venerdì 20 marzo 2015

6 punti cardine di un progetto musicale


Report a cura di Francesca Flati

Articolo già apparso sul portale Rome by Wild:

Si pensa che per far crescere una band sia sufficiente lo spam su facebook, le visualizzazioni di youtube, essere presente su tutti i palchi e, nella migliore delle ipotesi, allacciare buoni rapporti con gli altri musicisti e gli addetti del settore, in modo da garantirsi scambio date e visibilità. 
Tutto giustissimo, se non fosse che ognuna di queste cose lascia un po’ il tempo che trova… c’è un pubblico di fedelissimi che segue la band? che compra i dischi, cerca informazioni e diffonde il verbo? Ovviamente parlo di appassionati a quella band, di fan reali, non di ragazze, ragazzi, amici per la pelle e familiari.
Perché in realtà il successo di una band si misura proprio dalla capacità della band stessa di attirare su di sé consensi, sempre più numerosi e sempre più entusiasti.
D’altra parte vediamo tutti i giorni come internet si sia riempito di band, tanto da non essere troppo difficile seguire tutto e allora è importante ogni singolo ascolto, ma è ancora più importante che a quell’ascolto ne seguano degli altri e soprattutto seguano delle azioni (acquisto di un CD, di una maglietta, del biglietto di un live etc.).
Questa è la vera sfida di una band e se, come giustamente sostiene Pino Scotto durante la nostra intervista, “magari dietro quella colonna ci sono i nuovi Led Zeppelin e nessuno li scoprirà mai”, è anche vero che ci sono delle possibilità da sfruttare. Ne ho raccolte 6, vediamole insieme.

#1 - Comporre buona musica
E’ chiaro che la tecnica serve ed è anzi necessaria. E’ altrettanto vero però che da sola non basta. Si può imparare quasi tutto e si può avere un gran talento, ma anche di talentuosi ormai è pieno il mondo. Quello che manca è l’impatto emotivo, quel quid indescrivibile che fa scegliere un artista piuttosto che un altro. Non che sia uguale per tutti o che necessariamente faccia preferire il più meritevole, ma a parità di livello è l’unico vero appeal di un musicista, (e di una band). La composizione resta il fulcro fondamentale, la base su cui poggia tutto. 

#2 - Sapersi vendere
In teoria non sarebbe compito della band, i musicisti professionisti infatti si affidano ad altri professionisti del mestiere. Persone che hanno fatto della comunicazione il loro lavoro; manager in grado di prendere contatti, organizzare tour e concerti; fotografi che curano l’immagine stampata della band; etichette discografiche in grado di distribuire musica e così via. E agenzie, (come la stessa Rock by Wild), che si occupano dell’intero pacchetto. Chiaro che tutto questo ha un costo e, quando più si vuole salire, tanto più aumenta il prezzo.  A torto o a ragione, sono quindi in tanti a cercare di fare da soli. L’importante resta comunque il sapere cosa, a chi e come vendere. 

#3 - Conquistare il palco
Una volta ottenute le date live bisogna conquistare il pubblico sotto palco. Coinvolgerlo e farlo diventare parte dello spettacolo. E’ proprio su questo punto che molti si fermano. Saper stare sul palco è quasi una dote innata. Difficile riuscire ad imparare, non impossibile comunque.
Soprattutto in caso di aperture ad artisti importanti. E’ vero che si raggiunge più audience, è anche vero che quelle persone difficilmente saranno interessate alle band di apertura, soprattutto in questo caso, quindi, suonare e farsi conoscere diventa inutile se non si lascia qualcosa al pubblico. Tanto più se si è trattato di un pay to play, dove si andrebbe necessariamente a saldo negativo.
Diventa quindi importantissimo trasportare il pubblico in uno spettacolo inaspettato che riesca ad accendere la voglia di tornare a casa e iniziare a seguire quella band.

#4 - Mantenere alta l’attenzione
Quando una band si è fatta conoscere ha creato delle aspettative. Il gioco sarebbe quello di mantenere i propri fan e conquistarne degli altri. Ovviamente la prova del tempo fa capire chi davvero ha le carte per arrivare e chi no. Bisogna avere costanza, stare al passo con i tempi, capire in che direzione vanno le preferenze, trovare il modo di farle proprie, mantenere l’identità musicale, migliorare tecnicamente e sfornare sempre ottima musica. Come dicevo nel punto #1, non basta saper comporre, bisogna essere artisti. E va bene anche non avere fretta, ma nel mondo in cui viviamo la reattività è tutto e la competizione troppo alta per poterla trascurare. Le parole d’ordine sono: motivazione e determinazione.  Crederci sempre, ma con la capacità di migliorarsi continuamente.

#5 - Avere un buon rapporto con gli altri membri del gruppo
Ci sono sicuramente casi illustri che smentiscono questa affermazione, ma statisticamente parlando l’armonia all’interno del gruppo è un punto cardine. In ogni attività il team deve andare avanti compatto, condividere le strategie, i successi e i fallimenti. Ciò non significa certo annullare le singole personalità o annichilire opinioni contrastanti, a patto che questi non interferiscano con le relazioni esterne e l’immagine del gruppo. Perché i punti deboli di una squadra emergono subito e quando un elemento stona l’attenzione si rivolge altrove, con conseguente danno per tutta la band. E’ quindi compito di tutti riuscire a mediare tra le singole necessità e quelle del gruppo, mettendo ogni risorsa positiva a disposizione della band.

#6 - Essere riconoscenti verso il proprio pubblico
Sembra banale, eppure da quello che vedo/sento, soprattutto quando si parla di band emergenti, si da quasi per scontato il contrario. La band diventa una mantra che tutti devono seguire, a prescindere da quanto ne siano interessati, perché supportare la musica è imprescindibile (a parole). In realtà i primi a dover supportare la musica dovrebbero essere proprio i musicisti. La propria, quella degli altri, le iniziative a tema musicale… tutto quanto ruota intorno al mondo in cui vogliono avere un posto, che non deve mai essere dato per scontato.
Un pubblico poco numeroso può diventare velocemente importante se ben motivato e, quale motivazione migliore dell’avere piccoli e grandi riconoscimenti dalla propria band preferita?
Riconoscenza che può tradursi in amicizia, eventi speciali, free download, concorsi e quant’altro, libero sfogo alla creatività. L’importante è riuscire a restituire al pubblico un po’ di quell’affetto che il pubblico stesso regala agli artisti.


Ho elencato gli elementi che ritengo cruciali, gli osservati speciali, e ho cercato di evidenziarne i possibili intoppi. Cosa ne pensate? C’è tra questi un nodo che ancora non siete riusciti a sciogliere? 


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