domenica 6 dicembre 2015

LE CAPRE A SONAGLI: IL FAUNO, di Paolo Rigotto


LE CAPRE A SONAGLI – Il Fauno – (Macramè)
di Paolo Rigotto

Le Capre a Sonagli sono un progetto bergamasco giunto al secondo lavoro; il precedente “Sadicapra” si è guadagnato una nomination al PIMI 2013 e il nuovo lavoro, “Il fauno” è un'opera di indubbio impatto, musicalmente convincente sotto ogni profilo, liricamente folle il giusto in quest'epoca in cui di parole “sensate” se ne sentono fin troppe.
Ma andiamo con ordine.
LCAS (Stefano Gipponi, Matteo Lodetti, Enrico Brugali e Giuseppe Falco) producono musica che si muove a 360 gradi verso e intorno ogni direzione rock e non solo rock, partendo da lezioni di psichedelia e post-punk imparate alla perfezione e sviluppando un discorso multicolore, libero da ogni forma convenzionale eppure talvolta ben saldo a strutture che storicamente appartengono alla forma canzone-rock.
Il lavoro ha preso forma come commento sonoro ad un mediometraggio realizzato dall'illustratore Dulco Mazzoleni, quindi la struttura dell'intero disco è il concept.
La storia è quella del Fauno, essere mitologico il quale racconta di volta in volta fantastiche storie aventi come protagonista un certo Joe Koala. Atmosfere tra il grottesco e l'acido-surreale, in bilico tra lo humor e l'obliqua ironia del folle.
Ma al di là dei contenuti più o meno comprensibili dei testi, quello che veramente colpisce e convince di questo lavoro è l'assoluta varietà sonora, dove l'attualità di un certo linguaggio tra stoner e psichedelia del nuovo millennio si intreccia ad un mondo sonoro in cui l'unica via di uscita (anzi, di entrata) è liberarsi di ogni preconcetto e, contemporaneamente, accettare ciò che ancora non si comprende così come un neonato impara ad accettare il mondo extrauterino nel quale drammaticamente si imbatte.
Nella sua forma estremamente minimale (trenta minuti suddivisi in quattordici brani per lo più brevissimi) contiene così tanta musica da non risultare mai scontato né tantomeno indulgente verso generi o tematiche per così dire “accattivanti”.
Ecco, LCAS non hanno alcun interesse nello stuzzicare l'ascoltatore distratto con qualcosa che lo sobilli ruffianamente , piuttosto il mondo tra lo psichedelico e il mitologico-futuristico che prende forma in questo “Fauno” prevede come condizione minima che il fruitore sia disposto ad un ascolto autentico e libero il più possibile da giudizi formali e soprattutto (Dio ce ne liberi) da giudizi di carattere “commerciale”.
E', precisamente, quello che accade nel cinema. Il film o lo si segue con attenzione dall'inizio alla fine oppure è come non esistesse. Qui vale più o meno lo stesso principio. E' solo mezz'ora di musica, ma di tale cura e complessità (per non parlare della sua 'ironica pesantezza') da meritare quantomeno l'attenzione incondizionata dell'ascoltatore. Sinceramente non saprei trovare artisti di paragone (forse Zappa, forse Mr. Bungle) ed oltretutto non è associare questa band a nomi più “noti” la chiave di lettura giusta per comprenderli.
Si tratta di ottima arte e basta, al di là dei clichè e dei modi, dei manierismi e della tecnica. Le lezioni dei grandi esploratori musicali del passato sono qui condensate in un viaggio che sa davvero di allievi modello impegnati a divertirsi.
D'accordo, non è proprio l'orecchiabilità il suo punto di forza, anche se momenti lirici come “Slow” o la spassosa “Bobby Solo” (vagamente Pattoniana) ci regalano qualcosa di addirittura cantabile.
Ma, a dirla tutta, di una hit radiofonica in questo lavoro non se ne sente affatto il bisogno.
Cum laude.



Crediti
Prodotto da Stefano Gipponi (Le Capre a Sonagli) per la parte artistica e da Francesco Invernici (Omicron studio di Capriolo, BS) per la parte tecnica.
Suonato da Le Capre A Sonagli:
Stefano Gipponi, Matteo Lodetti, Enrico Brugali e Giuseppe Falco.
La voce narrante del Fauno: Bruno Scarpanti
Hanno collaborato alla produzione Francesco Pontiggia, Dulco Mazzoleni (autore dei disegni) e Igor Malvestiti dei Moostroo.
Mastering eseguito da Maurizio Giannotti presso New Mastering



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