martedì 10 giugno 2014

KAIRO-13


Ho imparato ad aprire gli occhi sott’acqua, a fingere di dormire, a correre veloce, a correre veloce.

Viva Dio, Napoli è viva. Decadente forse, ma viva e decadente non vuol dire morte, ma ancora vita, forse per poco ma comunque vita. 

I KAIRO ci sono da sempre, da molto prima che Fallodischi esistesse, prima ancora del primo concerto. Sono i fratellini piccoli - metaforicamente e letteralmente - di cui ti compiaci vedendoli crescere. Ci sono da sempre, da quando avevano il basso con qualche corda in più, i baffetti prepuberali e i capelli lunghi. Oggi hanno i giusti amplificatori e belle barbe niente male. E spaccano. Spaccano tutto. 



Registrato e mixato da Peppe De Angelis, a Sorrento, al Monopattino Studios, nell’autunno del 2012 e masterizzato da Antonio Ruggiero presso l’Absolute Mastering, 13 è il primo disco, dopo un EP uscito solo per Fallodischi un paio d'anni fa - ma sembrano passati secoli. 
E arrivano all'oggi così, con un primo disco assolutamente a fuoco, alla ricerca di una vita semplice. Il sole, il mare, correre su quello che un tempo assomigliava ad una spiaggia. 
9 pezzi per per 23 minuti di musica, 9 pezzi per tirare fino a tardi la notte o per non dormire proprio. 13 esce il 24 Febbraio per Fallodischi, La Fine e Upwind in cd, 300 copie.
Ci sono voluti quasi 2 anni di lavoro, come quando prendi una grande boccata d'aria prima di tuffarti perché sai che l'acqua sarà gelida e non risalirai subito, ma questi siamo noi, questi sono i nostri tempi, questa è la nostra gente, questo è il massimo che potevamo fare. 

Qua dentro c’è tutto il nostro cuore, le nostre paure: viva il crescere senza invecchiare. 










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