Commento di Fabio Rossi
Gruppo: Ironthorn
Album: Legends of
the Ancient Rock
Genere: Heavy Metal
Casa discografica: Sliptrick
Records
Anno: 2019
Tracklist (cliccare sul titolo per ascoltare)
1. A New Day
2. Legends
3. Werewolf
4. The Seed of Fire
5. My Cure
6. Phoenix
7. Ladro del Tempo
8. Trick or Treat
9. The Call of Silence
10. The Ancient Rock
Line up:
Luigi Pullara (Voce)
Maurizio Liberto (Chitarra)
Gabriele Misuraca (Chitarra)
Eliseo Bonacasa (Basso)
Antony La Marca (Batteria)
Special guest:
Roberto Tiranti (Voce in traccia 4)
Gli Ironthorn
sono una band siciliana che ha esordito nel mercato discografico nel 2017 con
l’album autoprodotto intitolato “After the End”; si tratta di un lavoro discreto
e oggettivamente privo di picchi creativi d’interesse, sebbene apparissero
chiare sin da allora le possibilità espressive del gruppo. Proprio per tale
motivo, si attendeva con una certa impazienza il secondo disco, uscito nel 2019,
che suo malgrado ha subito come tanti altri lo tsunami della pandemia.
Gli Ironthorn, in sostanza, non hanno potuto
promuovere le nuove composizioni mediante quello che più di ogni altro aspetto
è importante nel mondo delle sette note: dare il meglio di sé stessi esibendosi
davanti al pubblico. I tempi però sono ormai maturi.
“Legends of the
Ancient Rock” gode di un lavoro in studio rifinito, merito anche
dell’apporto della casa discografica Sliptrick Records; include dieci pezzi
all’insegna di un Hard’n’Heavy più deciso e convincente rispetto al passato,
impreziosito da refrain spesso accattivanti, assolo alla sei corde ben
congeniati e una sezione ritmica impeccabile.
Che il vento sia cambiato lo si capisce dall’arcigno
riff portante posto alla base di Legends,
traccia preceduta dall’efficace apripista strumentale A New Day, dall’azzeccato ritornello in Werewolf, dallo spessore qualitativo dell’intensa The Seed of Fire, impreziosita dalla
voce dello special guest Roberto Tiranti (Wonderworld/Labyrinth) e dalle
stupende ballate My Cure e Trick or Treat.
Ho trovato sublimi l’anthemica The Call of Silence e soprattutto la title
track: oltre sette minuti di musica strumentale che dovrebbe azzittire chi blatera
ancora che l’Heavy Metal non sia un genere tecnicamente valido.
Non sfigura affatto l’unico pezzo cantato in
italiano, la granitica Ladro nel Tempo,
e mi ha sorpreso in positivo l’omaggio alla terra natia che i nostri
agrigentini hanno inteso tributare in Phoenix
aperta dalle sonorità folk di un flauto siculo (tornerà anche in seguito) per
poi esplodere nel canonico amato Heavy Metal. Una prova di maturità netta e una
trasformazione positiva che pone gli Ironthorn tra i migliori artisti emergenti
nel settore.
Nulla di originale, sia chiaro, in quanto i
riferimenti ai maestri Iron Maiden, Saxon, Metallica, Dream Theater e altri
ancora sono palesi, ma “Legends of the Ancient Rock” merita ampiamente una
nuova rinascita dopo l’oblio del 2020: sono qui proprio per agevolare questo
percorso.
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