La diramazione del web magazine MAT2020, per una nuova informazione musicale quotidiana
mercoledì 13 agosto 2025
Primo Festival Rock D'Avanguardia: era l'estate del 1973
Nel ricordo di Germano Serafin
Ricordiamo oggi lo sfortunato Germano Serafin - bassista, chitarrista, violinista di Le Orme -, che ci lasciava il 13 agosto 1992 per un male incurabile.
Per non dimenticare…
Wazza
Chitarrista, bassista, violinista e compositore trevigiano, Germano Serafin è entrato nella memoria di molti per aver militato nella band di Rock Progressivo Le Orme.
Germano è entrato a far parte del gruppo di Mestre nel 1975, subito dopo l'uscita del chitarrista Tolo Marton che con loro aveva registrato l'album "Smogmagica" che conteneva "Amico di ieri", una delle canzoni più apprezzate de Le Orme.
Germano (appena ventenne) non fa in
tempo ad entrare che già con la band sforna un'altra hit memorabile,
"Canzone d'amore". Indimenticabili e meravigliosi i suoi volanti assolo di
chitarra. Rimarrà con Le Orme fino al 1981, collaborando nella composizione di
ben quattro album: "Verità Nascoste", "Storia o Leggenda",
"Florian" e "Piccola Rapsodia Dell'Ape".
Soprattutto negli ultimi due album,
il giovanissimo talentuoso musicista di Treviso, dà il suo maggiore apporto
compositivo, mettendo anche in pratica lo studio del violino. Infatti, per
"Florian" e "Piccola Rapsodia Dell'Ape", Le Orme
abbandonano momentaneamente gli strumenti elettrici, per produrre due album
molto vicini al genere della Musica da Camera.
Ci vorranno due anni di studi
complessi e maniacali, mentre si ballano i Bee Gees e la rabbia del Punk
s'impossessa dei giovani italiani, la band veneta fa uscire un album di puro
Pop da Camera, riproponendolo live proprio nelle discoteche italiane. Almeno
3/4 dei brani che compongono "Piccola Rapsodia Dell'Ape" del 1980,
sono opera di Germano Serafin.
Si tratta del suo epitaffio, perché
subito dopo lascerà Le Orme, che nel frattempo seguiranno la nuova ricerca
musicale della New Wave, poi si concentrerà nel perfezionamento dello studio
del violino, collaudati da una carriera nell'orchestra sinfonica comunale di
Treviso, e morirà di leucemia il 13 agosto del 1992 a soli trentasei anni, con
ancora moltissimo da donare alla musica italiana.
martedì 12 agosto 2025
Francesco di Giacomo sul Ciao 2001 del 12 agosto 1979
Nella copertina di Ciao 2001 del 12
agosto 1979, trova spazio Francesco di Giacomo del Banco.
La band aveva pubblicato a marzo
dello stesso anno “Canto di primavera”.
Questa foto venne utilizzata per il 45 giri “Canto di primavera/Circobanda”.
La cosa “strana”, in tanti anni il Banco aveva pubblicato un solo 45 giri (Non mi rompete), per questa occasione fecero il bis, pubblicandone addirittura due.
L’altro era “Niente/Sono la bestia”.
Per la cronaca il bambino nella foto è il primogenito di Rodolfo Maltese.
Di tutto un Pop…
Wazza
lunedì 11 agosto 2025
Compie gli anni Renato D'Angelo, primo bassista del Banco del Mutuo Soccorso
Compie gli anni oggi, 11 agosto, Renato D'Angelo, bassista del Banco Del Mutuo Soccorso, dal 1971 al 1978: insieme a Pierluigi Calderoni è stato parte della "sezione ritmica" dei grandi capolavori firmati Di Giacomo-Nocenzi.
Renato nasce come chitarrista, ma per
"esubero" di chitarristi nel suo primo gruppo, "Le
Esperienze", passa al basso. Dopo vari festival ed un tour in Germania
(come i Beatles!), 3/5 delle Esperienze - oltre a lui Francesco Di Giacomo e
Pierluigi Calderoni - entrano nel Banco Del Mutuo Soccorso dei fratelli
Nocenzi.
Dopo l'uscita dalla band rimane nel
campo della musica come imprenditore di allestimenti audio e luci, lavora con
il Banco nel progetto "La Carovana Del Mediterraneo", poi si dedica a
grandi eventi e ancora oggi lo si può trovare nel ruolo di direttore di palco
nei maggiori concerti e musical italiani.
Renato è una persona molto riservata, non ha suonato con altri gruppi, non ha mai partecipato a reunion o concerti celebrativi, le uniche concessioni riguardano noi del "Banco Fan Club": in quelle rare occasioni partecipò alla presentazione del libro "E mi viene da pensare" e fu presente a una edizione dell'"Ormata Brancaleone" (raduno eno-musico-gastronomico dei fans del Banco).
Happy Birthday Renato!
Wazza
domenica 10 agosto 2025
Humble Pie e Grand Funk nel giugno 1971
sabato 9 agosto 2025
La fine di un'era: l'ultimo concerto dei Queen con Freddie Mercury
Il 9 agosto 1986, nella suggestiva cornice di Knebworth
Park in Inghilterra, si è consumato uno degli eventi più significativi e
malinconici della storia del rock: l'ultimo concerto dei Queen con Freddie
Mercury come frontman. Davanti a
un pubblico stimato tra le 120.000 e le 200.000 persone, la band si esibì in
un'ultima, trionfale "Notte di Magia" che avrebbe segnato la fine di
un'era.
Questo show conclusivo del "Magic Tour", a supporto
dell'album A Kind of Magic, fu l'apice di una tournée che aveva visto i
Queen esibirsi negli stadi di tutta Europa, affermando ancora una volta il loro
status di giganti del rock dal vivo.
La scaletta della serata fu un vero e proprio "greatest
hits" della loro carriera, con brani iconici come "One Vision",
"Under Pressure", "Bohemian Rhapsody", e
l'immancabile bis con "We Will Rock You" e "We Are the
Champions".
L'energia di Freddie Mercury, nonostante il suo stato di
salute all'epoca già compromesso, fu travolgente. Con la sua inimitabile
presenza scenica, la sua voce potente e il suo carisma, il cantante incantò la
folla per l'ultima volta.
L'evento, purtroppo, non fu privo di ombre: durante il
concerto, un giovane scozzese di 21 anni, Thomas McGuigan, fu accoltellato a
morte. L'episodio, insieme alla crescente stanchezza di Mercury dovuta alla
malattia che sarebbe stata diagnosticata poco dopo, contribuì a rafforzare la
decisione della band di non intraprendere più tour mondiali.
Il concerto di Knebworth rimase impresso nella storia non
solo per l'incredibile performance, ma anche per le parole finali di Freddie
Mercury al suo pubblico: "Grazie, gente. Siete stati meravigliosi...
Siete stati un pubblico davvero speciale. Grazie mille. Buonanotte, sogni
d'oro, vi vogliamo bene". Parole che, con il senno di poi, suonano
come un addio, una commovente chiusura di un capitolo indimenticabile della
storia della musica.
I momenti salienti nel video a seguire…
9 agosto 1975: VDGG in concerto all’Altro mondo di Rimini...
9 agosto 1975 VDGG in concerto all’Altro mondo di Rimini...
il giorno dopo PFM
Wazza
Setlist
A Louse Is
Not a Home
Faint-Heart
and the Sermon
(In The)
Black Room
Arrow
Forsaken
Gardens
Lemmings
La Rossa
Pilgrims
The
Sleepwalkers
The
Undercover Man
Scorched
Earth
Man-Erg
venerdì 8 agosto 2025
I Beatles l'8 agosto del 1969
Pics by Wazza
Era l'8 agosto 1969 quando i Beatles realizzarono la foto, ormai leggendaria, sulle strisce pedonali di Abbey Road. Dietro l'obbiettivo c'era il fotografo Iain Macmillan, che molto probabilmente non sapeva che quello scatto sarebbe diventato iconico.
I Beatles stavano vivendo una
profonda crisi interna ma era necessario realizzare l'immagine per la copertina
dell'album intitolato appunto "Abbey Road".
Così, McMillan pose la band in fila, sulle strisce pedonali di Abbey Road, proprio davanti agli studi di registrazione dove lavoravano i Beatles. La polizia fermò il traffico e iniziò il servizio fotografico.
La foto scelta fu la quinta. L'album si distinse perché la copertina non riporta né il nome della band, né il titolo. Ma non è l'unica particolarità: quello scatto alimentò anche la leggenda della morte di Paul McCartney. Il motivo? Paul non porta le scarpe (e in Gran Bretagna i defunti si seppelliscono a piedi nudi).
Così, secondo questa teoria, John
Lennon, che apre la fila, sarebbe un sacerdote o un angelo, Ringo un addetto
delle onoranze funebri e George Harrison un becchino.
E non solo: la targa della macchina
parcheggiata a sinistra riporta la scritta LMW 281F, che secondo questa teoria
starebbe a significare Linda McCartney Weeps (Linda McCartney piange) e il
numero 28 sarebbe l'età che al momento aveva McCartney.
“In realtà è una band che marcia
verso la morte”, si leggeva anche tra gli articoli dell’epoca. “Nessuno
guarda più in faccia l’altro, ma solo le spalle di chi lo precede”.
Abbey Road è l’ultimo album in studio inciso dai Beatles; il successivo Let It Be, che fu pubblicato nel maggio del 1970, contiene infatti brani registrati in precedenza ed è in gran parte una registrazione live.
Abbey Road ha una struttura unica, con il lato
B costituito quasi interamente da un lunghissimo medley, in cui si mescolano
tra loro ballate e brani rock and roll. Fra gli altri brani celebri, sul lato A
spicca Come Together di Lennon e Something, forse la più celebre
canzone di George Harrison.
giovedì 7 agosto 2025
È uscito "La vita è..." di Sal Di Martino
È uscito "La vita è..." di Sal Di Martino
Il nuovo singolo di Sal Di
Martino, "La vita è...",
è un brano che colpisce per la sua onestà e profondità, nato da un'idea
apparentemente semplice e spontanea. La storia dietro la sua creazione è un
esempio di come la passione e la collaborazione possano trasformare un
"gioco" in un'opera sentita e matura.
Tutto ha inizio con una melodia, un provino inviato a Sal
dall'amico e collaboratore Luca Di Ionno, tastierista, compositore e produttore
di stanza alle Canarie. Il sound, gli arrangiamenti e l'atmosfera del brano
colpiscono subito Sal, che decide di accettare la sfida di scriverne il testo.
Quello che nasce come un "gioco" si trasforma in un processo creativo
meticoloso: Sal adatta le frasi, le taglia, le modella sulla metrica, dando
vita a un testo che riflette la complessità e la ciclicità della vita.
Il brano si apre con un verso evocativo: "La vita è
una ruota, una giostra che gira, chi chiagne chi fotte e chi ride e chi certe
cose nun se po scurdà..." Un'immagine potente che riassume l'essenza
del pezzo: la vita è un ciclo continuo di emozioni, ingiustizie e gioie, dove
il passato rimane impresso nella memoria.
Musicalmente, "La vita è..." è una composizione
ricca e curata. Oltre al contributo di Luca Di Ionno al piano Rhodes e alla
programmazione, il brano si arricchisce delle sonorità del sassofono tenore di Juan
Martin e della chitarra di Ernesto Cantero Gonzàlez. Questa
combinazione di strumenti crea un'atmosfera avvolgente e sofisticata, che
accompagna perfettamente il testo profondo e riflessivo.
"La vita è..." è un brano che si ascolta
volentieri, non solo per la sua qualità musicale, ma anche per la sincerità che
traspare dalla sua genesi. Sal Di Martino, con il suo rispetto e la sua
passione per la musica, ci regala un pezzo che, pur nascendo quasi per caso, si
rivela un'opera di grande valore artistico e umano.
Crediti del brano:
Musica, arrangiamenti, Piano Rhodes, Programmazione e Campionamento: Luca Di Ionno
Sax Tenore: Juan Martin
Chitarra: Ernesto Cantero Gonzàlez
Voce e testo: Sal Di Martino