sabato 9 aprile 2022

GnuQuartet-Paganini - The Rock Album, commento di Fabio Rossi


Artista: GnuQuartet

Album: Paganini - The Rock Album

Genere: Progressive

Anno: 2022

Casa discografica: Orange Home Records/Believe

 

Tracklist:

1.La Campanella

2.Capriccio 1

3.Capriccio 2

4.Capriccio 22

5.Capriccio 4

6. La Caccia, Riff Hunter

7.Capriccio 3

8.Sonata

9.Capriccio 24

10.Capriccio 6

11.Capriccio 10

12.Ninna Nanna

 

Line Up:

Francesca Rapetti - Flauto

Roberto Izzo - Violino

Raffaele Rebaudengo - Viola

Stefano Cabrera - Violoncello



Recensione di Fabio Rossi


Il Progressive che più mi affascina è quello che ricerca la simbiosi tra la musica classica e il rock. Unire due mondi così diversi appariva un’impresa improba, ma mezzo secolo fa il genio di un musicista straordinario qual è stato Keith Emerson, ha dimostrato che ciò era possibile. Dapprima con i Nice e poi con gli Emerson, Lake & Palmer, Keith ha dato i natali a un nuovo modo di reinventare il mondo delle sette note e di questo lo dovremo sempre ringraziare. Con questa doverosa premessa, non posso che accogliere favorevolmente l’ultima fatica discografica dei talentuosi ed eterogenei GnuQuartet, in attivo dal 2006, con ben sette album realizzati e con collaborazioni a tutto tondo (Francesco De Gregori, Bloody Beatroots, Francesco Bearzatti, Afterhours, Diodato, Ivan Lins, Subsonica, Federico Sirianni e altri ancora), perché è a quella filosofia a cui hanno fatto riferimento interpretando in chiave moderna e senza stravolgerne l’essenza alcune delle più belle composizioni del violinista per antonomasia: l’inarrivabile Niccolò Paganini.

Dodici brani strumentali che risultano piacevoli all’ascolto perché non sono una mera e inutile scopiazzatura, essi vengono riproposti con garbo, rispetto, competenza, energia, intelligenza e possono essere definiti a tutti gli effetti degli inediti per la rilettura in chiave moderna e l’affrancamento dal virtuosismo originale. Il solo essere riusciti a trovare un equilibrio così arduo merita un plauso a scena aperta.

Dall’irruenza della famosa La Campanella alla soave delicatezza della conclusiva Ninna Nanna, l’album è gradevole nella sua interezza e credo che convincerà i tanti denigratori della musica classica ad avvicinarsi al genere, almeno al prodigioso Paganini, senza i soliti pregiudizi di sorta.

Mi è venuto da sorridere quando in Capriccio 24 con una spontaneità sconcertante i versatili GnuQuartet chiudono la celeberrima composizione inserendo i temi di Profondo Rosso dei Goblin e The Pink Panther di Henry Mancini, ottenendo un effetto totalmente positivo nonostante il rischio preso. Ecco, questa è l’essenza di Paganini - The Rock Album, un’opera che, a fronte delle scarse idee in circolazione, è la dimostrazione lampante che sia ancora possibile trovare perle musicali per deliziare la nostra anima. Realizzato con la collaborazione di Raffaele Abbate, il disco è reperibile anche su bobina grazie ad Analogy Records, la prima etichetta a registrare artisti su nastro magnetico, fondata da Roberto Vigo.

Un lavoro coraggioso, quasi al limite dell’azzardo, ma solo chi osa vince! Bravi!






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