. E ti
costringe a farci i conti. Anche quando fa male. Anche quando accende qualcosa
che credevi sopito.
Mike Oldfield: usciva il 28 agosto 1974 “Hergest Ridge”, suo secondo album
mercoledì 27 agosto 2025
Compie gli anni Philip Shulman, il "vecchio" Gentle Giant
Ciao 2001 del 27 agosto 1972-Il video "Documentario: La Storia del Progressive Italiano"
martedì 26 agosto 2025
PFM: accadeva il 26 agosto 1973
lunedì 25 agosto 2025
Geoff Downes: una vita tra synth, rock progressive e successi indimenticabili
Oggi, 25 agosto, si ricorda il compleanno di uno dei
tastieristi più influenti del rock, Geoff Downes.
Nato a Stockport, in Inghilterra, nel 1952, Downes ha segnato
la storia della musica con il suo stile distintivo e la sua abilità nel fondere
generi diversi, dal pop al progressive rock.
La sua carriera è un viaggio attraverso alcune delle band più
iconiche della storia della musica. L'inizio della sua notorietà arriva con i The
Buggles, il duo new wave formato con Trevor Horn. Il loro singolo "Video Killed the Radio Star" non è solo un successo mondiale, ma anche la
prima canzone mai trasmessa da MTV nel 1981, un momento epocale che ha cambiato
per sempre il modo di fruire la musica.
Dopo l'esperienza con i Buggles, Downes entra a far parte per
un breve ma significativo periodo dei leggendari Yes. Contribuisce
all'album "Drama" del 1980, portando un tocco di modernità nel
sound del gruppo.
Ma è con gli Asia che Geoff Downes raggiunge l'apice
della sua fama. Formato nel 1981 come supergruppo con membri di Yes, King
Crimson e Emerson, Lake & Palmer, gli Asia uniscono il virtuosismo del
progressive rock con la melodia dell'arena rock, creando un sound di grande
impatto. Il loro album di debutto omonimo del 1982 è un successo
planetario, spinto da hit come "Heat of the Moment". Downes è
stato un pilastro della band per decenni, contribuendo in modo fondamentale
alla composizione e all'arrangiamento dei brani.
Parallelamente ai progetti con le band principali, Downes ha
sempre mantenuto una prolifica attività solista e in altri progetti. Ha
collaborato con artisti del calibro di John Wetton, con cui ha formato il duo Icon,
e più recentemente con il cantante Chris Braide nei Downes Braide
Association (DBA), un progetto che riprende le sonorità dei Buggles con un
approccio moderno e progressivo.
Ancora oggi, Geoff Downes continua a essere una forza creativa instancabile. Il suo compleanno è l'occasione perfetta per ripercorrere una carriera straordinaria e apprezzare il contributo che ha dato al panorama musicale globale.
domenica 24 agosto 2025
I Van der Graaf Generator nell'estate del 1972...
sabato 23 agosto 2025
Ricordando Giulio Capiozzo
Sempre giusto e doveroso ricordare certi uomini/musicisti...
Lo si può ascoltare: