domenica 22 settembre 2019

Giorgio “Fico” Piazza: ODE ALLA MUSICA


Giorgio “Fico” Piazza-Autumn Shades

Dalle pagine di MAT2020 (blog di Athos) è stato presentato l’album appena rilasciato di Giorgio “Fico” Piazza, “Autumn Shades”.

Questo il commento:


Diamo valore aggiunto a quell’articolo presentando il pensiero dello stesso Piazza, che introduce l’argomento partendo dalla sua…

ODE ALLA MUSICA

Ode alla musica che come ponte che si staglia severo attraverso l’autunno del tuo cammino, ti concede un’altra possibilità di trasformare - con l’incontro delle sue note - le foglie che simili a ombre autunnali tornano a risplendere di infinite, scintillanti, gocce di rugiada verso una radiosa, prorompente nuova primavera.


Che ragione c’è per fare un album che ripropone i brani dei due primi album di un gruppo storico di cui ho fatto parte, incisi quasi 50 anni fa?
Perché il lavoro fatto con i ragazzi della mia attuale band col progetto “Per Fare Musica”, come ho già spiegato nella presentazione del nostro concerto al Prog Sud 2018, serve ad insegnare a loro “come funziona” un gruppo.
Io sono il passato che però è necessario per costruire il futuro.
Il tramite è la mia musica, che serve a trasmettere ai ragazzi “i sentimenti”: come molti giovani musicisti, loro hanno tanta tecnica ma hanno imparato ad usarla solo per esprimere l’abilità che hanno nelle mani, non quello che provano mentre suonano.
È un discorso un po’ complicato ma cercherò di spiegarlo al meglio.


È come in un’orchestra: il direttore, quando dirige, non si limita a dare il tempo ma “spiega”, trasmette agli orchestrali la sua interpretazione, infatti lo stesso brano cambia da un direttore all’altro, così come cambiano le emozioni percepite e provate da chi ascolta… se c’è solo la tecnica, che permette di leggere uno spartito e tradurre le note scritte in suoni, le emozioni non ci sono, non si trasmette niente, potrebbe farlo anche un computer.
Questo voglio passare ai ragazzi, è il motivo per cui ho fatto il disco: se ascoltandolo si provano emozioni ho centrato l’obiettivo, e per la stessa ragione è stato registrato dal vivo, col pubblico in sala d’incisione.


L’autunno citato nella frase riportata nella pochette rappresenta me, che sono portatore di tutti gli eventi e le esperienze accumulate nel mio percorso, e che passerò ai ragazzi, che sono giovani: loro sono la primavera, ma le mie foglie possono ancora scintillare mentre faccio loro da guida, da direttore d’orchestra.
Si ritrova lo stesso concetto nell’artwork della copertina (“Cuspidi”, di Lino Budano): la lumaca che si porta la sua inseparabile casa sulle spalle - la musica e ciò che per me rappresenta - in una luce crepuscolare, nel suo cammino. Ma al suo passaggio la lumaca lascia una traccia e dovunque si fermi ha con sé ciò che ha costruito e che è il suo rifugio. Alla fine, quel guscio resterà, qualcuno lo raccoglierà o diventerà materia per qualcos’altro, ma non scomparirà.

Il disco non è nato dall’idea di fare un’esecuzione filologica di quei brani, tecnicamente uguale all’originale, tanto per poter dire “Anch’io ho fatto un disco”: non avrebbe nessun senso, chi ascolterebbe un album del genere quando ci sono gli originali della Pfm? Mi interessava scatenare emozioni e insegnare ai miei ragazzi come si fa a scatenarle: la musica diventa lo strumento che mi permette di trasmettere loro questo insegnamento e per farlo devo per forza di cose usare la musica che conosco meglio, che ho visto nascere, la mia: mi serve per far capire loro cosa provo io mentre la suono e per capire cosa essi provino, in questo modo la musica diventa un linguaggio. Per questa ragione sono così esigente quando li “dirigo”.


Questo è il mio impegno nei confronti della musica, che nasce dal bisogno di suscitare emozioni a chi mi ascolta. Spero di esserci riuscito.

Giorgio “Fico” Piazza

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