giovedì 6 gennaio 2022

Enemynside-"Chaos Machine", commento di Fabio Rossi


COMMENTO DI FABIO ROSSI

 

Artista: Enemynside 

Genere: Thrash Metal 

AlbumChaos Machine

Anno: 2019 

Casa discograficaRockshots Records

 

Tracklist: 

1. Faceless

2. Black Mud

3. Suffered Defeat

4. Frozen Prison Cell

5. Deadline

6. System Failure

7. The Terror

8. Shitstorm

9. No God in Kolyma

10.  Devoured


Lineup: 

Francesco Cremisini (vocals/guitars) 

Matteo Bellezza (guitars) 

Andrea Pistone (bass) 

Fabio Migliori (drums)

L’uscita dell’EP Dead Nation Army, risalente al 2018, aveva creato attorno al combo capitolino Enemynside un certo interesse da parte degli amanti del thrash metal più viscerale. In effetti, si trattava di un eccellente lavoro di soli quattro brani che rompeva un silenzio ormai assordante che durava dal 2012, epoca dell’uscita dell’ultimo album in studio Whatever Comes.

L’attesa d’altronde non è stata troppo lunga perché la band, purtroppo a ridosso dell’avvento della pandemia che ormai costituisce un vero e proprio spartiacque che ci differenzia da “come eravamo” a “come siamo ridotti (male)”, sforna nel 2019 un’autentica mazzata in mezzo ai denti dal titolo che è tutto un programma: Chaos Machine.

Non so quando questa formazione potrà proporre dal vivo la loro musica irruenta e senza fronzoli, perché sarebbe davvero un peccato non poter “pogare” come si dovrebbe al ritmo di tracce al fulmicotone come la dirompente opener Faceless, la tritaossa Black Mud e l’aggressiva Suffered Defeat. Un trittico iniziale che stenderebbe chiunque; ma perché non velocizzare il ritmo ancora un po’? E allora ecco la tagliente Frozen Pricon Cell (il primo singolo estrapolato dall’album) a mettere in risalto le doti del batterista Fabio Migliori, mentre uno splendido assolo di chitarra rende il pezzo tra i migliori del disco. La ruvida Deadline non concede tregua e il livello qualitativo permane alto grazie al ritmo furente di System Failure, munita di un azzeccato refrain, e di The Terror che non ha alcuna intenzione di concedere una tregua all’ascoltatore. A chiudere questa perla “Made in Italy” la potente Shitstorm, No God in Kolyna (incentrata sulla tematica dei gulag sovietici essendo ispirata ai Racconti di Kolyma di Varlam Tichonovic Salamov), che sembra inizialmente diversa grazie ad un intro d’atmosfera per poi dipanarsi nel solito massacro sonoro, e Devoured uno strumentale plumbeo dall’andamento rarefatto.

Il disco pare concludersi così, ma vi pare possibile? Dopo un silenzio che dura alcuni secondi, si ode un'autovettura partire a folle velocità a ritmo thrash (ovviamente), per poi distruggersi in un mega incidente stradale... questo sì che è un degno finale! Le sirene dell’ambulanza chiudono, trentacinque minuti di adrenalina allo stato puro. Questo è metal vero quello che non ha bisogno dell’espediente di allungare il brodo come fanno tante altre band blasonate dilatando la durata delle composizioni fino alla noia (a buon intenditor poche parole).

Un lavoro intenso e di grande impatto che non ha nulla da invidiare al tanto blasonato mercato estero. Di certo, non poteva essere altrimenti, il tributo di Francesco Cremisini e compagni ai Metallica, Megadeth, Exodus e Testament è inequivocabile. Ciò non costituiste affatto un difetto. Se la musica convince perché sbizzarrirsi in soluzioni che potrebbero correre il rischio di non essere gradite?

Non troverete alcunché di innovativo, ma consentitemi un ricco “ma chi se ne frega!” Il thrash è questo e gli Enemynside lo propinano a un livello notevole che soddisfa in pieno tutte le aspettative: riffing adrenalinici, chorus, assolo potenti, sezione ritmica devastante e un singer che si destreggia nel migliore dei modi nel “caos organizzato” del suo gruppo! Supportiamoli, ne vale la pena!      



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