mercoledì 29 aprile 2015

CHILDHOOD'S DREAM + PERFECT PAIR live al Club Il Giardino 24/04/2015, di Marco Pessina


CHILDHOOD'S DREAM + PERFECT PAIR live at Club Il Giardino 24/04/2015

Serata cover dedicata alle band locali quella andata in scena Venerdì 24 Aprile al Club Il Giardino. Non siamo in tantissimi ed é un peccato, vista la qualità di quello che si é sentito, ma gli applausi sono scrosciati a lungo e i presenti hanno avuto ragione nell'esserci. Nell'ambito della quarta serata del Prog Festival, per primi si sono esibiti i Childhood's Dream, che per l'occasione hanno eseguito, nel loro set, esclusivamente musica dei Marillion. Nella classica formazione a cinque elementi: Massimo Piubelli (Methodica - Rosenkreutz) alla chitarra, Antonio Zuffolato (tastiere), Franco Zampieri (voce e piano), Lorenzo Manfro (basso) e Alessandro Zardini (batteria) si sono cimentati, con dovizia di particolari, nell'esecuzione pressoché intera del concept Misplaced Childhood del 1985 (dell’era Fish) e nella bella e articolata This Strange Engine dall'album omonimo (dell’era Hogarth).


Applausi finali meritati per il quintetto che ha fatto davvero una bella impressione. Ma la vera chicca della serata erano i Perfect Pair, trio formatosi per caso da musicisti di varie estrazioni con l'intento di rivisitare, é il caso di dirlo, vista la scarsità di strumenti presenti sul palco, il progressive degli anni d'oro. David Cremoni (Mooongarden) alla chitarra, Sbibu (percussioni), musicista raffinato e molto conosciuto che suona scalzo e rannicchiato in terra e Guillermo Gonzales (voce ed effetti), ci hanno portato alla scoperta di un nuovo modo di reinterpretare brani storici superando di gran lunga le aspettative e divertendo, divertendosi, il pubblico in sala. Si sono potuti via via ascoltare brani come Lucky Man degli ELP, una lunga e doverosa parentesi Crimson, con Epitaph, In The Court Of The Crimson King, Starless, Three a Perfect Pair e perfino Red, con evoluzioni stilistiche del duo Cremoni/Sbibu di notevole fattura. Non é mancato un omaggio a i due Steve del pro Mondiale (Howe e Hackett). Un accenno prolungato di Thick As A Brick e Aqualung dei Jethro Tull. Molto bravo anche Gonzales con la sua voce effettata. Per complicarsi la vita, in senso buono, il trio ha pensato bene di cimentarsi in un brano da Free Hand dei Gentle Giant. Dopo un sentito battimani in sala c'é stata la kermesse finale con tutti in scena, improvvisando Us And Them e Wish You Were Here dei Floyd e A Salty Dog degli Harum. Una piacevole serata, ma quando la musica é buona e gli interpreti sono all'altezza é … quasi facile.

Lunghi applausi finali nel locale di Lugagnano, sempre predisposto per situazioni di questo genere.

Nessun commento:

Posta un commento