Giorgio “Fico” Piazza-Autumn Shades
Dalle pagine di MAT2020
(blog di Athos) è stato presentato l’album appena rilasciato di Giorgio “Fico”
Piazza, “Autumn Shades”.
Questo il commento:
Diamo valore aggiunto
a quell’articolo presentando il pensiero dello stesso Piazza, che introduce l’argomento
partendo dalla sua…
ODE ALLA
MUSICA
Ode alla
musica che come ponte che si staglia severo attraverso l’autunno del tuo
cammino, ti concede un’altra possibilità di trasformare - con l’incontro delle
sue note - le foglie che simili a ombre autunnali tornano a risplendere di
infinite, scintillanti, gocce di rugiada verso una radiosa, prorompente nuova
primavera.
Che ragione c’è per
fare un album che ripropone i brani dei due primi album di un gruppo storico di
cui ho fatto parte, incisi quasi 50 anni fa?
Perché il lavoro fatto
con i ragazzi della mia attuale band col progetto “Per Fare Musica”,
come ho già spiegato nella presentazione del nostro concerto al Prog Sud 2018,
serve ad insegnare a loro “come funziona” un gruppo.
Io sono il passato che
però è necessario per costruire il futuro.
Il tramite è la mia
musica, che serve a trasmettere ai ragazzi “i sentimenti”: come molti giovani
musicisti, loro hanno tanta tecnica ma hanno imparato ad usarla solo per
esprimere l’abilità che hanno nelle mani, non quello che provano mentre
suonano.
È un discorso un po’
complicato ma cercherò di spiegarlo al meglio.
È come in
un’orchestra: il direttore, quando dirige, non si limita a dare il tempo ma
“spiega”, trasmette agli orchestrali la sua interpretazione, infatti lo stesso
brano cambia da un direttore all’altro, così come cambiano le emozioni
percepite e provate da chi ascolta… se c’è solo la tecnica, che permette di
leggere uno spartito e tradurre le note scritte in suoni, le emozioni non ci
sono, non si trasmette niente, potrebbe farlo anche un computer.
Questo voglio passare
ai ragazzi, è il motivo per cui ho fatto il disco: se ascoltandolo si provano
emozioni ho centrato l’obiettivo, e per la stessa ragione è stato registrato
dal vivo, col pubblico in sala d’incisione.
L’autunno citato nella
frase riportata nella pochette rappresenta me, che sono portatore di tutti gli
eventi e le esperienze accumulate nel mio percorso, e che passerò ai ragazzi,
che sono giovani: loro sono la primavera, ma le mie foglie possono ancora
scintillare mentre faccio loro da guida, da direttore d’orchestra.
Si ritrova lo stesso
concetto nell’artwork della copertina (“Cuspidi”, di Lino Budano): la lumaca
che si porta la sua inseparabile casa sulle spalle - la musica e ciò che per me
rappresenta - in una luce crepuscolare, nel suo cammino. Ma al suo passaggio la
lumaca lascia una traccia e dovunque si fermi ha con sé ciò che ha costruito e
che è il suo rifugio. Alla fine, quel guscio resterà, qualcuno lo raccoglierà o
diventerà materia per qualcos’altro, ma non scomparirà.
Il disco non è nato
dall’idea di fare un’esecuzione filologica di quei brani, tecnicamente uguale
all’originale, tanto per poter dire “Anch’io ho fatto un disco”: non
avrebbe nessun senso, chi ascolterebbe un album del genere quando ci sono gli
originali della Pfm? Mi interessava scatenare emozioni e insegnare ai miei
ragazzi come si fa a scatenarle: la musica diventa lo strumento che mi permette
di trasmettere loro questo insegnamento e per farlo devo per forza di cose
usare la musica che conosco meglio, che ho visto nascere, la mia: mi serve per
far capire loro cosa provo io mentre la suono e per capire cosa essi provino,
in questo modo la musica diventa un linguaggio. Per questa ragione sono così
esigente quando li “dirigo”.
Questo è il mio
impegno nei confronti della musica, che nasce dal bisogno di suscitare emozioni
a chi mi ascolta. Spero di esserci riuscito.
Giorgio “Fico” Piazza
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