mercoledì 3 settembre 2014

Silence Is Not Pure, nuovo singolo dei Dead Cat In A Bag


Silence Is Not Pure è il nuovo video estratto da Late for a Song, secondo album dei Dead Cat in a Bag

Il brano descrive un silenzio rivelatore di scricchiolii, segreti traditi, colpi di tosse e sospiri di vento. Il video mostra una rosa di bruciante bellezza, pioggia e cenere. La rosa s’accende e si consuma, una falena innamorata e condannata attraversa la fiamma, i palloncini esplodono, l’acqua arriva troppo tardi.
Il video è stato diretto e montato da Andrea Bertola, violinista della band.

Late for a Song è il nuovo, secondo disco dei Dead Cat in a Bag. Dopo la lusinghiera accoglienza della critica per il primo album, Lost Bags, e le incursioni live in sestetto e quartetto, la band ha radicalizzato il suo approccio nomadistico al folk: Late for a Song è fatto di fiori appassiti e ruote dentate e suona come la colonna sonora di un immaginario western post-atomico interpretato da gitani, ambientato in un ventoso deserto cosparso di giostre in disuso, fabbriche diroccate, case d’infanzia ingombre di polvere e ricordi. Vuole fare un po’ paura e un po’ sorridere, con echi di circo e di vecchi film dell’orrore, digressioni dodecafoniche e parentesi rumoristche. Auspicabilmente, vorrebbe anche far pensare e commuovere. E persino battere il piede a tempo.
Agli strumenti tradizionali ed etnici come banjo, balalaika, mandolino, dobro, violino, contrabbasso, fisarmonica, tromba, sega musicale, ukulele, armonium e pump organ si uniscono chitarre elettriche, un moog, strumenti autocostruiti, percussioni metalliche, campionamenti, un piano preparato e una vena di elettronica sfumata su suoni ambientali, per un viaggio che tocca Francia, America, Messico e Balcani, tra blues da palude, folk spettrale, post-rock notturno e persino musica kletzmer e fado, cantato con metrica, rime e teatralità nella lingua del country.
Le canzoni parlano di adattamento, di una cravatta che non s’intona al mondo, di ciò che finisce, di ciò che ritorna come l’amianto, di lettere senza risposta, di silenzi che rivelano sospiri di vento, mattini pallidi come la nausea e vuoti come la speranza, coltelli, cappotti, strade di campagna, rimpianti, gatti, cani, amici d’infanzia, polvere, pianeti e atomi, fiori, mosche, ruggine, letteratura russa, colpi di tosse, corvi alla finestra, padroni di casa in cortile, preti sulle scale, scheletri nell’armadio, bicchieri sul tavolo, questioni personali. L’album è prodotto da Roberto Abis, registrato ovunque, perfezionato al Superbudda di Torino da Giupi Alcaro e vede tra i compagni di viaggio Enrico Farnedi, (Goodfellas), Fabrizio Rat FerreroValerio Corzani (Mau Mau,Ex), Davide Tosches e Vito Miccolis.

BIOGRAFIA
I Dead Cat in a Bag si formano a Torino circa 7 anni fa. I componenti della band sono tutti impegnati, in varie forme, nello spettacolo (colonne sonore teatrali, recitazione, riprese, regia). Il progetto è multiforme di natura, folk per attitudine, instabile per necessità. L’idea di base è quella di riattualizzare e personalizzare il cantautorato oscuro della vecchia scuola (che la critica rintraccia spesso nei nomi di WaitsCave,LaneganReedCohen) ibridandolo con la propensione al paesaggio sonoro, alla trasversalità degli arrangiamenti, alla sincerità della confessione, passando attraverso le influenze più disparate (oRSo, Calexico, John Cale, A Hawk and a Hacksaw, Pogues, Howe Gelb, Jacques Brel, Gyorgy Kurtag). Alcune canzoni sono tanto peculiari, nella loro semplicità, da non trovare facili paragoni e definizioni. E va benissimo così. Soprattutto, la voce è meno roca di quanto non sembri a un primo ascolto.
DEAD CAT IN A BAG è:
Luca Swanz Andriolo: voce, banjo, chitarra, chumbus, mandolino, balalaika, pump organ, percussioni
Roberto Abis: chitarre, tastiere, dobro, chitarra-banjo, viñuela, lap steel, armonium, moog, trattamento del suono
Andrea Bertola: violino, percussioni
David Proietto: contrabbasso
Scardanelli: fisarmonica, chitarra, zaino-batteria, sega ad archetto, pianoforte
Compagni di viaggio:
Enrico Farnedi: tromba, trombone, flicorno, ukulele
Fabrizo Rat Ferrero: piano preparato
Valerio Corzani: basso-tinozza
Davide Tosches: piano, batteria
Luca Iorfida: vibrafono


Album Credits
Prodotto da Roberto Abis
Registrato ovunque, perfezionato al Superbudda di Torino da Giupi Alcaro
Graphic layout: Lavinia Marinotti, Wonderingsolo
Photos: Federica Genovesi & Luca Andriolo (front cover), Luca Andriolo (back cover),
Lavinia Marinotti (inside cover), Andrea Bertola & Alessandro Bertaccini (booklet p. 5, 12)
Dead Cat in a Bag Logo by Daniele Galliano



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