martedì 31 maggio 2022

Gabriel Keller-"Clair Obscur". Commento di Fabio Rossi

Artista: Gabriel Keller

Album: Clair Obscur

Genere: Rock Progressivo

Anno: 2022

Casa discografica: N/A 

Tracklist:

1.  Tumulte (Feat.Charlie Henry)

2.  Time (Feat. Emi B)

3.  Train To Resolution (Feat. Emi B)

4.  Open Arms (Feat. Emi B)

5.  Melancholia (Feat. Charlotte Gagnor)

6.  Sonate Au Clair Obscur (Feat. Clément Barou)

7.  Nothing Human (Feat. Maïté Merlin)

8.  Out Of My Life (Feat. Maïté Merlin)

9.  Honey (Feat. Marine Poirier)

10. Accalmie


 

Lineup:

Gabriel Keller: Guitars, Percussions, Bass, Backing Vocals

Lucas Biguet-Mermet: Drums (1, 6, 7, 8, 9)

Simon Rebuffat: Drums (2, 3, 4, 5)

Charlie Henry: Guitars

Clément Berthie: Guitars

Anthony Barbier: Guitar solo (4)

Marius Marin: Guitars (9)

Lucie Lacour: Cello, Backing Vocals

Emi B: Vocals, Backing Vocals

Anne-Marguerite Solt: Backing Vocals

Charlotte Gagnor: Vocals, Backing Vocals

Marine Poirier: Vocals, Backing Vocals

Maïté Merlin: Vocals

Julien Mailland: Bass

Clément Barou: Piano

Jean Charles Montibert: Strings arrangements

Quatuor MajusculeS: Strings

Jérôme Aubernon: Solo Violin (6)

Sos Section: Brass Section (8)

Pierre Lagache: Brass arrangements (8)

 

Recensione di Fabio Rossi

 

Gabriel Keller è un musicista francese originario di Lione che debutta nel mondo discografico con il recente album Clair Obscur.

L’artista ha inteso premiare alcuni collaboratori a questo suo progetto menzionandoli accanto al titolo di ciascun brano, eccetto l’ultimo, proprio per mettere in risalto il loro significativo apporto in fase di realizzazione. L’utilizzo di cantanti del gentil sesso conferisce una sorta di segno distintivo della proposta di Keller.

Il genere prescelto è il progressive che muta forma passando da un songwriting che ricalca certi stilemi dei Pink Floyd e dei Beatles ad altri più cupi e onirici che rammentano gli Opeth, i Leprous e i Porcupine Tree. Un disco diviso in due, quindi, una parte “chiara” e l’altra “oscura”, così come già il titolo fa presagire.  

La strumentale Tumulte apre le danze con sugli scudi l’apporto alla chitarra acustica di Charlie Henry nell’ambito di un pezzo dall’andamento quasi marziale che cresce d’intensità fino a quasi sconfinare nel prog metal.

Time è dolce, romantica nel suo incedere e la voce elegante di Emi B ammalia subito l’ascoltatore.  La ritroviamo nelle pacate Train To Resolution e Open Arms, tracce coese, e ben arrangiate.

Melancholia chiude molto bene la parte “chiara” del disco e alla voce troviamo l’altrettanto brava Charlotte Gagnor. Da questo momento si cambia registro: Sonate Au Clair Obscur è caratterizzato da un piano quasi inquietante per poi salire gradatamente di vigore con cori, assolo di chitarra che si susseguono fino al pacato finale. Mi ha ricordato, scusate se è poco, i gloriosi Savatage. Nothing Human e Out Of My Life sembrano estrapolate da un album degli Opeth essendo munite di un approccio più heavy; Maïté Merlin canta con decisione e bravura e non sfigura nel confronto con Emi B e Charlotte Gagnor. Honey è movimentata nell’insieme ed è decisamente la più metal del lotto (il canto stavolta è affidato a Marine Poirier). Forse, però, a questo punto si finisce per essere disorientati di fronte alle troppe cantanti proposte all’interno dello stesso lavoro. A chiudere la breve Accalmie che riporta all’atmosfera degli inizi con il suo andamento soave e serenamente pacato.

Un debutto ambizioso con momenti convincenti e altri, quelli “scuri” (Nothing Human, Out Of My Life e Honey), un po’ meno. Keller dovrebbe focalizzarsi sul progressive di matrice romantica tralasciando certi stilemi heavy che non appaiono essergli del tutto congeniali.






lunedì 30 maggio 2022

GRUPPO AUTONOMO SUONATORI (G.A.S.) - “OMNIA SUNT COMMUNIA”, commento di Andrea Pintelli


GRUPPO AUTONOMO SUONATORI (G.A.S.) 

        “OMNIA SUNT COMMUNIA” 

           (BWR)      

         Di Andrea Pintelli   

                         

Sì, lo so, sono in ritardo (benché abbia una scusante segreta). Perdonatemi, ma solo oggi mi accingo a parlarvi di “OMNIA SUNT COMMUNIA”, disco del Gruppo Autonomo Suonatori (o G.A.S., per chi ha fretta) uscito alcuni mesi fa (luglio 2021, ndr).

Il gruppo nasce nel 1997 da un’idea di Claudio Barone, musicista di lungo corso che, insieme ad altri giovani e meno giovani, vuole portare avanti la tradizione del Prog anni ’70 unitamente a slanci compositivi assolutamente attuali e personali. Dal 2000 la formazione è stabile e ha suonato in tanti concerti sparsi per la penisola, spesso dividendo il palco con leggende della musica nostrana quali Lino Vairetti, Tony Pagliuca, Martine Grice, Ettore Vigo, Nunzio “Cucciolo” Favia. Nel 2021, quindi, hanno rilasciato il loro primo lavoro senz’altro progressive, ma dai forti richiami folk, psych jazz e condito da ballate romantiche di ottima fattura.

Alice Springs” apre le danze e, dopo echi dal passato, si erge in maniera decisa verso un armonico ed elegante melange sonoro, che propone una linea melodica soave e coesa. Un bel biglietto da visita.

Il Sogno” ha sentimento e un pizzico di malinconia, dimostrate da un indimenticabile pianoforte di Cacciapagliana memoria. La seconda parte del pezzo è rappresentato da “La Regina”, dove finalmente si fa strada la voce di Barone che declama versi di rimembranze medievali e dove la musica aiuta nell’intento di portarci verso un luogo fatato che vive in una convincente dimensione onirica. Il pianoforte torna per deliziare la nostra sete di dolcezza, riuscendovi appieno. Finale con ritorno al tema centrale della suite, comandato da un flauto sicuro e fiammante.

Preludio I” trionfa nella sua rilevante matrice folk, incrociando mirabilmente flauti e corde, per lasciare spazio a “Preludio II”, più riflessiva, più soffusa, ma che a braccetto col tema della prima parte vuole donarci la visione nebbiosa e decadente di un mondo appartenuto ai nostri avi. Si riaccende il fuoco sacro del Prog con “Il Sacco di Bisanzio”, dove l’Oriente domina con il proprio racconto del 1200 dove i Crociati compirono un crimine ai danni di Costantinopoli e dei suoi abitanti, che la Chiesa da sempre tende a voler far dimenticare (come ogni altra Crociata, come l’Inquisizione, ecc. ecc.). Il sangue è là che cola ancora sulle sue strade, come pure i secoli dell’indifferenza dei più all’ombra della croce. “Beatrice”, altra suite qui suddivisa in tre parti, si riallaccia alla song precedente per ambientazione sonora di stampo orientale, con un bouzouki a tratti minaccioso e lavori al synth che ne accrescono i contenuti, avvolgendoli di intensità. Dopo l’intro, si cambia ambientazione virando verso un italianissimo progressive dalle modalità intimiste, e dove si racconta questa donna Beatrice “dagli occhi di pianto, dagli occhi pieni di amore”. Rimpianto e dolore come tematiche portanti. La terza parte finalizza l’onda emotiva con alcuni spunti di sicura presa con chitarre e tastiere a farla da padrone, coadiuvati da una sezione ritmica sugli scudi. “Il Richiamo della Sirena”, forse il più (tardo) seventies di tutti i brani proposti, ha ritmo andante ed è dominata da un grande lavoro di squadra, così per far capire come siano coesi i ragazzi del gruppo; arte affinata, ovviamente, da tanti anni passati a capirsi e conoscersi suonando insieme. Nel mezzo c’è introspezione, riflessione, nudità della propria natura, per poi riprendersi i propri spazi emotivi nella chiusura di traccia grazie a uno sconfinamento nei territori cari a una certa eterna psichedelia.

Omnia Sunt Communia”, ultima fermata di questo ottimo disco-sentiero, ossia “tutto è di tutti”. Il testo di questo profondo e mai tardivo messaggio è quanto di più critico possa esserci contro l’ipocrisia dell’avere ucciso, stuprato, rubato, incendiato per poi uscirne puliti nei secoli dei secoli. Amen(o). Magnifico il commento musicale, evocativo, nobile, mai vendicativo.

Un cd da avere, talmente ampia è la gamma dei sentimenti toccati. Consapevolezza emotiva prodotta dalla Black Widow Records (gloria sempre).

  

Track list:

ALICE SPRINGS-4:35

IL SOGNO-2:28

LA REGINA-4:57

PRELUDIO I-2:19

PRELUDIO II-4:09

IL SACCO DI BISANZIO-5:44

BEATRICE

a.     Intro-3:25

b.    Beatrice-3:14

c.     Beatrice pt. II-2:36

IL RICHIAMO DELLA SIRENA-7:16

OMNIA SUNT COMMUNIA-9:16

 


Formazione:

Claudio Barone: Lead Vocals, Bass, Mandolin, Bouzouki

Simone Galleni: Guitar, Bass, Bouzouki

Andrea Imparato: Sax, Flute

Valter Bono: Drums, Percussions

Thomas Cozzani: Synthesizers

Andrea Foce: Piano, Electric Piano, Flute

 


venerdì 27 maggio 2022

JPL-Sapiens Chapitre 3/3: Actum, commento di Fabio Rossi

 


Artista: JPL

Album: Sapiens Chapitre 3/3: Actum

Genere: Rock Progressivo

Anno: 2022

Casa discografica: Quadriphonic 


Tracklist

1. Paradis Perdu 2. Mon cercueil 3. Alias (La machine2) 4. Dansez maintenant 5. Memento mori 1 – Marche vers l'inconnu 6. Memento mori 2 – Tempus fugit 7. Memento mori 3 – La mort du roi 8. Memento mori 4 - Paria 9. Memento mori 5 – Acta fabula es 


Line Up

Jean Pierre Louveton / vocals, guitars, bass, virtual instruments

With:

Jean Baptiste Itier / drums (1,4,5)

Florent Ville / drums (2,3), keyboards & programming (3)

Guillaume Fontaine / keyboards (3)

Didier Vernet / bass (2,3)

Stéphanie Vouillot / piano (5c, 5d), vocals (2)

Marguerite Miallier / hurdy-gurdy (4)

Sylvain Haon / soprano saxophone (5d)


Recensione di Fabio Rossi

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JPL è un acronimo che sta per Jean Pierre Louveton, un musicista francese che vanta una prolifica carriera pluriennale con oltre venti album in studio pubblicati con Nemo, Wolfspring e, per l’appunto, JPL.

Chitarrista eclettico in grado di spaziare con naturalezza da un genere a un altro e dotato di una gran bella voce, Louvetron tra il 2020 e il 2022 ha completato la trilogia Sapiens dedicata alla condizione umana facendosi coadiuvare da artisti di gran livello.

I precedenti album dell’ambizioso progetto s’intitolavano Exordium (2020) e Deus Ex-Machina (2021) e ambedue sono stati accolti favorevolmente dalla critica; il presente Actum va a completare la mastodontica audace operazione. Nel disco vi imbatterete nel progressive, jazz, musica sinfonica, metal ed elettronica, in un crogiuolo di suoni ben concepiti, piacevoli all’ascolto e assemblati secondo una coerente logica creativa. Il cantato in francese a me non dispiace, anche se mi rendo conto che potrebbe non trovare estimatori in coloro che nell’approcciare al Rock sono eccessivamente dipendenti dall’idioma inglese.

Lo stile di Actum ricalca sostanzialmente quello dei predecessori conservandone la medesima freschezza compositiva. L’opener Paradis Perdu ha un intro elettronico che esplode poi in una ritmica potente con sugli scudi il drumming del batterista dei Nemo Jean-Baptiste Itier; il brano cambia forma più volte fino ad arrivare a una sezione melodica in cui si apprezza il vocalism di Louveton. L’andamento lento e umbratrile di Mon Cerceuil, mette in risalto ancora le capacità vocali di Jean  Pierre; il basso è profondo in un caleidoscopio sonoro in continua evoluzione. Si cambia atmosfera con l’abrasiva Alias (La machine2), sostenta da un incisivo riffing di chitarra, nella quale si miscela il prog al metal con comprovata maestria. Torna la vena malinconica in Dansez Maintenant, una traccia che cresce d’intensità creando fraseggi armoniosi di assoluto spessore. La lunga suite Memento Mori, divisa in cinque parti, lascia spazio alla musica classica perfettamente in sintonia con le parti più precipuamente progressive, creando così un connubio perfetto. L’atmosfera è plumbea, quasi spigolosa, a volte paranoica, quasi a voler evidenziare l’infelicità dell’attuale condizione umana (come potergli dare torto!). Si arriva alla fine di questo lavoro con la consapevolezza che forse non tutto è perduto: c’è ancora qualcuno in grado di sfornare musica di qualità per fortuna.

Consiglio L’acquisto dell’intera trilogia prossimamente disponibile anche in formato digipak. Ne vale la pena.





giovedì 26 maggio 2022

De Rossi e Bordini-"De Rossi e Bordini"-Commento di Fabio Rossi


Artista: De Rossi e Bordini

Album: De Rossi e Bordini

Genere: Rock Progressivo

Anno: 2022

Casa discografica: Mar. Ra. Cash Records


Tracklist

1.  Il Pozzo dei Giganti (Inferno, XXXI)

2.  La Porta nel Buio

3.  Natività

4.  Cammellandia (including drums solo)


Line Up

Gianluca De Rossi: tastiere (Hammond C3,Mellotron M 400, Minimoog, Fender Rhodes MKII 73, Hohner Clavinet D6, Elka Rhapsody 610, Yamaha CP4; Nord Eelectro 5D), Moog Taurus Pedals e voce

Carlo Bordini: batteria, percussioni e declamazione

Commento di Fabio Rossi

Il batterista Carlo Bordini e il tastierista Gianluca De Rossi hanno iniziato a collaborare diversi anni fa, ma solo ora hanno deciso di esordire nel mercato discografico con un album tutto loro. L’idea di base di questo progetto è stata quella di voler riproporre alcuni brani facenti parte della loro longeva carriera conferendogli una veste nuova e più fresca. Il genere prescelto è un progressive oscuro, un po’ incline per certi versi a certe produzioni dei Van Der Graaf Generator e degli Emerson, Lake & Palmer. Si parte con Il Pozzo dei Giganti con Bordini che declama inizialmente i versi della Divina Commedia – Inferno, XXXI creando una certa suspense. Il brano pone subito in evidenza l’intesa raggiunta dai due artisti con le tastiere a ordire trame sempre affascinanti. L’originale de Il Pozzo dedi Giganti lo potete ascoltare nell’album tributo alla Divina Commedia uscito nel 2008 per la Musea Records e nel disco dei Cherry Five del 2015, gruppo nel quale erano presenti sia De Rossi che Bordini.

A seguire La Porta del Buio, uno dei pezzi forti del disco Strigma dei Taproban di nove anni fa (vi militava De Rossi). Il tastierista dà sfoggio della sua bravura nell’ambito di una composizione progressive ottimamente strutturata e tra le migliori concepite negli ultimi anni. Natività e Cammellandia, comprensiva quest’ultima di un pregevole assolo di Bordini alle pelli, sono, invece, registrazioni dal vivo eseguite durante l’esibizione del duo tenutasi a Roma nell’ambito del Progressivamente Free Festival del 2019 a cui, peraltro, ho assistito. Le due composizioni si trovano entrambe in Opera Prima di Rustichelli & Bordini, pubblicato nel lontano 1973.

Il progressive delle origini domina logicamente, ma le due tracce detonano vitalità e una minor ridondanza che ben si attaglia ai tempi moderni. In particolare, Cammellandia non è un pezzo che può passare inosservato per la sua ariosità e multiformità.

Ho avuto modo di fare i complimenti ai due musicisti nell’ambito del recente Music Day di Roma perché, pur tenendo conto dei rischi nel voler incidere brani già conosciuti, hanno saputo rinvigorirli al punto da apparire quasi delle novità assolute.

Magnifico l’artwork raffigurante il dipinto del 1826 di William Blake Anteo depone a terra Dante e Virgilio, per cui sarebbe auspicabile che vengano stampati anche i 33 giri.

Consigliato l’ascolto sia ai progster di vecchia data che ai giovani affascinati da questo genere magico.





mercoledì 25 maggio 2022

Prende vita il nuovo progetto LRM


LRM

Art Rock LIVE Interplay

 

Giorgio Miotto

Guitars, Loops & Effects, Voice 

Mario Eugenio Cominotti

Flute, Digital Sax & Synth, Voice

 

ALBEDO

Black2White

LIVE Disk 1 “Black” - LIVE Disk 2 “White” - LIVE Disk 3 “ExtrasUnderCover

Registrazione diretta digitale dal vivo - 25 marzo 2022 Milano “Al Baggese”

Produzione Artistica & Missaggio LRM Art Rock LIVE Interplay – Milano 2022

ALBEDO

Black2White

LIVE Disk 1 “Black”

Generator (5:54)

On Blade (16:26 )

Part 1 - Walking alone towards distant lights ... in a rainy nightime cityscape / Camminando in solitudine verso luci lontane … in un piovoso paesaggio urbano notturno (7:20)

Part 2          Sliding on the blade / Scivolando sulla lama (4:12)

Part 3 Looking from the edge of the top / Lanciando lo sguardo dal bordo della sommità (2:18)

Part 4 Moonlight escape from the rooftop garden, leaving our shadows behind / Fuga dal giardino pensile al chiarore della luna, lasciando alle spalle le proprie ombre (2:36) 

Tango (7:17 ) 

Da Da Waltz (4:00) 

ALBEDO

Black2White

LIVE Disk 2 “White”

Polifonia (6:34)

Interludium (3:41) 

Spring Arabian Nights (15:42)

Part 1 Qualcosa di un po' notturno e primaverile ... / Nightly & Springtime ... (10:11)

Part 2 Perduto in Arrakis sotto una luna strabiliante / Lost in Arrakis under an astounding moon (1:55)

Part 3 Atterraggio con un Ornitottero ... in un luogo segreto nel deserto / Landing with an Ornithopter … on a secret place in the desert (3:36)


Someday   (7:02) 

ALBEDO

Black2White

LIVE Disk 3 “Extras … UnderCover” 

Birth of a Sun (13:00) 

Monte Pasubio (1:45) 

Bouree (3:21) 

CreepUnderCover (6:03) 

Beggars, Smoke & Cocaine (9:18) 

Blueprint (8:26) 

LRM

Art Rock LIVE Interplay

LRM nasce come nome di questo nuovo progetto dall'acronimo di Library Reference Model, “modello concettuale di livello astratto e come tale inteso quale guida o base su cui formulare regole di catalogazione e implementare sistemi bibliografici”. Il progetto musicale viene definito in riferimento ad un sistema di catalogazione: un frattale concettuale.

 

Art Rock: sottogenere innovativo di estrema nicchia della Musica più ricercata e creativa, a partire dal Progressive Rock, elaborato e cresciuto a partire dai primi anni '70 anche grazie al contributo di molti gruppi della scena Art Rock, soprattutto indipendente, spesso dato a loro stessa insaputa o addirittura prima ancora che questi termini venissero coniati, per poi entrare nella galassia smisurata dei generi musicali catalogati.  Art Rock, inteso come naturale predisposizione a superare gli schemi, nella semplicità quanto attraverso le contaminazioni tra i generi più complesse o immaginifiche, dall'Experimental Rock all'Avant Gard, dall'Ambient Music al Punk Jazz, dalla Classica all'Elettronica, dal  Folk al Blues, fino a scavare nelle profondità dell'Underground più sotterraneo. 

LIVE Interplay alla fine toglie ogni dubbio, questa è esattamente vera Musica dal vivo, creata direttamente e dinamicamente dalla fervida e ininterrotta interazione tra i musicisti della Band. Lo scambio continuo tra la memoria, dalla quale attingere ricercando nel bagaglio delle reciproche esperienze e delle creazioni precedenti, e l'invenzione, generata soprattutto dalle emozioni, trova nella casualità delle combinazioni e nell'Interplay tra i musicisti e lo stesso Pubblico in Sala il moltiplicatore per la realizzazione dell'esperienza LIVE LRM.  

LRM

Art Rock LIVE Interplay 

Il nuovo progetto nasce nei primi mesi del 2022 dal precedente incontro, direttamente in azione sul palco in occasioni e con formazioni diverse, tra Giorgio Miotto (Guitars, Loops & Effects, Voice) e Mario Eugenio Cominotti (Flute, Digital Sax & Synth, Voice), polistrumentisti e compositori cresciuti nella scena indipendente milanese, attivi da tempo sia come solisti che con diverse formazioni. 

Giorgio Miotto, chitarrista elettrico ed acustico oltre che musicista e compositore estremamente versatile e dotato di una tavolozza ricchissima di colori, armonie, fraseggi e invenzioni, si presenta semplicemente come “Artigiano delle corde vibranti. Ha suonato in diverse formazioni di pop etnico e cantautoriale, si dedica in vari ensemble alla composizione estemporanea e all'improvvisazione, sia come chitarrista che come cantante”. 

Mario Eugenio Cominotti, polistrumentista (flauto, sassofoni, voce, armoniche e sintetizzatori), ama invece qualificarsi come “non musicista”, privilegiando, nel segno della filosofia di Brian Eno, un approccio creativo alla musica, utilizzando le potenzialità sonore ed espressive degli strumenti acustici quanto quelle della sintesi digitale, combinate nella composizione minimale e nelle infinite possibili rielaborazioni, che si realizzano compiutamente nell'esperienza live, in armonia con l'improvvisazione e l'interplay intenso con musicisti “veri”. All'attività come solista e con formazioni diverse, proponendo dal vivo musica originale quanto rivisitazioni di classici o tributi come nel caso del repertorio dei Jethro Tull di Ian Anderson, si alternano produzioni complementari un po' a tutto campo, come grafica, video e fotografia, testi, conduzioni radiofoniche, collaborazioni creative con Artisti e redazionali con Blog specializzati come MAT2020. 

ALBEDO

Black2White 

ALBEDO Black2White, Album di esordio di LRM, Art Rock LIVE Interplay, è stato registrato direttamente in digitale dal vivo durante il Concerto del 25 marzo 2022 a Milano, nel locale “Al Baggese”.

L'album è articolato in tre parti distinte:

LIVE Disk 1Black” - LIVE Disk 2White” - LIVE Disk 3ExtrasUnderCover

La Produzione Artistica ed il Missaggio finale, come tutte le composizioni originali e gli adattamenti sono stati realizzati dalla stessa LRM Art Rock LIVE InterplayMilano 2022. 

A breve è prevista la pubblicazione integrale dell'Album a partire dalle principali piattaforme on line






martedì 24 maggio 2022

Wicked Wave-From the Abyss, commento di Fabio Rossi


Artista: Wicked Wave

Album: From the Abyss

Genere: Melodic Death Metal

Anno: 2022

Casa discografica: Autoprodotto 

Tracklist

1.    Filthy Whore

2.    Battle Cries

3.    Darkness Calls

4.    The Last Breath

5.    Restless Ghosts


Line Up

Cristina Balzano – voce

Marco Gilardoni – chitarra

Andrea Oldani – chitarra

Gianluca “Mek” Melchiori – batteria

(Al momento il ruolo del bassista è occupato da un turnista) 


Recensione di Fabio Rossi

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I meneghini Wicked Wave esordiscono nel mercato discografico con l’EP From the Abyss, registrato presso l’ADSR Studio in Milano e radicato nel Death Metal melodico di matrice scandinava.

Il quartetto si è formato da pochissimo ed è tuttora in cerca di un bassista in pianta stabile.

È stata prescelta la via dell’autoproduzione dimostrando una cura particolare sia sulla qualità del suono che sulla scelta della cover davvero suggestiva. La frontwoman Cristina Balzano è autrice di tutti i testi che possiamo definire dei veri e propri racconti macabri in musica. Le sue caratteristiche vocali sono di spessore: Cristina dimostra capacità quando affronta il vocalism in cleaner e si districa con maestria nel growl dove ha margini di miglioramento. Il songwriting soddisfa appieno le esigenze degli amanti del genere e tutte le cinque tracce meritano menzione perché ben strutturate.

Si parte con l’energica opener Filthy Whore nella quale spiccano assolo di chitarra di pregevole fattura è un ottimo drumming. L’inizialmente melodica Battle Cries mette in rilievo l’ugola affascinante, quasi poetica in questo frangente, di Cristina; il brano esplode poi in una ritmica potente in cui la band dimostra l’alto grado d’intesa raggiunto. Darkness Calls dispone di un tema portante azzeccato con ancora sugli scudi Cristina che sforna a mio parere la sua performance migliore; da segnalare ancora un ottimo assolo alla sei corde posto nel finale del brano prima della ripresa del tema principale (ti ritrovi a canticchiarlo per quanto ti rimane nel cervello).  The Last Breath pare estrapolata da un album dei Dark Tranquillity, degli In Flames o degli Hypocrisy con i suoi pregevoli passaggi dal melodico all’irruente. È così che si suona! Sono convinto che dal vivo questo brano costituirà uno dei pezzi forti della setlist del gruppo. A chiudere un'altra traccia incisiva del calibro di Restless Ghosts caratterizzata dall’autorevole lavoro alle pelli di Melchiori e dal consueto certosino lavoro delle due chitarre.

Ottima la prima e non resta che attendere l’uscita dell’album di debutto al fine di valutare meglio le potenzialità dei Wicked Wave che, comunque, appaiono di livello per la bontà riscontrabile in From the Abyss.

Spero di vederli in concerto prima o poi.