domenica 2 febbraio 2014

Maurizio De Paola: quando la musica metal narra di misteri e delitti, diventa "IL LATO OSCURO"


Quando la musica metal narra di misteri e delitti, diventa
 IL LATO OSCURO.

Un viaggio tra le tenebre dell’animo umano e le ombre di interrogativi che ancora cercano una risposta, accompagnati dai testi di SLAYER, JUDAS PRIEST, METALLICA, MEGADETH e molti altri ancora...


Ecco il libro di Maurizio De Paola IL LATO OSCURO che raccoglie tutti gli articoli pubblicati nell’omonima a fortunata rubrica, più due capitoli inediti ed affascinanti.

Un libro che rilegge la musica heavy metal come una sorta di “porta aperta sull’ignoto”, una porta al di là della quale si intravedono cose strane, mondi oscuri,  discussioni non certo quotidiane. Il metal quindi come impersonificazione sonora di un Caronte che accompagna l’autore e il lettore in territori normalmente poco frequentati.
Storie misteriose di serial killer, cospirazioni, mondi nascosti, tesori perduti, strani personaggi e sette segrete è quello che attende chi intraprende il viaggio.


In edicola rivista + libro 

IL LATO OSCURO
Introduzione

L’idea per gli articoli raccolti in questo libro mi venne nel 2007, al Festival della Chitarra Acustica di Sarzana (Acoustic Meeting). In quell'occasione si esibì la cantautrice americana Jackie Perkins, un’artista molto ispirata da Joni Mitchell e Joan Baez, autrice di ballate spesso solo per voce e chitarra. Insomma, quanto di più lontano ci possa essere dalla musica metal e dalla sua cultura.
Tra una canzone e l’altra, raccontò della sua esperienza in Italia, paese in cui vive dal 1995 e in cui ha messo su famiglia. Disse una frase che mi fece capire molto di me stesso e della “mia” musica metal: “Ho capito che i testi delle canzoni in Italia parlano solo di tre cose: lei c’è, lei non c’è più, lei se ne sta andando”.
In quel preciso istante, compresi uno dei motivi più importanti che mi aveva spinto morbosamente ad abbracciare il “credo” dell’heavy metal sin da quando ero adolescente e a non abbandonarlo mai più: non parlava (e non parla) di queste tre cose.
La musica heavy metal spesso  ha dei contenuti – in termini di testi e immagini – che riportano ad argomenti “strani”, si rifanno a storie  controverse, macabre o sono ispirati a vicende misteriose. Una parte del fascino che esercita è proprio dovuto al fatto che è la rappresentazione musicale di suggestioni “alternative”, di personaggi non omologati, di cattivi soggetti e brutti incubi. Insomma è la colonna sonora del nostro lato oscuro, quello che ci fa incuriosire di fonte alle storie di delitti efferati, avvenimenti misteriosi, individui ambigui e orizzonti ignoti, meglio se immersi nelle tenebre.
Secondo lo psichiatra americano Robert Simon (autore del famoso saggio I Buoni Lo Sognano I Cattivi Lo Fanno) questa curiosità ha un positivo valore catartico, ci aiuta a confrontarci con le nostre paure, le nostre debolezze e i nostri demoni interiori esorcizzandoli e utilizzandoli per darci una spinta positiva nella vita di tutti i giorni. Come diceva Walt Disney: “La gente spesso si identifica nel Cattivo più che nel Buono ed è logico. Il vero protagonista di ogni narrazione è proprio il Cattivo. È lui che ‘crea’ la storia rompendo l’equilibrio, è lui che fa le domande sconvenienti. Bisogna dedicare la massima attenzione alla costruzione della sua figura. Il Buono ha solo il compito di rimettere le cose a posto, quindi può essere un idiota qualsiasi”.
L’heavy metal, oltre alla sua energia musicale, mi ha sempre coinvolto per questo suo ruolo di “porta aperta sull’ignoto”, una porta al di là della quale si intravedono cose strane, mondi oscuri,  discussioni non certo quotidiane e non riconducibili alla triade lei c’è, lei non c’è più, lei se ne sta andando
Una volta varcata la porta, la curiosità aumenta a dismisura. Il tale argomento “misterioso”, magari appena accennato nei testi di un brano, diventa una sete bruciante che può essere placata solo cercando di saperne quanto più possibile. Si cercano libri, giornali, riviste, siti, notizie di ogni genere. E quando internet non c‘era ancora, procurarsi informazioni su certi argomenti non era affatto semplice (qualche volta non lo è neanche adesso).
Col passare degli anni ho poi scoperto l’acqua calda, ovvero che questo tipo di suggestione non riguarda solo me, ma anche moltissimi appassionati che proprio nella musica hanno trovato la loro personale “porta” per esplorare mondi di cui altrimenti non ne sarebbero neanche venuti a conoscenza.
Nel 2009, nacque quindi l’idea di dedicare su Rock Hard una rubrica mensile (per l’appunto Il Lato Oscuro – misteri e delitti narrati in musica) in cui, prendendo spunto dal testo di una determinata canzone, si approfondiva la storia che quel brano voleva narrare o suggerire. Ovviamente, la trattazione di ogni singolo argomento – su cui talvolta sono state scritte intere librerie, come per il Tesoro dei Templari o Jack Lo Squartatore –  non poteva di certo essere esaustiva. Ho cercato in questi anni di realizzare un compendio sintetico ma quanto più accurato possibile di vari temi, legati insieme dal loro essere “lato oscuro”, dal mistero che li circonda e dalla profonda suggestione che esercitano sul lettore (a cominciare dal sottoscritto).
Nei quattro anni del primo ciclo della rubrica (2009-2013), le storie proposte si sono addensate in quattro grandi categorie. La prima è quella denominata Premiata Ditta Assassini e riguarda le figura misteriose del passato e del presente che con i loro atti criminali hanno lasciato un’impronta indelebile sull'immaginario collettivo (al punto da diventare soggetti di canzoni).
Non tutti gli assassini però vanno bene. Solo quelli la cui vicenda presentano dei “lati oscuri”, aspetti ancora oggi controversi o inspiegabili, anelli mancanti nella catena della ricostruzione dei fatti o di quella spiegazione che è stato tramandata come vera e indiscutibile. Valga per tutti l’esempio di Gilles de Rais, passato alla storia come Barbablù, un mostruoso e sadico omicida di bambini, su cui però ancora oggi si discute se veramente abbia compiuto i suoi atti abominevoli o si sia inventato tutto in cerca di un martirio purificatore, al culmine di una profonda crisi spirituale e materiale.
La seconda categoria è quella delle Sette Segrete E Strane Famiglie, un argomento che di per sé evoca scenari straordinari (intesi come non-ordinari) che mettono alla prova le nostre convenzioni sociali e mentali. La setta, l’organizzazione segreta, la congregazione chiusa e misteriosa ci spinge a farci domande inquietanti sul “nostro” mondo, spesso descritto come il migliore possibile. Quando una di queste associazioni umane arriva alla ribalta della cronaca per qualche evento delittuoso, la prima domanda che viene quasi “imposta” al pubblico è: “ma come fa la gente ad finire dentro cose del genere?”. Sembra più che altro un tentativo di allontanare da sé l’idea di essere uguali alle persone coinvolte nella setta di turno, una auto-consolazione che prevede il mantra “io non sono di certo come loro, non sono così stupido...” come se l’intelligenza si misurasse dal grado di accettazione della propria condizione esistenziale. Andando un po’ a scavare, si scopre l’incredibile facilità con cui si formano e prosperano sette e associazioni segrete anche di grandi dimensioni e di come ciò che a noi appare lato oscuro sia invece chiarissimo per chi vive il suo mondo all’interno della setta.
La terza parte si intitola Cose Nascoste. Che poi magari tanto nascoste non sono, ma che possono essere ignorate per tutta la vita se qualcuno o qualcosa non ci fa notare la loro esistenza, talvolta accanto a noi. Anche nell’epoca di internet, ci sono argomenti che raramente ottengono la nostra attenzione, a meno che non ci sia un “Cicerone” a farci da guida e a svelarci almeno i caratteri generali della questione. L’heavy metal per me è stato spesso questa guida, l’accompagnatore che mi ha fatto scoprire che esiste l’Autocombustione Umana Spontanea o l’Area 51; e che potrebbero esistere il Necronomicon o le incredibili armi segrete di Nikola Tesla. Nessuno di questi argomenti viene ovviamente discusso tutti in giorni sui giornali o in TV e la percezione che ne ha la maggior parte delle persone è quella di “miti moderni” o “leggende metropolitane”. Non perché riguardino cose false ma semplicemente perché nella nostra civiltà della comunicazione, ciò che non viene comunicato ossessivamente finisce per perdere la sua consistenza reale e si trasferisce nei regni del mito. Sarà vero? Sarà falso? Boh? L’Arca dell'Alleanza? Ma era quella di Noé? Serve a ricaricare la batteria del cellulare?
La quarta e ultima parte  invece è dedicata ai cosiddetti Grandi Calunniati. Sono alcuni personaggi storici che nel tempo hanno subito un lato oscuro loro malgrado, ovvero sono passati alla Storia come responsabili di tremendi delitti o con un alone terribilmente negativo pur non avendo mai commesso ciò che la leggenda gli attribuisce. Secolari campagne diffamatorie hanno fatto arrivare fino a noi l’immagine di un Nerone pazzo incendiario o di un Rasputin monaco folle che distrugge la Russia zarista. O ancora di una Caterina de’ Medici perfida avvelenatrice e mandante di delitti politici e di un Nostradamus infido ciarlatano che ne asseconda gli abominevoli piani segreti. Queste leggende popolari si sono riversate naturalmente anche nella musica, anche nei testi delle canzoni ma, entrando in queste porte, si è scoperto il contrario di quello che si credeva di trovare.
Questo è il viaggio che le pagine di questo libro vogliono modestamente suggerire. Un viaggio in cui la luce è poca e ci sono molti più dubbi che certezze, una serie di porte socchiuse ognuna della quali mostra un lato oscuro che attende di essere rischiarato dalla nostra curiosità.
Buona lettura.

Maurizio De Paola




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