INTERVISTA
A MASSIMO BRUNO
di Record Runners (Varese)
Di Luca
Paoli
Quando e come è
nata la tua passione per la musica?
Fin da piccolo. A
casa mia si ascoltava sempre musica. Mio padre la domenica mattina si metteva
ai fornelli per cucinare il pranzo della domenica ed era sua abitudine
ascoltare Duke Ellington, Billie Holiday, Ella Fitzgerald e Glenn Miller. Io mi
svegliavo con i profumi degli arrosti al rosmarino e con quelle dolci note
nell’aria; da ragazzo ascoltavo alla radio Carlo Massarini e Raffaele Cascone (trasmissioni
come Popoff e Per voi Giovani).
Quando hai deciso
di aprire un negozio di dischi?
Ho lavorato più di
20 anni come dipendente in un grosso negozio di dischi. Poi ho mollato per
stanchezza e sono partito per circa due anni per navigare come marinaio e
skipper su barche a vela fra Mediterraneo, Atlantico e Caraibi. Logorante...
Da quanto tempo hai aperto il tuo negozio?
Quando sono tornato
ho dato vita al mio negozio: qui in città non c’è il mare… Era il 2001 quindi
19 anni fa.
Come hai deciso di
strutturarlo, nel tempo?
Nell’arco degli
ultimi 20 anni di attività ho cercato di non cedere alla musica commerciale
pagandone le conseguenze in termini di fatturato, ma sono contento di averlo
fatto, ho tenuto duro e ora il mio negozio è uno dei pochi specializzati della
provincia, ma potrei tranquillamente e serenamente allargare i confini geografici.
Che tipo di
clientela hai, e quali generi musicali ti richiede maggiormente?
Ho sempre creduto
nel vinile e credo di essere stato l’unico in città quando i concorrenti
andavano in senso opposto. Questo mi ha permesso di crearmi uno spazio ed un po’
di notorietà, prima presso clientela over 40, ma da qualche anno anche presso
molti giovani a partire dai 16/17 anni. Vendo dal rock tradizionale al grunge
al punk al metal, ma anche blues, colonne sonore, ambient ed elettronica,
quella vera, non quella che viene spacciata per tale ed è invece solo musica da
ballare in discoteca con l’aiuto di qualche, “ pillolina”.
Come valuti la
situazione attuale dei negozi di dischi a Varese?
Triste, molto
triste. Oltre il mio, ne conosci altri di pari livello?
Come valuti la
situazione attuale del tuo negozio?
È come se tutte le
mattine dovessi alzarmi dal letto per andare a correre una maratona o una corsa
ad ostacoli nella speranza di vincerla. Qualche volta succede, altre volte no.
Ma si arriva alla fine sempre e comunque esausti.
Quali sono le
maggiori difficoltà, oggi, nel gestire questo tipo di esercizio?
Quante pagine ho
per descriverlo?
Come ti relazioni,
da negoziante, con la musica “liquida” e con gli acquisti su internet?
Per motivi di
lavoro ne faccio saltuariamente uso. Qualche cliente prima di acquistare un
disco mi chiede cosa ne penso ed è in quel momento che utilizzo internet per
farglielo ascoltare, viceversa, dovrei ogni volta sconfezionare un disco
sigillato. A parte questo motivo penso tutto il peggio possibile. Ma internet
ha alcuni lati positivi, è una terrazza sul mondo intero, e c’è sempre qualcuno
che guarda in su e magari si accorge che esisto, e così diventa mio cliente
anche se è nel Sud Corea, in California, in Germania, Norvegia etc… Mi è
capitato di spedire dei vinili a altre cose particolari in Cile, Australia,
Brasile. Questo è anche Internet. La
“grande distribuzione on line” (leggi Amazon) e la musica liquida, invece, in
genere sono le principali cause della morte dei negozi di dischi. E non solo
quelli.
Che tipo di
formazione musicale hai avuto?
A parte la famiglia
e l’ascolto radiofonico di cui ho parlato sopra, sono stati determinanti giornali
musicali come Gong, Muzak, Ciao 2001, fonti fondamentali di conoscenza. Poi il
relazionarmi ed il confrontarmi con altri appassionati è stato altrettanto
importante. Sono poi stato fra i primi collaboratori di Radio Varese, dove
iniziai a trasmettere con un mio programma musicale nell’aprile del 1976 ed ho
continuato fino al 1989. Un’esperienza incredibile per la mia crescita
musicale. Ho avuto anche una breve esperienza come musicista ma la band si
sciolse prima di diventare famosa!
Quali sono i generi
musicali che ti appassionano maggiormente?
Prevalentemente
rock americano, songwriters e blues, ma anche molto Jazz.
Come valuti, nel
momento attuale ed in prospettiva, la tua attività?
Poco redditizia e
mentalmente e fisicamente faticosa per via di cose che con la musica c’entrano
poco o niente. Alzarsi al mattino alle quattro, andare a caricare il furgoncino
di dischi per arrivare a Verona, Torino o Parma e stare dodici ore in piedi
davanti ad un pubblico quasi sempre dal braccio molto corto, e poi rifare tutto
all’inverso per rientrare la sera a mezzanotte, letteralmente a pezzi... alla
mia età ormai non è per niente divertente. Infatti, ho quasi smesso, dato anche
gli scarsi risultati economici. E poi burocrazia, tasse, e tutto quel che ci va
appresso, ma comunque sempre meglio che lavorare in miniera…
RECORD RUNNERS
Di Massimo Bruno
Via Albuzzi 8-21100
Varese- tel. 0332 234550
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