venerdì 4 novembre 2016

Il Rumore Bianco – Antropocene


Il Rumore Bianco – Antropocene (2016)
di Evandro Piantelli

Se cercate su Wikipedia la definizione di “Rumore bianco” ne troverete due: il titolo di un romanzo dello scrittore americano Don DeLillo oppure “un particolare tipo di rumore caratterizzato dall'assenza di periodicità nel tempo e da ampiezza costante su tutto lo spettro di frequenze” (in pratica un'idealizzazione teorica, in quanto in natura non esiste un rumore con queste caratteristiche).
Non so a quale concetto si siano ispirati i musicisti Thomas Pessina, Michele Zanotti e Alessandro Danzi quando nel 2012 hanno fondato questa band. So però che la loro fonte di ispirazione musicale è multipla e spazia dal progressive, al jazz, all'elettronica e al rock, approdando a un genere personalissimo che, solo per comodità di catalogazione, definirei post-rock. Ai tre fondatori si sono poi aggiunti Eddy Fiorio, Giacomo Banali e Umberto Sartori a completare la line up della band. Antropocene, pubblicato nel 2016, è il primo lavoro di lunga durata del gruppo, in quanto è stato precedeuto solo dall'EP “Mediocrazia” del 2013.
Il brano di apertura del CD (Il crepuscolo dell'anima) ha un testo di grande attualità (“... grandi democrazie esportano bombe ...”) e ci fa riflettere, se ce ne fosse ancora bisogno, sull'assurdità della guerra. La canzone contiene un bell'intermezzo musicale, per poi riprendere il cantato nella parte finale. Nonostante la serietà del testo il pezzo è piacevole e si ascolta volentieri.
Il brano seguente, Mediocrazia, ha come tema la mediocrità ed è forse il più rock di tutto il lavoro, pur contenendo delle belle parti di tastiera che, a tratti, lo avvicinano al progressive.
Il capitale umano parte subito con una intro di puro jazz-rock, per virare poi su atmosfere crimsoniane. Il testo della canzone è forse il più complesso e “politico” dell'album; gli inserti di sassofono sulla base di tastiere sono molto suggestivi. I cambi di tempo sono frequenti e il brano, dopo qualche ascolto, risulta convincente.
Una dolcissima introduzione di pianoforte apre Tempio pallido, il brano più neo-progressive di tutto il lavoro. Nella canzone, che contiene anche un breve recitato, nessuno strumento vuole primeggiare e si raggiunge un notevole equilibrio sonoro.
La successiva Tephlon (interamente strumentale) ci fa immergere in atmosfere VDGG, senza però scimmiottamenti di sorta. Il sax è presente in tutto il pezzo e nel finale l'organo la fa da padrone, regalandoci grandi emozioni. E' decisamente il brano più vicino alle mie corde e ad ogni ascolto mi piace sempre di più.
Il giudice e il bugiardo è un cupo post-rock, a tratti jazzato, che descrive un processo con la conseguente ricerca (impossibile?) della verità.
Antropocene parte 1 e Antropocene parte 2, è il brano finale del disco. Dopo l'iniziale parte cantata, il pezzo ha uno sviluppo strumentale su cui si innesta un recitato, per terminare con l'organo che domina la scena.

Il giudizio finale sul disco non può che essere decisamente positivo. Il Rumore Bianco, pur non rinnegando i “grandi” del passato, propone un genere molto originale e personale. Il disco è ben suonato e anche le parti vocali sono notevoli. I testi delle canzoni non descrivono animali immaginari o amori non corrisposti, ma sono sempre immersi nel quotidiano e ci fanno riflettere sui mali della nostra società.
Spero che il gruppo prosegua su questa strada e mi piacerebbe vederlo dal vivo per avere -spero- una conferma della bravura dei musicisti e della bella impressione ricevuta.


Biografia
 Il Rumore Bianco è un progetto che nasce nell'estate del 2012, concretizzandosi per volontà di Thomas Pessina, Michele Zanotti e Alessandro Danzi.  Nonostante il rock progressivo costituisca il cuore delle sonorità della band, uno spazio sempre maggiore viene lasciato a jazz, elettronica, ambient, post-rock e sperimentazione sonora. In questo senso, viene a formarsi uno stile personale ed espressivo, etichettabile in un certo senso come "post-progressive rock". Verso la fine del 2013, il sestetto rilascia il suo EP di debutto: Mediocrazia. Nei circa 30 minuti coperti dai 4 brani si gettano le basi per il consolidamento dello stile musicale della band, che si affianca alle tematiche introspettive e sociali toccate dai testi. L'uscita di Mediocrazia, accompagnata da una serie di concerti nel nord Italia, viene accolta positivamente, permettendo a Il Rumore Bianco di affacciarsi, seppur in maniera modesta, sul panorama musicale progressive rock. Nel frattempo, nuovi brani destinati a comporre un nuovo album venivano composti dai membri del gruppo. Nonostante una serie di circostanze impreviste ne abbia imposto un forte rallentamento, il progetto si è infine concretizzato allo scadere del 2016 con la registrazione dell'LP "Antropocene", registrato presso "Sotto Il Mare Recording Studios". La band è ora pronta per presentare live i nuovi brani, caratterizzati da uno stile più maturo e consolidato.




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