martedì 24 gennaio 2023

OSSO SACRO - “Urla dal confine”, commento di Andrea Pintelli


OSSO SACRO
“Urla dal confine”

(ZPL - Zoopalco Poetry Label, 2022)

8 tracce | 28.04

Commento di Andrea Pintelli


Ecco un prodotto che dedico a chi si lamenta che in Italia non si faccia musica seriamente, con professionalità e ispirazione e ricerca. Sentitamente polemica, questa invettiva è il frutto di una situazione stantia, in cui questi personaggi che si fermano a quel che passano le radio o i siti web più seguiti (visto che di giornali, ormai, se ne fanno sempre meno) sono gli stessi che poi si permettono di emettere sentenze senza voler conoscere, o almeno ascoltare, il vero cuore dell’arte. Basterebbe poco, e invece la moltitudine si ferma alla superficialità. Forse anche prima di essa.

Ma veniamo a noi. Siamo nel Sannio (Samnium in latinoSafinim in osco), che era la regione dell'Italia antica abitata dal popolo dei Sanniti (in latino Samnites, in osco Safineis) tra il VII-VI secolo a.C. e il I secolo d.C. Comprendeva buona parte dell'attuale Molise (eccetto la fascia litoranea) nonché il settore meridionale dell'Abruzzo e le aree nord-orientali della Campania, oltre a racchiudere alcune ristrette zone interne del Lazio sud-orientale e della Puglia e della Basilicata nord-occidentali.

Osso Sacro è un progetto di approfondimento, rielaborazione e riposizionamento delle narrazioni orali e sonore del territorio, appunto, sannita (ma non solo), nato dall’unione artistica tra il poeta e performer Vittorio Zollo e il polistrumentista Corrado Ciervo. Al duo si unisce in seguito Carlo Ciervo, musicista e producer. Sono i vincitori del Premio Dubito di Poesia con Musica nel dicembre 2021, che è il più importante riconoscimento italiano nel campo della poesia ad alta voce (spoken word, poetry slam) e della poesia con musica (spoken music, rap), dedicato alla memoria di Alberto ‘Dubito’ Feltrin, uno dei più noti e raffinati esponenti delle giovani generazioni.

Questo loro primo lavoro discografico e di live performance si intitola Urla dal Confine, pubblicato da Zoopalco alla fine del 2022. Le vicende parlate, suonate, cantate e performante si basano su fatti realmente accaduti, ricollocati dal poeta Zollo. Corrado Ciervo, artefice di ogni produzione musicale e microsfumatura sonora, recupera e riposiziona le sonorità del territorio.

Lasciamoci introdurre nel mondo Osso Sacro direttamente dalle loro parole:

“Urla dal confine è il frutto di un lavoro di ricerca su due campi differenti, quello poetico e quello musicale, entrambi connessi al Sannio. È un disco metastorico, una performance mitopoietica in cui tutto accade in un tempo altro e in una zona non ordinaria. Sono le grida mute che giungono dai margini di ogni paese, borgo o periferia. È l’intero globo in una sola contrada, precisamente ai confini tra Regno di Napoli e Stato Pontificio. Qui abbiamo collocato la nostra storia. Tutto nasce dall’urgenza di raccontare con uno sguardo altro una terra specifica, liminale, dalla bellezza ingenua ed estremamente eterogenea, evidentemente spigolosa, che spesso viene liquidata semplicisticamente come “area interna”. Il nostro è un tentativo di alimentare la fiamma delle tradizioni, contestualizzandole e posizionandole nel tempo materico in cui siamo, e non semplicemente custodirle per renderle immobili. Da qui l’idea di rendere contemporanei i suoni e le voci di una terra, che essendo millenaria appare immobile (ma che in realtà non lo è), attraverso la mitopoiesi (tendenza dello spirito umano a pensare o a interpretare la realtà in termini mitologici, n.d.r.). Siamo partiti da voci sconnesse tra loro, canti a distesa e tradizionali tramandati esclusivamente oralmente, linee melodiche che avevano perso la parola, e da lì abbiamo costruito la nostra opera, sia orale che musicale. Abbiamo processato suoni e contenuti. È ciò che facciamo, lavoriamo molto sul processo, il prodotto poi viene da sé. Dopo due anni di gestazione, abbiamo registrato le tracce in dieci giorni, con un'esperienza immersiva e totalizzante, all'interno di un vecchio essiccatoio per tabacco immerso nella natura tra le campagne di San Leucio del Sannio (BN), in quello che un tempo era il "locale a fuoco" del nonno di Vittorio, in una zona chiamata Ripa Lupina o anche Ripa delle Janare. All'interno dello studio che abbiamo allestito per l’occasione l’ambiente non era asettico, anzi c’erano vecchi libri e porte di legno, un quadro di Diego Armando Maradona (nostro protettore) e l’organetto del nonno di Vittorio. Elementi questi, con cui abbiamo voluto dialogare anche da un punto di vista sonoro”.

Urla dal confine”, prima canzone del disco, è musicalmente un dolcissimo inizio d’opera, marcato da quelle urla silenziose provenienti dai paesi e soprattutto dalle persone che abita(va)no il Sannio, Oltre al canto sentitissimo, la voce stessa narra queste vicende con un candore fatto di storie millenarie che Osso Sacro vuole rapportare ai giorni nostri, riuscendovi. Una carezza che profuma di storia popolare. “Muovo i fili” è una poesia decantata con rara intensità. Ascoltatene le parole per il vostro piacere. “Demetra sul tamburo” si muove fra elettronica, esposizione profumata di hip hop, linee melodiche di nuova musica tradizionale, insomma un crescendo emotivo che rende l’idea di quanto profondo sia il messaggio che Osso Sacro vuole passare. “Le serpi angizie” è un brano “esteso e aperto”, una sorte di dare-avere fra i ragazzi del gruppo e il Sannìo, dove gli echi del passato si tatuano nelle parole che Vittorio espone e scrive sulle lande della sua terra interiore. L’armonia di questa traccia è ben sottolineata da un mondo variegato di suoni che si sposano in maniera mirabile. “Affacciati” è una fotografia del Sud, talmente perfetta che se ne possono captare i profumi e i sentori, come le lacrime legate al momento. Non è situazionismo, ma un mondo arcaico che ti investe e pervade col suo carico di umanità popolare. “Judeca”, ovvero il ritmo al servizio della testimonianza. Energia, fierezza, storia. Potrebbe durare due ore e non stancherebbe; ma, forse, è giusto che sia racchiusa in quattro minuti e mezzo, dove il teatro si fa vita. Da fremito. “A ‘beat”, più pacata della precedente, si adagia sulla piacevolezza delle sensazioni che riesce a trasmettere. Calorosa come solo il Meridione sa essere, abbraccia e non lascia al proprio destino: resta per proteggere, come fosse un’invocazione. “Pruserpina”, singolo ricavato dal disco, da sola può fare capire quanta bontà e qualità ci sia nel lavoro di Corrado e Carlo Ciervo, creatori di tappeti sonori che non sono mai sottofondo alle parole di Vittorio Zollo, ma protagoniste (tanto quanto lui) di questo lavoro d’eccezione.

La tradizione continua a vivere perché si reinventa, si mischia con altri messaggi, personaggi e culture; se fosse sempre riproposta tale e quale, nonché fine a sé stessa, essa morirebbe in poco tempo (i puristi se ne facciano una ragione). Se anni fa gli Agricantus vinsero il premio Tenco come miglior album in dialetto, non vedo perché non assegnare il prossimo agli Osso Sacro.

Un popolo senza la conoscenza della propria storia, origine e cultura è come un albero senza radici” (Marcus Garvey). Condivisibile, vero?


Tracklist 

  1 – Urla dal confine

2 – Muovo i fili

3 – Demetra sul tamburo

4 – Le serpi angizie

5 – Affacciati

6 – Judeca

7 – A’ Beat

8 - Pruserpina


Ospiti


Dennj De Nisi - voce

Alfredo D'Ecclesiis - voce

Vittorio Coviello - flauto traverso

Toi Giordani - poesia e grafiche


La copertina è opera di Toi Giordani del collettivo Zoopalco.

Il fonico che ha registrato il disco è Raffaele Morabito.

Il fonico che ha mixato e masterizzato il disco è Claudio Auletta Gambilongo di Multiversi Lab.

Il disco è prodotto dall'Etichetta bolognese ZPL - Zoopalco Poetry Label.

Il lavoro grafico è di Toi Giordani del collettivo Zoopalco.

  

Osso Sacro: 

https://www.facebook.com/lossosacro 

Zoopalco:

https://zoopalco.org/ 

Donato Zoppo 

Synpress 44 | ufficio stampa 

http://www.donatozoppo.it

  

 




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