Artista: ZoneM
Album: Sono Dentro Di Me
Genere: Rock Progressivo
Anno: 2022
Casa discografica: Black Widow Records
Tracklist
1.
Nessuna Uscita
2.
Arkham
3.
Cospirazione
4.
Eurimaco Il Mentitore (Bestia Part 1)
5. Cthulhu
6. Polifemo (Incubo Part 1)
7. Amigdala
8. Incubo Part 2
9.
Peshtigo
10.
Sono Qui (Bestia Part 2)
11. Vulnerabile (Bestia Part 3)
12. Bestia Part 4
13.
Merrick
14.
Proci (Bestia Part 5)
15.
Sono Dentro Di Me
16.
Saigon
Partecipanti al progetto:
Pietro Balbi (Chitarra), Diego
Banchero (Basso, Testi), Alessandro Bezante (Basso), Davide Bruzzi (Chitarra),
Fernando Cherchi (Batteria), Marco Fehmer (Voce, Chitarra, Composizione,
Testi), Graziella Gemignani (Quadri), Mauro Isetti (Basso), Roberto Lucanato
(Chitarra), Renzo Luise (Chitarra), Tommaso Maestri (Chitarra), Beppi Menozzi
(Voce, Tastiera, Sound Fx, Arrangiamento, Composizione, Testi, Produzione),
Pietro Menozzi (Chitarra), Rita Menozzi (Voce), Riccardo Morello (Voce), Silvia
Palazzini (Voce), Paolo Puppo (Grafica, Chitarra), Mario Riggio (Batteria),Tommy
Talamanca (Mix e Master)
Recensione di Fabio Rossi
L’infausto periodo del lockdown è stato uno dei più tristi della storia dell’Italia repubblicana. Molte persone sono diventate apatiche, alcune hanno avuto a che fare con la depressione, altre sono state incapaci di capitalizzare il tanto tempo a disposizione, ma non per tutti è stato così. C’è chi per fortuna ha approfittato dell’inattività per realizzare un progetto proprio come ha fatto Beppi Menozzi.
L’instancabile tastierista genovese, conosciuto per
militare ne Il Segno del Comando e nei Jus Primae Noctis, combo di significativo
spessore dediti al rock progressivo dal retrogusto oscuro, ha pensato bene di
attorniarsi di una pletora di musicisti liguri, provenienti da gruppi quali
Sadist, Will’o’Wisp, Toolbox Terror, Gipsy Trojka oltre ai due già citati, per
realizzare un album nuovo di zecca. La formazione è stata denominata ZoneM, mentre il disco s’intitola Sono Dentro Di Me.
Si tratta di un’opera che risente
fortemente del tragico momento storico in cui è stata concepita. L’atmosfera è
umbratile, ansiogena e claustrofobica. L’inquietante cover la dice lunga su
quello che l’ascoltatore si appresta ad affrontare. Il songrwiting è eccellente
all’insegna di un prog cupo, esoterico, venato di metal e di soffusa
psichedelia, pressoché privo di romanticismo e incline a certi stilemi del
Balletto di Bronzo, La Maschera di Cera, Goblin e Alchem, con una strizzatina
d’occhio ai Van Der Graaf Generator e agli Emerson, Lake & Palmer. In
taluni frangenti le linee musicali de Il Segno Del Comando emergono
predominanti, fatto del tutto positivo essendo un amante dei loro album.
Prodotto egregiamente dalla Nadir Music, Sono Dentro Di Me include sedici
allucinanti composizioni che sembrano essere state concepite per fungere da
colonna sonora a un film horror. Facendo particolare attenzione ai suoni, scoprirete
rumori ancestrali, tuoni, dissonanze varie che rendono il tutto ancora più
angosciante. Non vi basta? V’imbatterete in sperimentalismi senza mai eccedere,
musica americana utilizzata durante la guerra in Vietnam, registrazioni
provenienti da Saturno, voci distorte e chi ne ha più ne metta. I brani Chthulu, testo di Diego Banchero e voce
di Silvia Palazzini, e l’incisiva Arkham,
i miei preferiti del lotto insieme alla marziale funkeggiante Peshtigo (munita di un pregevole assolo
di chitarra conclusivo sciorinato da Renzo Luise e di una sezione centrale in
cui spiccano gli ammalianti vocalizzi di Silvia), s’ispirano a opere di H.P. Lovecraft
(Il Richiamo di Chtlulu e Il Colore dallo Spazio) a conferma del senso che si è
voluto dare al progetto. Siamo al cospetto di un disco variegato (sono presenti
incursioni nel jazz e nell’elettronica), privo di cali di tensioni e di momenti
arzigogolati. La morale è che anche dalle situazioni più avverse si può trovare
la giusta positività e quest’album visionario, inquieto e per certi versi anche
innovativo (si pensi alla genialata di disporre quasi casualmente le cinque
parti della mini suite La bestia e le
due di Incubo, nonché la scelta di
prescegliere tre brani brevissimi per chiudere l’album).
Ottima la prima e speriamo che non rimanga un episodio a sé stante perché abbiamo estremo bisogno di musica di tale fattura. Capito Beppi?
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