giovedì 12 febbraio 2015

Four Tramps -"Tramps & Thieves", di Stefano Caviglia


Four Tramps -Tramps & Thieves
Di Stefano Caviglia

Premessa

Qualche anno fa, circa dieci, leggendo una rivista musicale lessi  una dichiarazione di un tale critico, il quale sosteneva che il rock, così come l’avevamo conosciuto, ascoltato, esaltato fino a quel momento, aveva esaurito la sua “spinta propulsiva”, il suo essere energico, esplosivo, rivoluzionario, la sua capacità di essere compreso o di fare breccia nell’anima di chi lo ascoltava senza alcuna mediazione razionale.
Insomma, il rock che avevamo conosciuto, era alla frutta ed il cameriere stava presentando il conto. Forse quel signore non si era accorto che insieme a molti gruppi storici, che non cito per paura di scordarne qualcuno, erano e sono in piena attività e la loro musica ha influenzato, regalato spunti e ispirazione a tante rock band del presente e, si spera del futuro.

Fine della premessa

Ora mi metto al computer e provo a capire chi sono i Four Tramps.
Beh, mi viene da sorridere ripensando a quel signore… perché? Semplice, i Four Tramps sono un esempio vero, sfacciatamente vero, di una Rock’n’roll  band,  genuina e generosa come la loro terra.
Da cosa lo si capisce? Intanto dal suono, che prende spunti e prende a prestito vari  aspetti di quella galassia che sono le rock band classiche di varie generazioni che hanno, a partire dagli anni 60 /70 fino ad oggi, saputo fondere il rock più puro e autentico alle armonie più nostalgiche e malinconiche del blues; si capisce dalle liriche e dalla bellissima voce di Simone Montruccoli, detto Montru, che sa modulare il timbro dello strumento più  naturale che è la voce, dare più o meno intensità a seconda di ciò che sta interpretando.
Il primo brano, 22 crickett, ha inizio con un riff  di chitarra ben riuscito e tutta la parte musicale si sviluppa intorno ad un’atmosfera che ha molto di blues.
Ma il vero pugno nello stomaco è la storia descritta con parole durissime, che raccontano di una tragica vicenda di un bambino di nove anni, che uccide la propria sorella con il suo primo fucile regalatogli dal padre. Una vicenda terribile dalla quale scaturisce rabbia, disgusto, indignazione, condita a una beffarda e amara immagine dal colore rosa, tipico dell’innocente infanzia di una bimba, picture che stride in maniera insopportabile con quella del fucile, regalato dal padre, strumento di morte, e ironia della sorte di colore rosa.
Il rosa è diventato rosso sangue e la cultura americana - figlia di una storia molto giovane infarcita e condita di pistole, di sanguinose stragi di nativi americani, di duelli, di impiccagioni sommarie, per non parlare della segregazione razziale - ha  fatto una giovane vittima.
Moonshiner in love ha tutte le caratteristiche di una canzone rock “tradizionale” che ha come intro un accenno di batteria del sapiente Osiris Joe e la chitarra con un leggero effetto vibrato di Davide Guzzo, molto bravo. Il brano ha un testo semplice, diretto, come molte canzoni rock: da una parte abbiamo il mooshiner ( personaggio pescato dagli anni trenta, epoca del proibizionismo) e dall’altra una ragazza, sicuramente molto attraente;  le immagini sono molto forti, si parla di coltelli, di morte, di bottiglie di whisky o forse leggendo tra le pieghe, di qualcosa d’altro.
Anche qui c’è un accostamento stridente tra la bellezza e la sensualità di questa ragazza e ciò che il moonshiner è in grado di offrirle. Trasgressione pura, la stessa che emerge nella title track Tramps and Thieves, che descrive in modo molto preciso la vita del vagabondo, trasgressore per antonomasia.
Ci sono due immagini che hanno colpito la mia memoria, una è quella dei “topi”, che sono molto presenti in una vecchia canzone di Edoardo Bennato, La città trema, ed il secondo è  Belgravia Road, dove la leggenda vuole che Pete Townshend abbia scritto una delle più importanti canzoni rock, “ My Generation”, forse, a mio avviso la più importante ed emblematica.
Tremblin Land Blues è una parentesi toccante, inizia con una bellissima  slide guitar che accompagna un’ armonica, tipica del sud degli States, quindi con echi molto americani; racconta di una tragedia, questa volta naturale, che ha colpito una terra ricca e generosa come quella di origine dei quattro Tramps, l’Emilia.
Il brano ci regala un crescendo che non può non colpire; anche in questo caso i Four Tramps giocano con due immagini totalmente in contrasto, ma questo stridere ha finalmente un lieto fine.
Si passa dalla tragedia, dalla morte, dalla perdita di tutto, con il contrappunto di un  viso dolce e speranzoso di una vecchia signora, la vera protagonista di questa storia che dice: “…ce la faremo anche questa volta, non c’è nessun Mr. Jameson - protagonista del prossimo brano - a consolarci, non ne abbiamo bisogno”.
Mr. Jameson, riff veloci di chitarra, ritmo trascinante, e una grande, davvero grande armonica, senza dimenticare la splendida voce di Simone, grande canzone.
Però… c’è un però un rosa con la sua spina.
Mr. Jameson, il protagonista, la sa lunga e sa come fotterti, ti regala qualche momento di oblio, che quando ti abbandona e ti abbandona sempre, ti costringe a  voltarti indietro e ripensare a quell’anziana signora, alla sua forza e alla sua speranza, lunga ben più di 12 anni di invecchiamento.
E’ il contrasto tra questi due brani che mi colpisce, forse esagero, ma è un po’ una metafora della vita che ti mette di fronte ad un bivio, il dover scegliere, prima ipotesi: Mr Jameson  e qualche ora di stordimento e illusorio benessere; seconda ipotesi: la speranza vera dell’anziana signora, il coraggio di lottare con le proprie forze.
Morning spread blues ha una struttura musicale abbastanza semplice, come i vari brani che si susseguono,  molto pieni e accattivanti .
Questo in particolare è sostenuto da un ritmo che definirei “terzinato” tipicamente rock’n’roll  -ma non era morto? -  dove spicca come spesso avviene un’ ottima slide guitar.
Anche in questa canzone, secondo me, prevale un’ atmosfera più americana che british.
Il protagonista è ancora Mr. Jameson, che dopo avere fatto il suo dovere  la sera prima, il giorno dopo ti presenta il conto e ti dice beffardamente che tutto ciò che di brutto c’era prima, non è cambiato, anzi ti obbliga a rituffarti  nel turbinio del quotidiano, sentendoti ancora peggio. Ma la cosa triste è data dal fatto che tutto ciò che non ami e disprezzi della società sembra immutabile.
In Buster Blues compare un chitarra acustica che ci accompagna in una ballata dalle armonie blues che abbiamo imparato a conoscere.
Il testo rappresenta una sorta di fotografia di una situazione che già si è ripetuta altre volte, c’è  fumo, c’è whiskey, c’è musica, ma forse un sottofondo di solitudine.
Tutti i brani sono sempre sostenuti da un’ottima sezione ritmica, attenta e precisa come accade ad ogni band che si rispetti; Elia "Ezzi" Bragli al basso ed Osiris Joe svolgono sempre un grande lavoro, ben oltre il “minimo sindacale” di altri gruppi.
A dispetto della dolcezza della melodia, in Revolution Tonight si leggono a chiare lettere la frustrazione, la disperazione di chi sta vivendo una fase terribile della propria vita, la mancanza di lavoro e quindi un attacco alla propria dignità di persona.
Punta il dito verso l’arroganza di chi sta “in alto”.
Ma attenzione, spesso un’azione può dare luogo ad una reazione uguale e contraria: reazione uguale ribellione, e senza troppi giochi di parole tutto può avvenire di notte quando chi sta “in alto” si gode la sua ricchezza,  nel sonno in una lussuosa camera.
Il lavoro dei Four Tramps si conclude con  due bonus e dei due cito volentieri Summertime Blues, di Eddie Cochran, ripreso da molte band.
La versione alla quale sono maggiormente legato è quella di un travolgente, rumoroso, meraviglioso gruppo inglese chiamato “ THE WHO “.
Bene hanno fatto i nostri quattro amici ad inserirla, la carica e la forza della loro interpretazione è sicuramente da evidenziare.
Four Tramps, carica emotiva, talento, forza, nostalgia, a volte disperazione.
Insomma una viva, vera e originale Rock’n’roll - blues Band.



Formazione
Simone "Montru" Montruccoli: voce, chitarra e armonica
Davide "Guzzo"  Guzzon: chitarra, slide e cori
Elia "Ezzi" Braglia: basso e cori
Osiris Joe: batteria


Trackist:
1. 22 Crickett (My First Rifle)
2.Moonshiner In Love
 3.Tramps & Thieves
4.The Girl Of Abnormal Dreams
 5. Last Day Of Freedom
6.Tremblin’ Land Blues
7. Mr Jameson (Irish Drunken Blues)
 8. Morning Spread Blues
9. Buster Blues
10. Revolution Tonight
11. Me & The Devil #2
 12. Summertime Blues (solo nella versione CD)



Biografia:
Il progetto Four Tramps nasce nel 2011, avendo nel proprio bagaglio diverse anime che attingono dal classic rock americano, dall’esplosivo rock inglese anni ’60 e’70, e dall’onda d’urto “self made” sfacciata del punk. È con la solida anima blues malinconica e sognante e al contempo irriverente che ci poniamo interrogativi sul mondo e l’attualità. Dopo una registrazione demo degli esordi diffusa gratuitamente alle persone presenti ai numerosi concerti sparsi in Emilia e non solo, nel Febbraio 2014 nasce il primo vero album “Tramps & Thieves” registrato al Vox Recording studio di Reggio Emilia e interamente autoprodotto dai Four Tramps in uscita in tutti gli store digitali a fine Gennaio 2015, che sarà pubblicato da New Model Label.

Four Tramps in concerto:
  
7 Marzo 2015 – Telling Stories – Bologna 
15 Marzo 2015 – Lord Nelson – Reggio Emilia (RE) 
26 Marzo 2015 – Barricada Cafè – Casalgrande (RE) 
23 Maggio 2015 - Tonic – Parma (PR)

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