lunedì 15 dicembre 2014

Sal Di Martino - “Panemusica”, Di Stefano Caviglia



PANEMUSICA” è il primo album di Sal Di Martino; i brani che lo compongono hanno una loro precisa costruzione ed una loro identità, ma manifestano naturalezza, spontaneità e molta anima, tutti aspetti che ci  vengono trasmessi dallo strumento musicale per antonomasia: una bellissima voce.
Non è difficile capire da dove ha origine e come si è formata l’identità musicale di Di Martino: il video di Panemusica è un omaggio ed un ringraziamento a tutti quegli artisti che penso attraversino ancora oggi la mente le emozioni e lo spirito di Sal in un’egosintonia che ha come risultato la musica, le parole, le emozioni che Sal Di Martino ci regala.

L’idea di scrivere un commento, brano dopo brano, mi è venuta all’inizio, quando ho pensato: ascoltiamo i quattro brani e poi come un collage mettiamo insieme le emozioni, i pensieri, i ricordi che hanno in comune, ciò per far sì che non fosse un qualcosa che risultasse disgiunto, a compartimenti stagni.

Panemusica

Ho ascoltato questo brano, che da il titolo all’album, ed emerge con grande evidenza l’amore che questo talentuoso musicista ha per la musica nera.
Il sound, i fraseggi la linea melodica uniti ad un efficace sostegno ritmico determinano un risultato decisamente piacevole.
Nel testo appare più volte la parola “aria”, “nell’aria”.
Credo che l’autore abbia intenzione, con questa semplice parola, ma che assume diversi significati, di mandare un messaggio chiaro, un messaggio di libertà, aria intesa come spazio, ossia la smisurata dimensione del mondo della musica,  all’interno del quale Sal entra in punta di piedi, ma con decisione dovuta alla sua capacità e alla sua sensibilità, parlando onestamente con il linguaggio musicale che più gli è consono.

Quante domande

Non è un esercizio molto difficile trovare  un filo rosso che collega “Panemusica” a “Quante domande
Le unisce una piacevole atmosfera jazz (almeno all’inizio di Panemusica) ad un trascinante sconfinamento, penso del tutto voluto, nel funky ( o funk ) più puro e anche divertente
Se devo essere sincero “ Quante domande “ mi ricorda, anche se in maniera più soffusa,
il sound dei Level 42: slap bass, che fa da contrappunto ad una sapiente chitarra solista; trovo interessante l’inserimento delle percussioni, giuste al punto giusto.
Il tutto ( cerco di essere sintetico) amalgamato dalla bellissima voce di Sal, che nel primo brano si racconta come uomo e come musicista, fantasticando su quello che potrebbe o che vorrebbe essere una pagina musicale ideale; è un brano molto intimo e per questo motivo ci regala la sorpresa di un testo che di intimo ha molto meno in “Quante domande”.
E’ quasi provocatorio, parla della verità o meglio di quelli che credono di sapere come andrà a finire.
Lo fa con una certa nota polemica e provocatoria… chi  ha la verità in tasca? Tu, io che sto scrivendo, Sal o qualcun altro ? ... meglio, molto meglio sospendere il giudizio ed ascoltare ancora una volta questo pezzo !           

Solo nella rap
.
Solo nella rap” mi ha preso subito, non è stato qualcosa di travolgente, ma l’idea di inserire un rap in francese e non nel solito inglese slang americano mi è sembrata simpatica, siamo o no latini?
Atmosfere sempre calde, avvolgenti, voce profonda e grintosa, il testo parla di solitudine, uno degli stati d’animo che di tanto in tanto genera spontaneamente e LIBERAMENTE  pensieri, canzoni, poesie, musiche, dubbi dei perché e cercare il perché dei perché,( cito  l’autore) c’est  trés difficile!
E’ terribilmente difficile descrivere le emozioni che ovviamente  non  appartengono alla sfera logica … ascolto questa canzone e mi piace, mi piace e basta  ... je suis desolè desolè, desolè … ma c’est comme ça..

Una vita piena di colori

La canzone dove il testo e la voce prendono decisamente sopravvento sulla parte squisitamente musicale.
Sono parole semplici, e se l’ascoltatore ha attenzione sufficiente si rende pienamente conto dell’amore per la vita, per le cose straordinariamente semplici, come dialogare con un giovane uomo. Sembrano questi gli aspetti  che muovono  la vita di questo personaggio.
Per una volta, ma forse solo per questa, Sal lascia da parte ricerche ritmiche, sonorità più o meno black, strofe, ritornelli, arrangiamenti, insomma il freddo processo della composizione.
No, qui non c’è nulla o poco di tutto questo, c’è tanto cuore, c’è tanto sincero e libero sentimento.
Credo che Sal voglia trasmettere dolcezza, lievità, coraggio, onestà con se stessi  e molto altro?
C’è una grande anima ! Ma come si traduce anima in inglese?




BIO

Sal Di Martino - Cantante/Chitarrista/Compositore. Cresciuto letteralmente a pane e musica, ultimo di 7 figli, in casa girava qualsiasi genere di musica, autodidatta, a 15 anni inizia a suonare la chitarra, incomincia a comporre musica sua spinto dalla voglia di voler comunicare agli altri le sensazioni che lui stesso provava ascoltando grandi artisti del calibro di James Brown, Miles Davis, Santana, Stevie Wonder e altri grandi , sperimenta tutti i generi musicali possibili, la sua voce nera e roca è uno strumento usato per esprimere tutti i colori possibili, cercando di raccontare tutte le esperienze di vita di strada vissuta. Nei primi anni '90 comincia a suonare blues con vari session man della scena Milanese iniziando cosi a formarsi. A metà degli anni novanta la sua curiosità lo porta a fondare il gruppo afro-reggae MARRABENTA nato dall'incontro del cantante mozambicano Zac Nhassavele, gruppo Afro-Reggae che si ispirava alla danza marrabenta di Maputo capitale del Mozambico, città natale del cantante Zac.
Nel 1996 pubblicarono il cd "Marrabenta" ed. RTI Music: l'album contiene l'hit "Nza Kuranza", sigla dell'anteprima del Disco per l' Estate 1997, presentata da Fiorello e Paola Barale. Nel 1999 pubblicano "Awimba-Munandi" ed. Nuova Carish S.r.l, mentre nel 2001 esce "La canzone del sole versione Afro Reggae ed. New Music, ospiti d'onore a Poggiobustone ad un festival dedicato a Lucio Battisti.
Dopo un viaggio musicale durato nove anni, tanti concerti e collaborazioni celebri, tra cui quella con Tullio De Piscopo, il gruppo si scioglie ufficialmente, con il ritorno di Zac in Mozambico, il 20 dicembre 2002, data in cui tennero il loro ultimo concerto alle "Scimmie" di Milano. Sal continua per la sua strada alla ricerca di nuovi stimoli, si circonda di grandi amici/musicisti è in trasversale da vita al gruppo "MANICOMIO BAND" dove la fa da padrone il Funk, il Blues, il Soul, il Reggae, una band che da il meglio di se nei LIVE. MANICOMIO BAND, Devono il loro nome al tristemente famoso manicomio di Mombello di Limbiate situato alle porte di Milano, perché da ragazzi tre o quattro volte l'anno, nei giorni di festa, andavano a suonare e a far ballare gli ospiti che vivevano nei padiglioni, rallegrandoli con la loro musica a richiesta che spaziava a 360° gradi toccando tutti i generi musicali, dal valzer al rock 'n' roll passando dal tango alle tarantelle e qualche blues che non guastava mai. Nel 2014 insieme al grande amico/musicista Sandro Verde, realizzano a 4 mani il primo album dal titolo " PANEMUSICA " dentro ce tutta la sua vita, tutti i ritmi e generi da lui sperimentati, suonati e amati. Cresciuto con questa convinzione " Se la musica non può cambiare il mondo, la musica può cambiare te ".



                                                                      





Nessun commento:

Posta un commento