JUNE 1974 - Earth Is Not Place For Lovers
Di Andrea Zappaterra
Dietro June 1974
si cela una one-man band, fondata da Federico
Romano, polistrumentista, che dal 2009 si è affacciato sul mercato
discografico. Da allora, la produzione dell’autore è stata praticamente
sterminata: basti pensare che sono disponibili oltre duecentocinquanta canzoni
da lui composte, nelle quali nel corso del tempo si è cimentato su generi
totalmente disparati, dalla musica neoclassica all’elettronica e alla dance.
L’approccio di questo Earth Is Not Place For Lovers non è di
immediata classificazione, anche perché i brani trattati con estenuante
ripetitività non offrono spunti lirici, ne sofisticate suite prog, ne ruggenti rock
sui quali imbastire un discorso confacente a tale espressività, ma si ha l’impressione
di ascoltare vari intermezzi musicali un pò edulcorati, slegati da un tema
centrale che seguono strade diverse senza dare corpo e sostanza ma con la
leggerezza di una musicalità ambient-elettronica
molto rilassante sulla quale non soffermarsi, di facile degustazione e
assimilazione.
I
brani
Wherever è un
sorridente prologo seguito da School Days,
evocanti sintetiche espressività elettroniche, interposte da pregevole
utilizzo di archi; Versailles è un ritmato dialogo tra pianoforte e archi con percussioni rullanti, Era una dolce ballata condita con
riverberi elettronici, The Tale Of Forsaken Ghost melodica suite
eseguita al pianoforte con un crescendo di chitarre e percussioni e con uno
splendido intermezzo di arpa sintetizzata, Ayurveda
un magistrale utilizzo di sonorità elettroniche, No More Human Race un altalenante arpeggio di chitarra classica ed
elettrica, Black Mirror un
velocissimo solfeggio accelerato culminante in classicissimo accordo di
chitarra classica, You're My Shining
Grief forse il brano più rock
dell’album, Nulla è Verità una
bellissima melodica suite eterea, Avantgarde
veloce galoppata sintetica e infine Via
conclusione che riprende un po l‘anima rock precedentemente accennata.
Nel complesso un album che rivela
una marcata sensibilità creativa, forse non così evidente ad un superficiale
ascolto, ma gli spunti sono numerosi e ben definiti, forse andrebbero
approfonditi meglio, magari con minor proliferazione, ma con maggior dettaglio,
comunque un lavoro che lascia piacevolmente soddisfatti, elegante e raffinato
nella scelta della strumentazione e della tecnica.
Tracklist
1.Wherever 04:00
2.School Days 04:20
3.Versailles 04:37
4.Era 02:40
5.The Tale Of Forsaken Ghost 04:33
6.Ayurveda 02:48
7.No More Human Race 04:07
8.Black Mirror 03:22
9.You're My Shining Grief 03:10
10.Nulla
è Verità 03:33
11.Avantgarde
03:14
12.Via
04:20
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