venerdì 19 dicembre 2014

Antonello Giliberto-"The Mansion of Lost Souls", di Matteo Malvezzi


Antonello Giliberto, una piacevole sorpresa nello scenario metal italiano, una interessante fusione di richiami a vere e proprie icone della chitarra, come sono solito chiamarla io "post Eddie Van Halen" cioè un tipo di esecuzione che predilige un approccio molto tecnico e funambolico allo strumento, senza per questo sacrificare l'aspetto emotivo e il pathos. In "The Mansion of Lost Souls", che nel titolo mi ha subito fatto venire in mente un altro brano metal, cioè The ministry of Lost Souls dei Dream Theater, di pathos ce n'è parecchio. Evidenti quindi i richiami come ho già accennato a mostri sacri dello strumento quali Yngwie Malmsteen, su tutti, sia nelle furiose esecuzioni di brani intricati come Equinox e Rise of the Titans,  che nelle ricerche più intimiste sulla chitarra classica, si vedano per esempio i suggestivi passaggi acustici di Sorrow , in cui il chitarrista siciliano strizza l'occhio anche ad Al di Meola. Inoltre parecchio  Steve Vai e Joe Satriani: il brano Ballade n°3 risente molto della lezione dei due italoamericani, nello specifico nella parte introduttiva il richiamo forte è a  Midnight, il delicato pezzo eseguito con tapping a 2 mani dall'ex maestro di Kirk Hammett; evidente il richiamo all'ex turnista di Frank Zappa nella ricerca melodica della parte consecutiva. Sciorinare richiami ed influenze sarebbe superfluo, da Tony MacAlpine a Vinnie Moore, consiglio invece l'ascolto dell'album in modo da poter giudicare voi stessi la bravura ed il talento di Antonello Giliberto.


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