SEREN
ROSSO'S ERRANT SHADOW
Errant
Shadow
Ænima Recordings
di Maurizio Mazzarella
Nel
mondo della musica sono tantissimi gli esempi di Opere Rock. Ci sono gli esempi
di Avantasia e di Ayeron che hanno creato qualcosa di straordinario, altri che
invece hanno provato a creare un'alternativa degna di nota, senza però lasciare
alcun segno, perché privo di personalità. Seren Rosso aveva in mente di portare alla luce una
produzione importante, senza badare a chi potesse assomigliare ed è questa la
forza di Errant Shadow, una sorta di Opera Rock che
mette insieme tanti musicisti, come per creare un'orchestra tutta per lui,
supportata da melodie epiche e sinfoniche, capace di abbracciare una
moltitudine di generi che si uniscono per dare vita ad album di grandissima
qualità. Errant Shadow è un disco
unico nel suo genere, molto rock e neoclassico per quanto riguarda le sfumature
metal, dark e gotico nei momenti più oscuri ed immenso nell'interpretazione dei
singoli musicisti coinvolti, tra cui spiccano, oltre allo stesso Seren Rosso,
Mattia Garimanno alla batteria ed Emanuele Bodo alla chitarra. L'universalità
di Erran Shadow, che raccoglie un
concept di matrice epica e medioevale, sorprende anche per la sensibilità con
coi viene eseguito, con un sapore tipicamente cantatoriale. Basta ascoltare
l'estatica From the Abyss To My Earth,
un insieme di voci che si fondono creando un vortice sonoro incantevole.
L'opener The Captain ha un appeal
diretto, colpisce duro, grazie ad un rock roccioso dove le chitarre ricordano i
migliori Rhapsody, The Dark Room a
seguire, esalta l'aspetto melodico del progetto, oltre che la qualità
strumentale e compositiva. In a Cave
differentemente è un componimento spiazzante, a volte crepuscolare, dove
l'intreccio delle tastiere e delle chitarre crea un letto sonoro ammaliante. Errant Shadow dà molto spazio a momenti
poetici dotati di un'atmosfera teatrale alle spalle. E' caso di Such a Lot, dove si passa con grande
facilità da momenti lenti ad altri più dinamici. Il momento più elevato di Erran Shadow è senza dubbio Hiroshima, quella che potremmo
identificare come la vera impronta che traccia il progetto. Un brano colmo di
grandi cavalcate neoclassiche, ispirate ai Rainbow della prima ora, con una
strizzata d'occhio al Malmsteen degli esordi. Crows In The Air prosegue sulla stessa scia, anche se le liriche
diventano più incisive e maligne, con l'aspetto teatrale più marcato. Il cambio
di ritmo è il vero punto di forza del disco, con Broken Dream si ha la
sensazione di come Errant Shadow sia
la colonna sonora ideale per un romanzo, o di una pellicola d'autore. La parte
finale dell'album è dedicata a delle vere e proprie opere d'arte. Delle perle
rare all'interno di un prodotto straordinario. Perché in Errant Shadow persiste anche una traccia di prog rock ed è
riscontrabile in To The Cygnets Commitee (presente anche in versione
acustica come traccia bonus), ovvero oltre sette minuti di musica ispirata ai
Genesis di Peter Gabriel. Dal prog rock, si passa ponderatamente al prog metal
dei Dream Theater con Just In Heaven,
anche se la musicalità si confonde con i Rhapsody della Emerald Saga, senza mai
contaminare la personalità di fondo che funge da filo conduttore in tutto Errant Shadow.
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