giovedì 27 gennaio 2022

"Dio – Rainbow in the Dark. L’autobiografia", commento di Fabio Rossi

 


Libro: Dio – Rainbow in the Dark. L’autobiografia

Autore: Ronnie James Dio con Mick Wall e Wendy Dio

Edizioni: Tsunami

Anno: 2021

Recensione a cura di Fabio Rossi

 

Ronald James Padavona, in arte Ronnie James Dio, è stato senz’ombra di dubbio uno dei cantanti più rilevanti dell’hard rock e soprattutto dell’heavy metal. La sua voce è immortalata in alcuni album di straordinaria bellezza, vere e proprie icone come Stargazer (Rainbow), Heaven and Hell (Black Sabbath) e Holy Diver (Dio). Dal mio punto di vista, nel campo prettamente metal, merita il podio a fianco di Rob Halford e Bruce Dickinson.

Ho avuto la fortuna di vederlo esibirsi dal vivo con i Black Sabbath all’epoca del tour a supporto di Dehumanizer e quel concerto mi è rimasto nel cuore. L’artista è deceduto a causa di un carcinoma il 16 maggio 2010 all’età di cinquantotto anni, una perdita enorme per la musica. Ronnie stava scrivendo la sua biografia che è rimasta purtroppo incompiuta. La vedova Wendy Dio, con la collaborazione del giornalista Mick Well, ha ordinato il materiale a disposizione, integrandolo ove necessario, con l’intenzione di pubblicare un libro il più possibile aderente a quelle che sarebbero state le intenzioni del marito. 



Dio – Rainbow in the Dark

L’autobiografia, edito in Italia dalla Tsunami, è il risultato di questo lodevole progetto. Il testo scorre piacevolmente ed è pieno di aneddoti interessanti: la curiosa origine del famoso gesto delle corna, diventato un marchio distintivo del popolo metallaro, che sua nonna usava fare spesso per cacciare il malocchio, come nacque la collaborazione con due assi della sei corde come Ritchie Blackmore e Toni Iommi, il modo come approcciò all’arte delle sette note suonando la tromba, fatto che poi si rivelò utile nel suo inimitabile modo di cantare, e tanto altro ancora. 

Il percorso di una vita avventurosa contrassegnato da eventi che indirizzarono la sua carriera artistica nel modo migliore possibile. Forse, rimanendo con gli Elf con i quali aveva già inciso tre album di moderato successo, non sarebbe mai diventato l’idolo di innumerevoli fan sparsi in tutto il mondo. La fortuna di entrare dapprima nei Rainbow e poi nei Black Sabbath segnò una svolta non solo nella sua carriera, ma anche in quella di Ritchie che riuscì a far meglio dei Deep Purple dell’epoca e di Toni che con i Black Sabbath stava vivendo un momento di stasi creativa. L’unico neo di questo libro è che si conclude con la pubblicazione del live Intermission del 1986. Manca, quindi, una notevole parte degli avvenimenti successivi che, seppur meno importanti, priva il lettore di tante chicche, tra le quali la genesi di gemme come Dream Evil (Dio) e The Devil You Know (Heaven & Hell) o del tour dei Deep Purple con l'orchestra e con lui ospite (suonarono anche al Forum di Assago). D’altronde, è un difetto che non poteva essere corretto in alcun modo e in quarta di copertina c’è giustamente riportato che “Questa autobiografia è uno sguardo intimo ed esaltante agli anni d’oro della sua carriera”, per cui chi acquista il libro sa in anticipo che non è stato possibile narrare tutta la storia. Siamo al cospetto di un testo che in ogni modo non può assolutamente mancare nella vostra collezione di saggi musicali. Complimenti alla Tsunami per l’iniziativa alla quale, però, faccio rilevare un’imperfezione nell’aletta di copertina in quanto Dio ha militato nei Black Sabbath negli anni Ottanta e non nei Settanta come erroneamente riportato.     

Ronnie con la moglie Wendy





Nessun commento:

Posta un commento