mercoledì 10 luglio 2024

Keith Emerson: accadeva il 10 luglio del 1968


Era il 10 luglio 1968 quando un giovanissimo Keith Emerson diede fuoco alla bandiera americana durante un concerto dei Nice, alla Royal Albert Hall di Londra.

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The Nice 1968

Keith Emerson e la bandiera americana

Il 10 luglio 1968, nel corso di un loro partecipatissimo concerto alla Royal Albert Hall di Londra, i Nice bruciano e calpestano la bandiera statunitense. Il gesto avviene durante l'esecuzione di una versione molto “psichedelica” di “America”, il brano di Leonard Bernstein tratto dal musical "West Side Story".


La band, che in quel periodo è composta dal bassista Keith “Lee” Jackson, proveniente dai T. Bones come il tastierista Keith Emerson, dal chitarrista Dave O'List, già con gli Attack e dal batterista Brian "Blinky" Davison ex Mark Leeman Five, è solita eseguire il pezzo di Bernstein insieme a una serie di evoluzioni improvvisative (che comprendono anche frammenti della Sinfonia "Dal Nuovo Mondo" di Antonín Dvořák) intitolate “Second Amendment”, con riferimento al secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti che sancisce il diritto di ogni cittadino a possedere armi.


In quel 10 luglio alla dissacrazione musicale viene aggiunta la provocazione visiva. Quella bandiera USA che brucia sul palco vuole essere, secondo quanto annunciato dallo stesso Keith Emerson “di un segno di protesta per l’ignobile guerra in Vietnam”. Il gesto che attira sui Nice molte simpatie da parte dei movimenti pacifisti finisce per costare caro sul piano professionale. La band, infatti, viene messa al bando dal locale, uno dei luoghi più prestigiosi per la musica dal vivo britannica.

1968 - The NICE

(Brian Davison, Keith Emerson, Lee Jackson)

Descritta da Emerson come la "prima canzone di protesta strumentale", il singolo si concludeva con la voce del figlio di tre anni della cantante soul P. P. Arnold (alla quale i Nice avevano fatto da gruppo di supporto) che recitava "L'America è incinta di promesse e aspettative ma è assassinata dalla mano dell'inevitabile"




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