domenica 14 luglio 2019

JUNE 1974 - "Earth Is Not Place For Lovers", di Andrea Zappaterra

JUNE 1974 - Earth Is Not Place For Lovers
Di Andrea Zappaterra

Dietro June 1974 si cela una one-man band, fondata da Federico Romano, polistrumentista, che dal 2009 si è affacciato sul mercato discografico. Da allora, la produzione dell’autore è stata praticamente sterminata: basti pensare che sono disponibili oltre duecentocinquanta canzoni da lui composte, nelle quali nel corso del tempo si è cimentato su generi totalmente disparati, dalla musica neoclassica all’elettronica e alla dance.

L’approccio di questo Earth Is Not Place For Lovers non è di immediata classificazione, anche perché i brani trattati con estenuante ripetitività non offrono spunti lirici, ne sofisticate suite prog, ne ruggenti rock sui quali imbastire un discorso confacente a tale espressività, ma si ha l’impressione di ascoltare vari intermezzi musicali un pò edulcorati, slegati da un tema centrale che seguono strade diverse senza dare corpo e sostanza ma con la leggerezza di una musicalità ambient-elettronica molto rilassante sulla quale non soffermarsi, di facile degustazione e assimilazione.

I brani

Wherever è un sorridente prologo seguito da School Days, evocanti sintetiche espressività elettroniche, interposte da pregevole utilizzo di archi; Versailles è un ritmato dialogo tra pianoforte e archi con percussioni rullanti, Era una dolce ballata condita con riverberi elettronici, The Tale Of Forsaken Ghost melodica suite eseguita al pianoforte con un crescendo di chitarre e percussioni e con uno splendido intermezzo di arpa sintetizzata, Ayurveda un magistrale utilizzo di sonorità elettroniche, No More Human Race un altalenante arpeggio di chitarra classica ed elettrica, Black Mirror un velocissimo solfeggio accelerato culminante in classicissimo accordo di chitarra classica, You're My Shining Grief  forse il brano più rock dell’album, Nulla è Verità una bellissima melodica suite eterea, Avantgarde veloce galoppata sintetica e infine Via conclusione che riprende un po l‘anima rock precedentemente accennata.

Nel complesso un album che rivela una marcata sensibilità creativa, forse non così evidente ad un superficiale ascolto, ma gli spunti sono numerosi e ben definiti, forse andrebbero approfonditi meglio, magari con minor proliferazione, ma con maggior dettaglio, comunque un lavoro che lascia piacevolmente soddisfatti, elegante e raffinato nella scelta della strumentazione e della tecnica.


Tracklist

1.Wherever                                      04:00
2.School Days                                   04:20
3.Versailles                                       04:37
4.Era                                                  02:40
5.The Tale Of Forsaken Ghost       04:33
6.Ayurveda                                       02:48
7.No More Human Race                 04:07
8.Black Mirror                                  03:22
9.You're My Shining Grief              03:10
10.Nulla è Verità                              03:33
11.Avantgarde                                 03:14
12.Via                                                04:20

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