venerdì 23 febbraio 2024

Banco del Mutuo Soccorso: il 23 febbraio del 1976 usciva il primo album (colonna sonora) strumentale, "Garofano Rosso"


Racconti sottoBanco


“La prima volta che scrissi una colonna sonora per un film fu per Il Garofano rosso tratto dal libro di Vittorini, ed ero un po’ spaventato dai limiti di durata imposti dal regista, ma la scoperta fantastica fu che era invece uno spunto alla ricerca e questa nuova concezione del limite mi è rimasta per tutta la vita”.

(Vittorio Nocenzi)

Usciva il 23 febbraio 1976 l’album “Garofano Rosso”, colonna sonora dell’omonimo film di Luigi Faccini, tratto da un romanzo di Elio Vittorini. Prima colonna sonora per il Banco del Mutuo Soccorso e primo album strumentale, che apriva una nuova epoca nell’evoluzione del gruppo.

Andatevelo a risentire!

Wazza

 


Interprete: Banco del Mutuo Soccorso 

·         Etichetta: VIRGIN 

·         Catalogo: MPIT 1005

·         Data di pubblicazione: Febbraio 1989 

·         Matrici: MPIT 1005-A/MPIT 1005-B

·         Supporto: vinile 33 giri 

·         Tipo audio: Stereo

·         Dimensioni: 30 cm. 

·         Facciate: 2

 

Note: Data matrici: 3 Febbraio / Colonna sonora originale del film omonimo (Luigi Faccini, 1975), salvo i primi due brani, non utilizzati per il film / Copertina in carta martellata - Disegno di Mimmo Mellino / Nota di presentazione all'opera a firma del gruppo sul retro copertina / Registrato da Giorgio Loviscek e mixato da Peter Kaukonen presso il Chantalain Studio di Roma nel Novembre 1975 / Tutti i brani sono strumentali; Francesco Di Giacomo, voce solista del gruppo, è qui accreditato per la documentazione ai brani, non partecipandovi direttamente / Produzione esecutiva: David Zard / Distribuito da Dischi Ricordi - Milano / Formazione: Pierluigi Calderoni - batteria, percussioni; Renato D'Angelo - basso, contrabbasso, chitarra acustica; Francesco Di Giacomo - voce; Rodolfo Maltese - chitarre, tromba, corno; Gianni Nocenzi - pianoforte, piano elettrico, sintetizzatore, clarinetto; Vittorio Nocenzi - organo, sintetizzatori, vibrafono


BRANI

Lato A

 

ZOBEIDA

Autori: Vittorio Nocenzi

FUNERALE

Autori: Vittorio Nocenzi

10 GIUGNO 1924

Autori: Gianni Nocenzi

QUASI SALTARELLO

Autori: Vittorio Nocenzi

ESTERNO NOTTE (CASA DI GIOVANNA)

Autori: Vittorio Nocenzi Edizioni: Traccia Music

GAROFANO ROSSO

Autori: Vittorio Nocenzi

 

Lato B

 

SUGGESTIONI DI UN RITORNO IN CAMPAGNA

Autori: Rodolfo Maltese, Vittorio Nocenzi, Gianni Nocenzi

PASSEGGIATA IN BICICLETTA E CORTEO DEI DIMOSTRANTI

Autori: Gianni Nocenzi, Vittorio Nocenzi

TEMA DI GIOVANNA

Autori: Vittorio Nocenzi

SIRACUSA: APPUNTI D'EPOCA

Autori: Vittorio Nocenzi

NOTTURNO BREVE

Autori: Vittorio Nocenzi

LASCIANDO LA CASA ANTICA

Autori: Rodolfo Maltese, Vittorio Nocenzi, Gianni Nocenzi

 

(dalla rete)

È incomprensibile come "Garofano Rosso" sia l'album del BMS più sconosciuto e meno apprezzato di tutta la loro copiosa produzione.

Era il 1975 ed il prog cominciava a declinare sotto le sciabolate della disco-music e del motto "It's Time to Land". I dischi degli alfieri del genere si dimostravano più ricchi di tecnica e ripetitività che di idee. Nel grigiore generale, che poi coglierà anche il BMS, il gruppo romano viene invitato a comporre ed eseguire la colonna sonora del film "Garofano Rosso", il cui valore fu tale che nessuno ricorda né il nome del regista, né che abbia superato i cinque giorni di programmazione in una sala cinematografica.

Per una strana legge di compensazione, invece, la musica è di tale spessore che ne uscì l'album prog italiano migliore di tutti i tempi. So di fare un'affermazione azzardata, e che da molti non sarà condivisa, ma per me è proprio così. Se non fosse per la ritmica, "Garofano Rosso" potrebbe benissimo essere un album di classica-contemporanea, molto sofisticato e ben costruito.

In questo ricorda, come idea di struttura e non come musica, il leggendario "Islands" dei King Crimson che è un altro disco difficilmente catalogabile come rock (anche se progressive). In "Garofano Rosso" si nota subito l'abbondante uso dei fiati, rafforzati dai synthes di Vittorio Nocenzi, lo scarso utilizzo della chitarra elettrica, a favore di quella acustica e un fluido e classico uso del pianoforte a coda, più adatto alle atmosfere cameristiche che alle grandi platee giovanili.

Un lavoro maturo e da veri musicisti, per una volta liberati da alcuni vincoli comportamentali imposti dall'industria discografica. Su tutti i brani, primeggia "Suggestioni di un ritorno in campagna". Si tratta di una vera e propria mini-sinfonia che spazia dalla classica più filologica a quella contemporanea, non disdegnando un'occhiatina al jazz e superbamente introdotta dal laconico pianoforte di Gianni Nocenzi, il quale, poi, si ripeterà nel pezzo "Tema di Giovanna" (quasi un a-solo), sino a spingersi a toni decisamente drammatici e carichi di lirismo. Notevoli anche "Zobeida", "Funerale" e "Quasi saltarello", un pezzo questo dove il Banco tende la mano all'etno-folk popolare (il Saltarello è una danza del centro-sud).

Per concludere, “Garofano Rosso” è l'album più sottovalutato della produzione del BMS e di tutto il prog italiano. Probabilmente non fu oggetto dell'attenzione che meritava, perché si trattò del primo disco del gruppo inciso per un'etichetta straniera (la Manticore di Greg Lake) e, forse, fu osteggiato proprio per questo. Da segnalare che in tutto il lavoro non c'è traccia della voce di Francesco Di Giacomo, che, per una volta, si fece signorilmente da parte per favorire un po' di sperimentazione ai due cervelli del Banco, e cioè i fratelli Nocenzi.

Una pellicola cinematografica caratteristica. Si combinano tanti elementi: storia, fascino della città, passione amorosa e per la politica. Il garofano rosso (1976), regia di Luigi Faccini, è un film icona di Siracusa, in cui si riscontrano tante prospettive. Tratto dall’omonimo romanzo di Elio Vittorini, si raccontano i sogni e le utopie di un giovane studente.


Trama del film 

Alessio Mainardi (Miguel Bosé) è un giovane di buona famiglia, la quale possiede dei terreni nell’entroterra siciliano. Studia al ginnasio di Siracusa e al contempo vive in una pensione familiare con un altro giovane, Tarquinio Masseo. I due diventano buoni amici e parlano soprattutto di donne da cui sono attratti e di politica. È appena accaduto l’omicidio di Giacomo Matteotti e perciò i fascisti irrompono sempre più a Siracusa, con aggressioni e pestaggi. Mainardi è affascinato da questa ideologia reazionaria che prende più piede, ma col tempo tende sempre più a ravvedersi. Crede che l’amico Tarquinio abbia fatto breccia su Giovanna, il suo amore non corrisposto.

Alessio è pure invaghito di un’altra donna, Zobeide (Elsa Martinelli), che scopre essere una prostituta. Il giovane continua ad inseguire le sue utopie, rinnovandole sempre.

 


Significato attorno a Il garofano rosso

Dal sentimento non ricambiato di Alessio prende nome la storia. Secondo una leggenda, un giovane si innamorò perdutamente di Diana la quale non lo corrispondeva e fece perfino il voto della verginità. Il giovane morì di disperazione e dalle sue lacrime nacquero garofani rossi. Un fiore che può indicare la libertà, quella propulsione interiore che porta ad accostarti alla bellezza.

Alessio Mainardi è un giovane in cerca di prospettive. È richiamato dal contesto natio, equivalente a tutto ciò che è agreste. Al contempo, volge gli orizzonti verso la città, luogo di conoscenze e scambi culturali. Trova in Tarquinio Masseo un punto di riferimento, seppure con dei momenti di divergenze. Alessio è un giovane che tende a formarsi a livello politico, culturale e sentimentale.

Un contesto storico di grande fermento. Ma purtroppo ogni anelito di libertà è represso perché il fascismo, dopo essere penetrato nelle istituzioni, tende sempre più a radicarsi a livello sociale.

 

Suggestioni della pellicola cinematografica

La colonna sonora è del gruppo Banco del Mutuo Soccorso. Una musica introspettiva che richiama la ricerca del sé compiuta da Alessio Mainardi. La scena in cui questi assiste alla sfilata comunista è girata in via delle Vergini. Altre scene trovano ambientazione nei pressi di piazza Duomo, compresa quella in cui Alessio entra ed esce da scuola. Diversi momenti trovano ripresa, poi, lungo le varie viuzze di Ortigia. Il garofano rosso è, quindi, una pellicola che rievoca un luogo così caratteristico e a misura di essere umano quale è Siracusa. Luigi Faccini, il regista, riesce a catturare tutto questo. Egli nel film si occupa pure della sceneggiatura.

Il garofano rosso è una pellicola dagli ingredienti peculiari. Storia, arte, introspezione, passione, senso di giustizia convergono nel film. Esso, però, non è molto conosciuto soprattutto tra le giovani generazioni. Le righe qui riportate sono quindi un modo per ricordare certe pellicole cinematografiche preziose.

 

 


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