domenica 15 settembre 2024

AREA, 15 settembre: usciva "Arbeit Macht Frei"


Non è colpa mia se la tua realtà, mi costringe a fare guerra all' umanità! 
(Demetrio Stratos)


Usciva il 15 settembre 1973 "Arbeit Macht Frei", primo album degli Area.
Il nome dell’album è preso in prestito dalla scritta che campeggiava sui campi di concentramento nazisti, "Il lavoro rende liberi".
Capolavoro assoluto, fusione tra rock progressivo, jazz-rock, elettronica, avanguardia e influenze medio-orientali (!!!).
Un disco dal grande valore storico e culturale, visto l'anno in cui è uscito, musicisti eccezionali, sopra tutti la straordinaria voce di Demetrio Stratos. “Luglio, agosto settembre nero” diverrà il "manifesto" del gruppo.
Oggi sono tutti filo Area-Stratos, ma non erano di facile fruizione, difficili a volte "capirli" dal vivo, e  furono anche fischiati come ricorda lo stesso Demetrio...


"Grazie veramente... grazie perchè... vi spieghiamo anche perchè GRAZIE... perchè sono due giorni che ci fischiano... a Roma, a Milano... abbiamo fatto Roma e Milano... e pensiamo che questa città forse è quella... che musicalmente è più AVANTI... GRAZIE!"
(Demetrio Stratos al pubblico di Vicenza dopo l'esecuzione del brano "Le labbra del tempo" (5.1.1973)

… di tutto un Pop
Wazza



Il movimentato ‘68 era passato da poco quando si stagliavano allorizzonte gli Anni di Piombo e nel pieno di quel periodo di incredibile fervore, non solo politico, ma anche musicale e artistico, nel 1973 venne alla luce uno dei più grandi capolavori che la musica italiana abbia prodotto: “Arbeit Macht Frei”, album desordio degli Area che, nati solo un anno prima con la formazione che li consacrerà, si apprestavano a diventare uno dei gruppi più significativi del periodo.
In piena corrente
 progressive, ma spaziando in più generi davanguardia, gli Area proposero un sound personale ed elaborato, mai banale e ripetitivo, rifuggendo il concetto di canzone come siamo abituati a concepirla, essenzialmente mettendo nei propri brani la musica come elemento centrale. Inoltre li distingueva la forte matrice politico-sociale presente nei testi, il loro costante tentativo di creare una rivoluzione che prendesse forma inizialmente in ambito culturale, inseguendo il sogno di un mondo nuovo tanto presente nelle menti di quei ragazzi che manifestavano giorno dopo giorno nelle piazze.
Prima ancora di uscire sugli scaffali, il disco fece scalpore per via della copertina su cui campeggiava unopera di Edoardo Sivelli rappresentante delle statuine incatenate con una chiave in mano, immagine di forte allusione politica a cui si aggiunse, oltre al titolo, la provocazione di collocare nel disco una pistola di cartone.

Il progetto si apre con “Luglio, agosto, settembre (nero)”, brano tra i più celebri del gruppo, che si scaglia contro la borghesia benpensante e falsa, figlia di un tempo intento a distruggere le singolarità in favore di una totale omologazione. Un testo in arabo schiude il brano, costituendo un incipit storico, a cui fa seguito la voce inconfondibile di Demetrio Stratos che danza su un sound spaziante dal prog alle canzoni popolari gitane. Ad impreziosire il brano già si aggiunge una sezione ispirata al free-jazz, con il sax di Busnello a fare da padrone sui continui cambi ritmici.

Il secondo brano, title track dell’album, lo apre un ispirato Giulio Capiozzo, batterista del gruppo, con poliritmie ricercate sempre più vicine al jazz che indicano la strada alla melodia principale, seguita nella seconda strofa da un riff di basso e chitarra degno di nota. La voce di Stratos si muove qui da potente a sinuosa
raggiungendo livelli eccezionali su di un brano in continua evoluzione arrestata solo dalla sua conclusione.

“Consapevolezza” è l
emblema della fusione tra progressive e jazz-rock tanto ricercata dal gruppo, con un sound molto vicino agli anni ‘60 a fare da sfondo in un testo che incita sempre più chiaramente alla ribellione contro il sistema. Anche qui è chiara la fusione tra Occidente ed Oriente, soprattutto nellarpeggio crescente su cui si incastrano le improvvisazioni di Fariselli.
Il Lato B dellalbum è affidato al capolavoro “Le labbra del Tempo”, una melodia vocale accompagnata dal sax tiene le fila del brano nella prima parte, a cui si aggiunge una sezione ritmica che riesce a far convivere limprovvisazione di tutti gli strumenti in un continuo crescendo che, senza perdere coesione, ha il suo apice nellimperioso “IO HO” di Stratos, per poi viaggiare senza più freni in una conclusione da brividi.

250 Chilometri da Smirne”è senza dubbio il pezzo più tradizionale del progetto, ma non per questo inferiore agli altri brani in esso contenuti. Un pezzo interamente strumentale in cui, su una rete dal sound free-jazz, gli strumenti si alternano in singoli soli.

Chiude lalbum L’abbattimento dello Zeppelin”, brano di pura sperimentazione in cui Stratos dà degna prova di sè, con un canto a tratti nervoso e sincopato, su continue fughe  strumentali.



Tracce:
Lato A
Luglio, agosto, settembre (nero)
 4:27
Arbeit Macht Frei
 7:56
Consapevolezza
 6:06

Lato B
Le labbra del tempo
 6:00
240 chilometri da Smirne
 5:10
L
abbattimento dello Zeppelin  6:4

Formazione:
Demetrio Stratos - voce, organo Hammond, steel drum
Victor Edouard Busnello -
 sassofono, clarinetto basso
Giulio Capiozzo -
 batteria, percussioni
Yan Patrick Erard Djivas -
 basso elettrico, contrabbasso
Patrizio Fariselli -
 pianoforte, piano elettrico
Paolo Tofani -
 chitarra elettrica, EMS VCS3, flauto

articolo Ciao 2001 "agosto 1973"
1973"


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