Veniva rilasciato nella tarda primavera del 1977 "Jet Lag", della Premiata Forneria Marconi.
Di ritorno
dall'avventura americana, con l'abbandono di Mauro Pagani e l'arrivo del "punk-rock",
la PFM pubblica uno degli ultimi veri dischi prog di fine anni '70.
Influenze fusion e
jazz rock, anche grazie al contributo del violinista Greg Bloch.
Franz Di Cioccio
racconta sul suo libro, "Due volte nella vita", l'incontro con il
violinista americano:
"Un giorno Bloch bussa alla casa dove i musicisti della PFM si erano stabiliti durante una delle loro tournèe in America. Si presenta col suo violino e dice che vorrebbe suonare con loro. Gli rispondono che loro non sono alla ricerca di un nuovo violinista, dopo la defezione di Pagani. Lui di rimando risponde che era lì non per entrare nel gruppo, ma, avendoli ascoltati in concerto e rimasto colpito dalla loro bravura, aveva desiderio di suonare un po’ di musica con loro. Siccome per la PFM non era serata di concerto ma il gruppo stava provando, lui stesso si “autoinvita” a rimanere. Testualmente racconta Franz: “Acchiappò il suo strumento e sprigionò una musicalità splendida e travolgente, perché col violino era veramente un mago. Suonò con noi anche la sera dopo e in capo a tre giorni era entrato nella PFM”.
"Un giorno Bloch bussa alla casa dove i musicisti della PFM si erano stabiliti durante una delle loro tournèe in America. Si presenta col suo violino e dice che vorrebbe suonare con loro. Gli rispondono che loro non sono alla ricerca di un nuovo violinista, dopo la defezione di Pagani. Lui di rimando risponde che era lì non per entrare nel gruppo, ma, avendoli ascoltati in concerto e rimasto colpito dalla loro bravura, aveva desiderio di suonare un po’ di musica con loro. Siccome per la PFM non era serata di concerto ma il gruppo stava provando, lui stesso si “autoinvita” a rimanere. Testualmente racconta Franz: “Acchiappò il suo strumento e sprigionò una musicalità splendida e travolgente, perché col violino era veramente un mago. Suonò con noi anche la sera dopo e in capo a tre giorni era entrato nella PFM”.
I testi furono scritti
in collaborazione con Marva Jan Marrow (quelli in inglese), all'epoca compagna
del bassista Patrick Djivas. Per la cronaca Greg Bloch morì pochi anni dopo per
un male incurabile...
Un disco da riscoprire
(per chi non lo conosce), libero da schemi come l'aereo di carta che vola nel
cielo azzurro della copertina.
Di tutto un Pop…
Wazza
Dopo aver reclutato
Greg Bloch, il violinista di Mark Almond e It's A Beautiful Day, la band parte
per la California, dove registra Jet Lag e intraprende la quarta e ultima
tournée americana. In questo periodo la Pfm entra in contatto con personaggi
come Frank Zappa, Jaco Pastorius, Billy Chobam, Lenny White e molti altri
esponenti del giro rock-jazz della West Coast. “Jet Lag” è l'ultimo album
progressive della band, anche se è assai evidente l'influenza jazz-fusion. Una
combinazione che sembra per un attimo rianimare il sound della band, come
testimoniano l'efficace interplay di piano elettrico e violino nella lunga
title track (9'13'') e la ritrovata verve dello strumentale "Left Handed
Theory".
I tempi, tuttavia, non sono favorevoli: la prima stagione del
prog sta per esalare l'ultimo respiro, il fenomeno punk è alle porte e il
mercato discografico è dominato dai ritmi della dance. Tuttavia, la critica
premia il coraggio di un progetto originale, finalizzato a una inedita
contaminazione tra le essenze mediterranee e il linguaggio rock-jazz di matrice
West Coast. E la cover di Jet Lag trova posto nel libro "The illustrate
history of the Rock Album Covers", che raccoglie le più belle copertine
del mondo. Con “Jet Lag” nasce anche l'etichetta della Pfm, la Zoo Records, che
si propone di fungere da laboratorio e punto di incontro per le nuove correnti
musicali italiane.
Formazione
Franco Mussida -
chitarra
Patrick Djivas - basso
fretless, moog
Bernardo Lanzetti -
voce, percussioni
Flavio Premoli -
tastiere, organo, moog
Gregory Bloch -
violino
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