mercoledì 31 maggio 2017

Led Zeppelin, 31 maggio 1969, di Wazza


Hello,
si concludeva il 31 maggio 1969 il secondo tour americano dei Led Zeppelin
Partiti il 24 aprile dal Fillmore West, chiudono sulla costa opposta, il Fillmore East di New York.
Ormai il "martello degli dei" è una delle rock band più famose al mondo, e come si dice alla francese "spaccano il culo ai passeri"!
Un tour memorabile, che passerà anche per Honolulu, portando il rock per la prima volta nelle Hawaii!
… di tutto un Pop

Wazza







martedì 30 maggio 2017

Aldo Tagliapietra Band Club al Club il Giardino, di Daniele Raimondi


Aldo Tagliapietra Band Club al  Club il Giardino
di Daniele Raimondi

Da dodici anni il Club il Giardino di Lugagnano propone ogni anno il Verona Prog Fest, consolidato e trasformato nel tempo, in un vero e proprio “Festival” della musica rock progressiva e d’intorni.
Sabato 27 maggio, con la Aldo Tagliapietra Band, si chiude in bellezza la proposta 2017.
A partire dalle ore 22, sul palco del Giardino, la melodia della storica band Le Orme e della penna sovrana del maestro Aldo Tagliapietra, chitarra basso e voce: lo accompagnano sul palco, Andrea De Nardi, organo hammond, Matteo Ballarin, chitarra, Manuel Smaniotto, batteria.

Andrea De Nardi

Aldo con uno stile inconfondibile, spazia nel territorio ben conosciuto a amato dei fan e ripropone “Storia o Leggenda”, nel quarantesimo anno dall’uscita dell’album, ma ecco le prime note di: “Tenerci per mano”, “Storia e leggenda”, “Il musicista”, “Come una giostra”, “Se io lavoro”, “Un angelo”, “Il quadro” e chiude la prima parte con la strumentale “Al mercato delle pulci”. Un lavoro, credo, mai ascoltato interamente live e a mio avviso, mette assieme emozioni profondamente differenti, storie e temi diversi, che raccontano molto del passato e le fonti di ispirazione di ogni musicista, un lavoro da ascoltare attentamente, non è una classica mostra, bensì un viaggio nei contrasti sonori, un tuffo nelle partiture dai passaggi coinvolgenti, per veri capolavori musicali. 

Matteo Ballarin

Nella seconda parte, alcuni successi monumentali, si apre con: “Los Angeles”, “La porta chiusa”, “L’angelo rinchiuso”, “Gioco di bimba” e tuffo nella “suite” di “Felona e Sorona”, con l’intreccio di “Amico di ieri”, “Sospesi nell’incredibile” e saluta con “Sguardo verso il cielo”.
La band sul palco si diverte, duetta e strappa applausi, Aldo è in grande serata, ispirato, riuscita la scelta dei brani, con chitarra e basso ci sa fare, è sua la voce della storia, Matteo fa vibrare le note della chitarra, Andrea strapazza le tastiere, Manuel mantiene il ritmo e con un assolo ad altezza stratosferica,.
Il pubblico tutto in piedi non lascia uscire la Band e non potevano mancare: “Canzone d’amore” e “Cemento armato”.
Due ore di energia vitale, sprigionata da una virtuosa Band, che entra a piene mani, nelle appassionanti melodie e nei ritmi più vivaci. Un pubblico appagato applaude a scena aperta la magistrale esibizione live. Un concerto da ricordare!

Manuel Smaniotto

lunedì 29 maggio 2017

Aldo Tagliapietra live al Club Il Giardino, di Marco Pessina e Renzo De Grandi


Aldo Tagliapietra live al Club Il Giardino - Lugagnano di Sona (VR) 27/05/2017
Di Marco Pessina
Reportage fotografico di Renzo De Grandi

Non poteva esserci epilogo migliore per concludere la rassegna di rock progressivo, arrivata ormai alla sua dodicesima edizione. E non poteva essere che ALDO TAGLIAPIETRA, amico del Giardino da sempre, a dare l'arrivederci alla prossima edizione. Il locale di Lugagnano é ormai un punto di riferimento in Italia e le "chicche" vengono sfornate in continuazione. In un Giardino traboccante di pubblico, l'artista veneziano, accompagnato già da qualche anno dai fidi, ANDREA DE NARDI (tastiere), MATTEO BALLARIN (chitarre) e MANUEL SMANIOTTO (batteria), ha eseguito nell'entusiasmo generale e in occasione del quarantennale della sua uscita, l'album STORIA O LEGGENDA. Album a torto sottovalutato nella corposa produzione delle ORME, che ebbe la sua genesi in quel di Parigi e che della capitale francese ne ha in qualche modo preso alcune sonorità e alcuni tratti di vita quotidiana. E, per chi conosce la storia "ormiana" e dei relativi concerti che si sono susseguiti nel corso degli anni, sa che questo album fu suonato poco o nulla dalla band. L'album é stato eseguito nella sua interezza in modo molto fedele negli arrangiamenti che la band produsse in quel determinato periodo storico. In modo splendido, ci permettiamo di dire. E poco importa qualche dimenticanza di testo o qualche altra imprecisione ad inizio concerto, che comunque il pubblico presente ha "perdonato" ad ALDO. 



Un TAGLIAPIETRA apparso comunque ancora ben presente sulla scena coadiuvato da tre bravissimi musicisti, quali sono i tre ragazzi trevigiani, estremamente efficaci e puntuali nei loro rispettivi ruoli, che non hanno tolto nulla a quello che fu il passato, ma che casomai hanno aggiunto qualcosa di loro. Ne sono testimonianza i lunghi applausi e le acclamazioni individuali di un pubblico quanto mai partecipe. Sentire IL MUSICISTA o IL QUADRO, suscita in noi una certa emozione! La prima parte dello spettacolo é chiusa dall'ultimo brano dell'album, la strumentale AL MERCATO DELLE PULCI. Dopo la pausa annunciata in modo ironico dal musicista veneziano, che ci ricorda di avere ormai una certa età, il concerto riprende. Sarà una vera e propria immersione nella lunga carriera e nella produzione ORME. 



Ci sarà spazio per tutti i brani più significativi. Si suonerà molto e si parlerà poco, come piace a noi. La già calda atmosfera del locale si alzerà ulteriormente all'ascolto di LOS ANGELES e delle ballate classiche come AMICO DI IERI o GIOCO DI BIMBA. Ci sarà spazio anche della produzione recente di TAGLIAPIETRA, come nell'occasione dell'esecuzione de L'ANGELO RINCHIUSO, brano che dà il titolo all'omonimo lavoro del 2013. Né poteva mancare un corposo estratto da FELONA E SORONA, con un DE NARDI sugli scudi, una interessante variazione di tema nel mezzo del brano con l'elettrica di BALLARIN e con tanto di assolo finale di batteria di SMANIOTTO. Applausi a scena aperta meritati. Ci avviamo alla fine della serata non prima di aver ascoltato la leggendaria SGUARDO VERSO IL CIELO. Evitando la solita manfrina dell'uscita dal proscenio, il quartetto concede un corposo bis con CANZONE D'AMORE, CEMENTO ARMATO al quale viene attaccata COLLAGE, con il pubblico ormai tutto in piedi che batte le mani ritmicamente. E' già tempo di bilanci e di nuovi annunci per la prossima stagione che, ne siamo sicuri, sarà altrettanto corposa.


domenica 28 maggio 2017

Il compleanno di John Fogerty, di Wazza


Hello
compie gli anni oggi, 28 maggio, John Fogerty, cantautore, chitarrista, front-man e leader dei Creedence Clearwater Revival.
I Creedence sono stati uno dei gruppi più importanti e famosi dal 1967 al 1972, un mix di country-rock-blues-cajun. Hanno influenzato molti musicisti tra cui Bruce Springsteen.


Suzi Q, Proud Mary, Fortunate Son, Up Around the Band,Who'll stop the rain (potrei continuare all'infinito), sono diventati di classici del rock mondiale.
Ma John Fogerty ha continuato una splendida carriera solista, e ancora oggi lo puoi vedere sul palco con la sua camicia a scacchi!
Happy Birthday John… rock'n'roll hero dalla possente voce!

Wazza


Gregg Allman RIP, di Wazza





Hello,
se n’è andata un'altra icona rock, Gregg Allman. Polistrumentista, bellisima voce, aveva creato con il fratello Duan la Allman Brothers Band, gruppo di spicco del "Southern rock".
Una carriera piena di successi e riconoscimenti dalla critica. Hanno inciso molti album dal vivo (il loro punto di forza...) e Live at Fillmore East, è considerato uno dei migliori album rock si sempre.
Ho usato la loro "Jessica", come sigla di un programma sul rock-contry, che conducevo nel 1977, in una radio "libera" di Genzano...
Ora potrà tornare a suonare con suo fratello Duane.
Sempre nel cuore... RIP

Wazza


E' mancato, all'età di 69 anni, Gregg Allman, co-fondatore della Allman Brothers Band (col fratello Duane), ma anche grande cantautore, rocker e figura iconica del southern rock.


Gregg lottava con problemi di salute da diversi anni: nel 1999, dopo una diagnosi di epatite C, aveva iniziato un percorso che l'ha portato al trapianto di fegato nel 2010. Negli ultimi anni il musicista aveva dato chiari segni di una salute precaria, annullando a più riprese date e porzioni di tour. L'ultimo annuncio, il più preoccupante per i fan, risale a pochi mesi fa e riguardava la decisione di non fare altri concerti per tutto il 2017.


La notizia del decesso è stata confermata con una breve nota pubblicata nel sito ufficiale dell'artista che recita:

E' con profonda tristezza che diamo l'annuncio che Gregg Allman, membro fondatore della Allman Brothers Band, è mancato serenamente in casa sua a Savannah, Georgia. Gregg ha affrontato molti problemi di salute negli ultimi anni. In questo periodo Gregg ha sempre considerato il fare tour e suonare con i suoi fratelli o da solo per i suoi fan come una medicina essenziale per la propria anima. Suonare musica lo risollevare lo faceva andare avanti nei momenti più difficili”.


Il manager di Gregg e amico fraterno Michael Lehman ha detto: "Ho perso un caro amico e il mondo ha perso un pioniere brillante nella musica. Era un animo gentile e delicato, con la risata più bella che io abbia mai sentito. Il suo amore per la famiglia e i compagni di gruppo era sincero così come l'amore verso i suoi fan straordinari. Gregg era un socio incredibile e un amico ancora migliore. Mancherà a tutti noi”.


sabato 27 maggio 2017

Accadde il 27 maggio 1973, di Wazza

Ciao 2001 (27.05.1973) annuncia il ritorno dei VDGG


Hello,
vale la pena ricordare del concerto tenutosi il 27 maggio 1973 allo Stadio Flaminio di Roma, con i Van Der Graaf Generator, Arthur Brown e i Camel come "artisti di apertura".
La leggenda racconta che i Camel, per la prima volta in Italia, rimasero basiti dal caos organizzativo e dalle urla del Flaminio.
Arthur Brown, appena liquidati i Crazy World, si esibì accompagnato dai Kingdome Come, e si a parla anche di una "session" con Hammill.

Peter Hammill

All'epoca i VDGG erano in rotta e questo tour doveva promuovere la reunion. Il set prevedeva Hammil solo, seconda parte accompagnato da David Jackson, infine con i VDGG al completo. Ma per la delusione dai fans il set duro circa 40', causa un incendio al gruppo elettrogeno che costrinse la band a suonare senza impianto luci!
All'epoca molti concerti erano gestiti da gente che si svegliava la mattina e faceva l'imprenditore... posti inadatti e poca professionalità.
Fortuna che i musicisti erano dei grandi, e facevano passare tutto questo in secondo piano!
… di tutto un Pop
Wazza



Evans e Banton ne approfittano per una visita a Fontana di Trevi



venerdì 26 maggio 2017

Un pò di BANCO...


Hello,
cliccando sui link a seguire potete leggere un'intervista a Vittorio Nocenzi, e la recensione del concerto di Gianni e Vittorio a Valenza Po (3 dicembre 2016), realizzate da Gianluca Renoffio, esperto di prog con "specializzazione" Banco del Mutuo Soccorso.
Buona lettura
Wazza 



giovedì 25 maggio 2017

Festival Villa Pamphili, 25 -27 maggio 1972, di Wazza


Hello,
partiva il 25 maggio 1972 il "Festival Pop" di Villa Pamphili, centomila ragazzi si riversarono nel parco romano sfidando la demonizazzione dell'Osservatore Romano e dei cittadini del quartiere esasperati dal traffico e rumori vari.
In cartellone il "meglio" del pop italiano, più gli stranieri Van der Graaf Generator, Hawkwind, Hookfoot.
A leggere i giornali dell'epoca i New Trolls e gli Hawkwindlasciano il segno”, così commentava il Messaggero..


ll Messaggero (Roma) - 27 maggio 1972: "I trionfatori della prima serata sono stati i New Trolls e gli inglesi Hawkwind. Il gruppo italiano ha riconfermato la propria validità, la propria preparazione e anche il proprio maggior difetto, che teniamo a indicare per la stima che abbiamo nei confronti dei bravi New Trolls; i cinque musicisti suonano troppo a lungo e insistono troppo su certi assoli interminabili, che se durassero la metà funzionerebbero dieci volte di più" (Fabrizio Zampa)

Venti minuti a testa, comprese le difficolta, per accordare e sistemare la strumentazione.  Buona accoglienza anche per i Forum Livii, Flea on the Honey, Fholks e Analogy.
Il secondo giorno il livello si alza, con il Banco del Mutuo Soccorso, Osanna, Van Der Graaf Generator, Claudio Rocchi. Ottimo successo di pubblico anche per i Blue Morning di Maurizio Giammarco, un'ottima band di jazz-rock.


Terzo giorno dal clima "afoso", si esibiscono i Trip, Osage Tribe, Quella vecchia Locanda, Procession, con la conclusione affidata agli Hookfoot, un gruppo inglese formato da musicisti "session man", che nel 1974 si  sciolsero.


…di Tutto un Pop

Wazza

mercoledì 24 maggio 2017

Ilmondoarovescio: il disco d'esordio degli Eurasia!




Cinque musicisti di diverse esperienze debuttano con Banksville Records pubblicando un lavoro all'insegna del grande sound anni '60/'70: dieci brani cantati in italiano, tra progressive, jazz-rock e Canterbury
Ilmondoarovescio: il disco d'esordio degli Eurasia!


EURASIA
Ilmondoarovescio
10 tracce | 56.32 minuti
Banksville Records - distribuzione Audioglobe/BTF


«Eurasia ricorda un immenso patrimonio culturale che sentiamo nostro, per Noi dar modo a questi diversi mondi di coesistere e cooperare non è solo un punto di arrivo ma anche di partenza. Nel nostro dialogo musicale, senza dubbio l’ascolto reciproco è il più importante tra i molti fattori che interagiscono. Per noi il processo compositivo non parte da un’interpretazione di un genere, ma dal plasmare idee, spesso spunti presi da nostre improvvisazioni, alle quali ci dedichiamo sovente. Sono le idee stesse a suggerirci quale sarà il “mondo” del brano». Un nome come Eurasia e un titolo come Ilmondoarovescio sono piuttosto espliciti: il  quintetto piemontese debutta con un album che punta subito, senza mezze misure e senza indecisioni, ad  esplorare ambienti sonori e culturali solo apparentemente inconciliabili, reggendosi così su un dialogo creativo ed incessante, tra  improvvisazione e scrittura, idee e live in studio. Ilmondoarovescio è pubblicato da  Banksville Records, etichetta inglese del gruppo Pkmp Communication Ltd, distribuita da Audioglobe ed esclusivista della tecnologia Rewave System.

Ilmondoarovescio è il punto di arrivo di un itinerario all’insegna dell’amore per il progressive e il rock-jazz anni ’7 0, sia  italiano che straniero: un amore che accomuna i  cinque membri, di diverse estrazioni ed esperienze musicali. Nato dalle ceneri dei Cometa Rossa e ribattezzato  Eurasia, il gruppo è l'ideale luogo d’incontro tra i gusti, gli ascolti e le pratiche musicali dei cinque, ognuno con la propria storia:  Moreno Delsignore è il vocalist storico degli Scomunica, tra le più importanti band di rock italiano degli anni ’90;  Simone Torriano ha una lunga esperienza in campo jazz come pianista ed è docente di musica;  Paolo Cagnoni è un bassista versatile e di grande affidabilità, attivo in vari campi, dal folk irlandese al metal;  Diego Marzi proviene dalla scuola batteristica del grande Enrico Lucchini e tra le varie esperienze ha fondato i folleggianti S.A.D.O.;  Marco Cavallo è un chitarrista di lungo corso e di provenienza hard-rock, attivo nei Dreams Of Glory e poi dedicatosi al jazz e alla fusion.

«Delle nostre precedenti esperienze rimane ben poco negli Eurasia, anche perché  Scomunica e Dreams Of Glory fanno parte di epoche temporalmente e musicalmente lontane;  S.A.D.O. è forse l’unico progetto che può avere come punto di collegamento  l’aspetto improvvisativo nella composizione. Abbiamo scelto i testi in italiano senza l'intenzione di creare un concept: il filo conduttore si è manifestato naturalmente man mano che prendeva forma il disco, che presenta una serie di punti di vista, con un sottinteso invito a interpretare i messaggi contenuti nei brani». L’insieme di queste varie inclinazioni musicali, la fusione dei mondi sonori che ognuno dei cinque incarna, il comune amore per la musica degli anni ’60 e ’70 ha prodotto  Ilmondoarovescio: dieci brani cantati in italiano che sfidano la collocazione in generi e evocano suoni, atmosfere e sapori  prog-rock, jazz-rock e reminiscenze della scena di Canterbury.

 Un ottimo disco di rock all'italiana da parte di un quintetto abile e dinamico, all'occorrenza rinforzato da vari ospiti: gli amanti di  Area, Arti & Mestieri, la PFM dell'epoca di Bernardo Lanzetti o di certi Picchio Dal Pozzo e Roberto Colombo potranno trovare atmosfere familiari nel debutto degli Eurasia.

Ilmondoarovescio:

1 - Un mondo a rovescio
2 Fatti i fatti tuoi
3 - Il buio nero
4 - L'avvenire di un'illusione
5 - Il fantasma del tiranno
6 - Vado contro
7 - Il segreto nascosto
8 - La luna in tasca
9 - Bispensiero
10 - Sora no tamoto

Eurasia:
Moreno Delsignore: voce e cori
Marco Cavallo: chitarra
Paolo Cagnoni: basso
Diego Marzi: batteria
Simone Torriano: tastiere

Con la partecipazione di:
Luigi Ranghino: pianoforte/tastiere (1, 4, 7, 8)
Alberto Mandarini: tromba (9)
Edoardo Gennaro: tastiere (3, 9)
Quartetto Artemide: archi (10)
Silvia Mangiarotti: violino
Helga Ovale: violino
Alyona Afonichkina: viola
Cecilia Santo: cello
(arrangiamento archi Moreno Delsignore e Paolo Cagnoni)
  
Eurasia:

Eurasia – Facebook:

Ilmondoarovescio trailer:

Synpress44 ufficio stampa:


EURASIA: una conversazione con la band

Il titolo Ilmondoarovescio e il nome Eurasia evocano immediatamente un capovolgimento di fronte, un incontro tra mondi diversi, apparentemente inconciliabili: sembra inevitabile che il punto d’arrivo sia il progressive…

Eurasia ricorda un immenso patrimonio culturale che sentiamo nostro, per Noi dar modo a questi diversi mondi di coesistere e cooperare non è solo un punto di arrivo ma anche di partenza.

Ilmondoarovescio mette in mostra le caratteristiche compositive e musicali in generale di Eurasia, con un occhio di riguardo verso il mondo prog, jazz-rock e canterburyano. Che tipo di interpretazione offrono gli Eurasia a questi generi?

Nel nostro dialogo musicale, senza dubbio l’ascolto reciproco è il più importante tra i molti fattori che interagiscono. Per noi il processo compositivo non parte da un’interpretazione di un genere, ma dal plasmare idee, spesso spunti presi da nostre improvvisazioni, alle quali ci dedichiamo sovente. Sono le idee stesse a suggerirci quale sarà il “mondo” del brano.

Ognuno di voi ha avuto almeno una band nel proprio curriculum, tanto per fare un esempio citiamo Scomunica, Dreams Of Glory e S.A.D.O. Quanto è entrato di quelle precedenti esperienze in Eurasia e quanto invece è nuovo per voi?

Delle esperienze citate rimane ben poco, anche perché le prime due fanno parte di epoche temporalmente e musicalmente lontane; S.A.D.O. è forse l’unico progetto che può avere come punto di collegamento l’aspetto improvvisativo nella composizione.

Avete scelto l’italiano e i testi hanno una interessante caratteristica: sono tutti in prima persona, e si rivolgono sempre in modo diretto ad un interlocutore. Se fosse un concept, sarebbe anche una sfida culturale…

In realtà non c’è stata intenzione di creare un concept album. Il filo conduttore si è manifestato naturalmente man mano che prendeva forma il disco. Più che una sfida è una serie di punti di vista, con un sottointeso invito a interpretare i messaggi contenuti nei brani.

A proposito di scelte, avete deciso di offrire Ilmondoarovescio in free download. Quali sono le motivazioni?

Desideriamo rendere disponibile l’ascolto a tutti! …poi se qualcuno compra il disco, noi siamo più contenti. :D

La domanda più difficile: ascolti, gusti, orientamenti, insomma fateci qualche nome di artisti o gruppi senza i quali non esisterebbero gli Eurasia...

Nell’insieme le influenze sono in una gamma così ampia che, probabilmente, ci vorrebbero molte pagine solo per citarne alcuni…

Ilmondoarovescio è pubblicato da Banksville, un’eccellenza della discografia italiana, dal respiro internazionale. Per quale motivo avete scelto l’etichetta di Paolo Baltaro?

E’ un’etichetta molto seria che ha apprezzato e valorizzato fin da subito il nostro lavoro e la relazione che si è creata è stata armoniosa.

Abbiamo sottolineato la vostra esperienza nel professionismo musicale, ma è anche vero che Ilmondoarovescio è un’opera prima con la quale vi affacciate in un panorama difficile e impegnativo. Cosa vi aspettate da questo disco?

Per gli artisti presentare il proprio lavoro è sempre motivo di gioia a maggior ragione quando si tratta di un esordio. Aspettative… Lasciamo che sia la musica a parlare…



Un pò di storia…

Il gruppo nasce dalle ceneri di una precedente incarnazione, quella dei Cometa Rossa, divenuta poi Eurasia: la band è il luogo d’incontro tra i gusti, gli ascolti e le pratiche musicali dei cinque membri, ognuno con la propria storia e il proprio percorso. Moreno Delsignore è il vocalist storico degli Scomunica, tra le più importanti band di rock italiano degli anni ’90; Simone Torriano ha una lunga esperienza in campo jazz come pianista ed è docente di musica; Paolo Cagnoni è un bassista versatile e di grande affidabilità, attivo in vari campi, dal folk irlandese al metal; Diego Marzi proviene dalla scuola batteristica del grande Enrico Lucchini e tra le varie esperienze ha fondato i folleggianti S.A.D.O.; Marco Cavallo è uno storico chitarrista di provenienza hard-rock, attivo nei Dreams Of Glory e poi dedicatosi al jazz e alla fusion.

L’insieme di queste inclinazioni musicali, la fusione dei vari mondi sonori che ognuno dei cinque incarna, il comune amore per la musica degli anni ’60 e ’70 conduce alla nascita di Eurasia e del disco Ilmondoarovescio, pubblicato da Banksville Records, etichetta inglese del gruppo Pkmp Communication Ltd, distribuita da Audioglobe ed esclusivista della tecnologia Rewave System. Dieci brani cantati in italiano che sfidano la collocazione in generi e evocano suoni, atmosfere e sapori prog-rock, jazz-rock e reminiscenze della scena di Canterbury.



martedì 23 maggio 2017

Il compleanno di Patrick Djivas, di Wazza


Hello,
 compie gli anni oggi, 23 maggio, Patrick Djivas, bassista, compositore.
Francese ma naturalizzato italiano, ha iniziato giovanissimo con il gruppo di "Rocky Roberts". 

 Con gli AREA

Ma il suo approccio  al basso è arrivato casualmente, per esigenza, come racconta lui stesso…
"Dovevamo andare in Germania a suonare nelle basi Americane ma il bassista si prese l'epatite. Mi ricordo che ci trovavamo a Francoforte e dovevamo incominciare a lavorare il giorno dopo. Accompagnammo il bassista, che era scozzese, all'aeroporto, poi ci mettemmo a cercare un sostituto per tutta la città. Ovviamente non si trovò nessuno quindi, siccome è meglio suonare senza chitarra che senza basso, passai tutta la notte a provare i nostri pezzi con il mio nuovo strumento. Il giorno dopo feci il mio debutto come bassista. Beh, non so se fosse stato perché ero un cane alla chitarra o perché il nostro bassista scozzese non era un granché, ma con lausilio della mia ritmica il gruppo girava meglio. Quando il bassista tornò, la dura legge del rock'n roll lo estromise definitivamente. Io diventai il bassista ufficiale del gruppo. La mia vita era cambiata: avevo trovato, il mio strumento, il "trait d'union" tra la ritmica e l'armonia, tra la forza e la dolcezza, il tutto sulla stessa tastiera. Avevo trovato... IL BASSO ".

PFM-1974

Entra negli Area, ma "complice" una Jam session all'Altro Mondo di Rimini, entra nella Premiata Forneria Marconi. Dal 1973 ad oggi è ancora il "cuore pulsante" della PFM.
Considerato uno dei migliori bassisti al mondo, si "diletta" anche a comporre sigle televisive e colonne sonore
Happy Birthday Patrick!
Wazza


lunedì 22 maggio 2017

Desert Wizards: il video che anticipa il nuovo album...


“The Man Who Rode The Time” è il singolo dei Desert Wizards estratto da Beyond The Gates of The Cosmic Kingdom, in prossima uscita con Black Widow Records: si tratta di un album che racchiude otto brani ai quali abbiamo lavorato a lungo e che finalmente vedono il loro percorso portato a conclusione.



Racconta la band…

L'idea di girare un video aleggiava all'interno della band già da un pò. Ai tempi del nostro secondo Lp, "Ravens", nel 2013, ne era già stata presa in considerazione l'opportunità, ma poi visti i tempi stretti di uscita le cose ci sfuggirono un pò di mano e decidemmo di rimandare al futuro, e il futuro ci è cascato in mano con questa "The Man Who Rode The Time" cioè "L'uomo che cavalcò il Tempo", primo singolo estratto dal nostro nuovo lavoro  " Beyond The Gates Of The Cosmic Kingdom", in prossima uscita con Black Widow.
Il pezzo fa parte di un lavoro più ampio dalla gestazione lunga e travagliata. Da principio eravamo un pò indecisi se utilizzare proprio questo pezzo per il videoclip, un pò per la sua durata non indifferente, un pò per la difficoltà del tema trattato. 



Quasi sei minuti per brano che parla di un viaggio spaziotemporale ci sembrava una bella montagna da scalare, tuttavia questo pezzo ce lo sentivamo addosso e rappresentava alla perfezione l'essenza dell'album, così abbiamo portato questa montagna ad Angelo Pariano che è lo sceneggiatore e regista del clip il quale, innamoratosi del pezzo al primo ascolto, ci chiese un pò di tempo per ragionare sul come poter renderne al meglio il concetto in uno stile che ci contraddistinguesse. Quando lo reincontrammo aveva le idee molto chiare sulla direzione da prendere e a noi queste idee piacquero subito. Si presentò successivamente il problema dell'attore, e non era un problema da poco visto che avrebbe coperto la maggior parte della clip. La scelta è ricaduta su Alessandro Baldassari che, oltre ad essere un attore cimentatosi già in diversi cortometraggi per il cinema indipendente locale, era legato alla band da un rapporto di stretta amicizia. Alessandro accettò immediatamente il ruolo immergendosi a capofitto nella parte. La location del video è stata scelta senza indugi, si tratta del luogo in cui i Desert Wizards sono cresciuti, gli ambienti delle estenuanti jam, del primo Demo, del sudore e delle fatiche, la casa in cui in una notte a cavallo tra due concerti adiacenti venimmo derubati di tutti i nostri averi musicali, insomma i luoghi della nascita morte e resurrezione band stessa. Un luogo molto simbolico ed evocativo per noi.


Il video racconta delle frustrazioni dell'uomo posto per sua natura nella condizione di non poter modificare gli eventi spaziotemporali, nient'altro che il significato intrinseco del testo del brano, che ci pone dinnanzi ad un astronauta che tenta di compiere un salto nel tempo per poi ritrovarsi disperso in una dimensione sconosciuta, solo con i suoi fantasmi e i suoi rimorsi. Sono sempre stato attratto ed affascinato da questo tema e di come l'uomo viva questa sua condizione di essere, di come la vita stessa che per come noi la percepiamo - lo scorrere lineare del tempo dal passato al futuro istante dopo istante -, porti con se eventi talmente forti da poter cambiare l'anima di una persona per sempre. Tutti noi abbiamo il desiderio di voler cambiare qualcosa del nostro vissuto, e questo per alcuni può diventare davvero un’ossessione, trascinando l'animo umano in un vortice senza uscita. Nella clip, a proposito di questo tema, è presente una breve porzione di video in cui compare Silvia Briganti, una ragazza scomparsa qualche anno fa a causa di un brutto incidente stradale di cui il regista Alberto Donati conservava questo piccolo cameo, e che ci ha gentilmente concesso. A tal proposito vogliamo sentitamente ringraziare Matteo Lamargese e l'intera famiglia di Silvia per averci donato il permesso di omaggiarla con questo nostro lavoro.


BIOGRAFIA DELLA BAND

I Desert Wizards si formano nel 2007 per volere di quattro amici musicisti ravennati che, pur condividendo l’amore per il sound tipico della musica psichedelica ed hard rock settantiana, non hanno mai avuto occasione di collaborare. I quattro, come la tradizione del genere in questione vuole, si dedicano a mesi di estenuanti jam e improvvisazioni, dalle quali scaturiscono le fondamenta dei primi brani. Le registrazioni rudimentali raccolgono un pugno di canzoni riprese in tutta la loro crudezza, la band così pensa che sia giunto il momento di registrare un demo omonimo che vede la luce nel gennaio del 2008. Il demo, oggi praticamente introvabile, contiene cinque tracce di puro hard rock psichedelico, l’essenza madre della band. Grazie al suo successo nell’underground ravennate i Desert Wizards cominciano a muovere i primi passi sui palchi della zona, decidendo dopo un anno di costruire qualcosa di più importante, così si rinchiudono nuovamente nel loro covo e si rigettano in lunghe jam, prediligendo di gran lunga questo modo di comporre musica piuttosto che costruire pezzi a tavolino. Il risultato è “Dos”, il primo full lenght totalmente autoprodotto dai quattro. Un album vero e senza fronzoli che racconta in modo sognante ed evocativo il loro percorso musicale. Questo lavoro cattura l’attenzione della Black Widow Records, sempre attenta a scovare talenti nascosti nella scena vintage rock italiana. Nel 2010 viene così rilasciata, tramite l’etichetta discografica, una nuova versione di “DOS” chiamata semplicemente “Desert Wizards”, il materiale viene rimaneggiato ed affidato ad una produzione professionale, ma senza snaturare il sound tipico della band. L’album è ben accolto dalla critica di settore ricevendo recensioni positive ed ottiene un buon riscontro di vendite. Nell’ anno successivo “The Lisergic Show”, tratta dall’album in questione, viene inserita nella raccolta “Hard Rock Explosion” nella quale i Desert Wizards si affiancano ad artisti come Pentagram, L’Impero Delle Ombre e Wicked Minds. Nel 2012 vengono contattati da Mag Music ed incidono la cover di “Childhood’s End” tratta dall’album “Obscured by Clouds”, del 1972, che viene poi pubblicata in “One Of My Turns” sempre nello stesso anno. Si tratta di un album tributo ai Pink Floyd che vede partecipare band provenienti da tutto lo stivale. I quattro ravennati però non sazi ed in preda alla loro fame compositiva, alla fine dello stesso anno si ritrovano con una quantità di materiale tale da poter realizzare quasi due full lenght, dal quale ricavano “Ravens”, seconda avventura discografica condivisa con Black Widow Records. L’album viene pubblicato nel 2013 e viene presa la decisione di proporlo anche in versione vinile, il quale va esaurito in poco tempo. L’etichetta affida il lavoro ad una distribuzione internazionale che permette alla band di farsi conoscere in diversi paesi, ricevendo ottimi responsi sia di critica che di vendite. E’ nuovamente una produzione in pieno stile Desert Wizards, dove le parti più dure in deciso stile Black Sabbath lasciano spazio a distensioni ed atmosfere più Floydiane e Doorsiane. In seguito la band inizia a sperimentare sonorità sempre più vintage introducendo il Synth nel proprio repertorio musicale, le Jam lasciano ampio respiro agli effetti per la modulazione del suono e comincia un lunghissimo lavoro compositivo che vede fine al termine del 2015. I pezzi che ne vengono estratti sono frutto di estenuanti arrangiamenti e ricerche del suono, punto sul quale la band non vuole più scendere a compromessi. Nel 2016 terminano le registrazioni e vede luce “Beyond The Gates Of The Cosmic Kingdom”, ultima, più lunga e meticolosa fatica della band. Nel mese di maggio i Desert Wizards pubblicano il video di “The Man Who Rode The Time”, singolo estratto dall’album in oggetto che sarà disponibile sempre tramite Black Widow Records da luglio 2017, sia in versione vinile che compact disc.


Membri del gruppo

Marco Mambelli: Vox/Bass/Sinth
Marco Goti: Guitars
Anna Fabbri: Organ/Vox
Silvio Dalla Valle: Drums