Peter Gabriel - Live at
Unipol Arena - Casalecchio di Reno (BO) - 21/11/2014
di Marco Pessina
Vedere il grande "vecchio" Peter Gabriel oggi, dà ancora le stesse emozioni di un tempo. Si potrebbe
concentrare tutto in questa frase. L'ex frontman dei Genesis, forte di una
carriera solista luminosa che dura da quasi quarant'anni, ha ancora molto da
dire e da dare al vasto pubblico, che anche questa volta lo premia affollando
il palazzetto felsineo in parecchie migliaia di unità. BACK TO FRONT é lo spettacolo che sancisce il venticinquesimo anniversario del
tour di SO. L'artista britannico lo riporta alla luce proprio con i
"vecchi" compagni di viaggio di un tempo: TONY LEVIN, DAVID RHODES, DAVID SANCIOUS e MANU KATCHE', che nei rispettivi ruoli costituiscono di fatto una
super band. E si avvale per l'occasione delle due bravissime svedesi JENNIE ABRAHAMSON e LINNEA OLSON, che considerare semplici
coriste risulta eufemistico. Passate di poco le 21 e con ancora le luci accese,
PETER sale sul palcoscenico e in un discreto italiano presenta lo show
dicendoci che sarà diviso in tre parti, la prima delle quali semi acustica. DADDY LONG LEGS è il pezzo che apre il
concerto quasi in sordina. Con COME TALK
TO ME la band è al completo e subito dopo SHOCK THE MONKEY alza i ritmi, con il pubblico che comincia ad
assecondare con battiti di mani, che si ripeteranno varie volte durante la
serata. GABRIEL va spedito in un concerto che sarà senza soluzione di
continuità fino alla fine. La voce, più roca di un tempo, è forse ancora più
accattivante e sale ancora quanto basta. FAMILY
SNAPSHOT dà sempre un brivido quando la si riascolta. E' inutile
sottolineare gli effetti speciali e i giochi di luce con la band proiettata
sullo sfondo, conosciamo tutti la genialità di PETER, che alterna danze con
RHODES e LEVIN alle tastiere, in un turbinio coinvolgente. DIGGING IN THE DIRT è un
gioco di luci bellissimo. SECRET WORLD
e la bellissima THE FAMILY AND THE FISHING NET contribuiscono ad alzare
ulteriormente di tono un concerto che resterà impresso nella memoria di molti.
In NO SELF CONTROL il vecchio
istrione abbozza passi di danza, anche se il fisico non è più asciutto come un
tempo. Inutile sottolineare l'entusiasmo che scatena la successiva SOLSBURY HILL per poi ritornare a temi
più soft con la successiva WHY DON'T YOU
SHOW YOURSELF. E piano piano ci avviciniamo al momento in cui viene
riproposto SO. Una fantastica cascata
di rosso accompagna RED RAIN, seguita
da SLEDGEHAMMER, che semmai ce ne
fosse bisogno, aumenta l'adrenalina in platea. DON'T GIVE UP, cantata
insieme a JEANNIE ABRAHAMSON, ci
riporta a momenti intimi. Il pezzo si avvalse nella registrazione dell'album,
della voce di KATE BUSH. La giovane svedese regge bene l'urto. THAT VOICE AGAIN e la stupenda MERCY STREET, che GABRIEL canta sdraiato
a terra, regala ancora emozioni. Coinvolgente il tam tam ritmato di BIG TIME.
Seguono nell'ordine: WE DO WHAT WE'RE
TOLD e THIS IS THE PICTURE. Fantastica esecuzione subito dopo di IN YOUR EYES, con il pubblico che canta
il ritornello. La band riceve i meritati applausi finali, ma sappiamo che ci
sarò dell'altro. Un paio di minuti e si riparte con THE TOWER THAT AT PEOPLE. Non si può andare via senza aver
ascoltato la splendida BIKO, che
GABRIEL presenta citando gli studenti messicani assassinati dal potere, ed
esortando i più giovani a ribellarsi contro qualsiasi forma di soprusi e
mancanza di diritti in qualsiasi parte del pianeta. Ovviamente la dedica a STEPHEN
BIKO, eroe del APARTHIED SUDAFRICANO di triste memoria. Ora possiamo andarcene a malincuore vecchio
istrione, ci hai regalato ancora una volta un fantastico concerto. Sono passate
più di due ore e non ce ne siamo quasi accorti. Grazie di tutto vecchio PETER.
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