martedì 26 aprile 2022

COMPASSIONIZER – “AN AMBASSADOR IN BONDS”, di Andrea Pintelli

 


COMPASSIONIZER – “AN AMBASSADOR IN BONDS”

Di Andrea Pintelli

Imbattersi, forse non troppo casualmente, in un’opera sofisticata come “An Ambassador In Bonds” dei Compassionizer provoca gioia e felicità. Per tanti motivi. Primo, sono dei musicisti veramente capaci; secondo, sanno trasmettere i loro sentori e senza strafare; terzo, sono un gruppo transnazionale che abbraccia ciò che ora è diviso, infatti provengono da Russia, Germania e Ucraina.

L’ensemble Compassionizer è un progetto nato nel 2020 durante il lockdown e prende il nome da un album del 2007 di Roz Vitalis, con l’idea metafisica che sia fare musica che ascoltarla dovrebbe contribuire allo sviluppo di qualità umane come simpatica, empatia e compassione.

Il titolo dell’album (il loro secondo) è una metafora di una persona che svolge il proprio ministero e missione in qualsiasi area della creatività e si trova di fronte alla necessità di superare vari vincoli. Esso contiene diversi strumenti, tra cui non solo sintetizzatori e chitarre, ma anche clavicembalo, clarinetto basso, clarinetto, tromba, doira, rubab, ecc.; quindi Oriente e Occidente. Suono insolito, composizioni polifoniche, tempi dispari, melodie accattivanti, stati d’animo oscuri, atmosfera ipnotica, ossia un incrocio fra world music, avant-jazz, camera avant-Prog, psichedelica ed elettronica. Questo, in sintesi, quello che vi aspetta ascoltando il disco in questione. Ma c’è di più, andando in profondità.


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FollowAfter Meekness” annuncia l’avvio delle danze con rintocchi di un piano interrogativo, ma subito dopo si mette in pratica l’alchimia sonora dei nostri, grazie a un coacervo di idee mescolate insieme sulla falsariga di un messaggio di coesione sociale.

Different Sides of Ascension” corre verso l’azzurro, armonica e bilanciata come fosse un soffio di vento gentile. La linea di clarino è solenne, ma lascia spazio alle percussioni ora minacciose, ora soft.

Caress of Compassion (Part 4) pare una favola raccontata da chi ci ama, un forte messaggio simbolico che potrebbe essere portato al Cremlino d’oggigiorno. Non essendoci mai fine alla follia umana, chi può medicarla se non la compassione e il Bene supremo?

The Man That Sitteth Not in the Seat of the Scornful” è dark e a tratti marziale, una traccia dove non c’è compromesso. Questa visione fa parte della natura, ma va stemperata con l’impegno. Ma ora siamo qui.

An Ambassador in Bonds (Part 1 e 2)” sono il fulcro dell’album, due sguardi contrapposti alla mercè della pietà caritatevole che contraddistingue la maggior parte di noi. Forse. Il lavoro d’intersezione fra gli strumenti crea un insieme pieno e benevolo, a tratti liquido, che vuole raggiungere il cuore dell’ascoltatore. La seconda parte ha i fiati come elemento predominante, espressione di una processione d’anime che si ritrovano a parlare, proseguendo nel dialogo.

I Am Sitting on the Pier” ossia metafora d’attesa e speranza. Rappresentata magistralmente dalla dolcezza e dalla concretezza degli strumentisti, vuole attirare a sè un migliaio di occhi per carpirne il messaggio.

Hard-Won Humility” è sentore di sorpresa che si trasforma nel pezzo migliore del disco. Atmosfere simili portano in un mondo onirico difficile da ritrovare altrore. Le percussioni sono magnetiche, ma è il lavoro delle tastiere che provoca magia. Il wah wah della chitarra, dosato nei giusti termini, aggiunge quel tocco che completa il quadro insieme al clarinetto fatato.

An Ambassador in Bonds (Part 3) riprende da dove era finita la seconda parte, ed è ancora una volta la celestiale impronta che i Compassionizer vogliono imprimere al nostro sentore. Il loro intento, spiegato all’inizio dell’articolo, riesce in pieno nell’impresa prefissata.

Bear Ye One Another’s Burdens, ultima mastodontica traccia del disco, con i suoi oltre 13 minuti, mette in evidenza tutti i pregi dei vari membri del gruppo, in un gioco intrepido che vuole rimarcare le caratteristiche di ognuno, ma in maniera coesa e fantasiosa. Si attraversano diverse stanze della natura umana, in un paradigma che fa sembrare questo pezzo come un disco nel disco.

Per varietà, impressioni e volontà resta un meraviglioso esempio di cosa rappresenti la Musica attuale e vera. Uno sforzo stilistico senza pari. Un consiglio: fatelo vostro.

Tracklist:

01 Follow After Meekness 8:15

02 Different Sides of Ascension 3:54

03 Caress of Compassion (Part 4) 3:35

04 The Man That Sitteth Not in the Seat of the Scornful 3:34

05 An Ambassador in Bonds (Part 1) 5:00

06 An Ambassador in Bonds (Part 2) 3:05

07 I Am Sitting on the Pier 3:12

08 Hard-Won Humility 7:17

09 An Ambassador in Bonds (Part 3) 4:10

10 Bear Ye One Another’s Burdens 13:20

 

Band:

Bayun The Cat – basso synth, tbilat, cowbell

Serghei Liubcenco – chitarre acustiche ed elettriche, basso, rubab, doira, batteria e alter percussioni

Leonid Perevalov – clarinetto basso, clarinetto

Ivan Rozmainsky – concezione del progetto, clavicembalo, Arturia MiniBrute, sintetizzatori, campaneAndRey Stefinoff – clarinetto

 

Oleg Prilutsky – tromba

Anatoly Nikulin – mixing e mastering

Vyacheslav Potapov (VP) – artwork



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