venerdì 3 marzo 2023

VALERIO DANIELE-"Racconti dalla fine del mondo", di Alberto Sgarlato

 


VALERIO DANIELE

Racconti dalla fine del mondo

levitazioni sonore tra Natura e Rovina

Desuonatori

(BandCamp - 13 tracce - 41.28 min.)

Di Alberto Sgarlato


Il suono asciutto, graffiato, di una chitarra talmente “trasfigurata” da non sembrare nemmeno più uno strumento a corde, stride somigliando al vento che ulula tra gli sterpi secchi di un ultimo albero rimasto solo nel deserto; o anche il cigolio di una persiana che sbatte in una vecchia capanna abbandonata. Su di essa si innesta a breve un’altra chitarra, dalle note lunghe e acute come un grido di dolore.

Queste sono le atmosfere, suggestive e descrittive come una colonna sonora, che ci introducono, nella traccia intitolata “Il tempo dei giganti”, all’album “Racconti dalla fine del mondo”, di Valerio Daniele.

E se la successiva “Così lontano” è un breve affresco acustico che ci allontana dal malessere e ci riporta alla quiete, arriva il rumorismo alienante di “Quando il gigante si sedette fece suonare il suo carillon” a destabilizzarci di nuovo, quasi a simboleggiare che il benessere è davvero ormai qualcosa di “Così lontano”.

In “Gemme, Pt. II” i suoni si trasformano quasi in gocce d’acqua e i tappeti armonici che li circondano ne sono lo stagno; in “Come coda delle comete” percepiamo pulsazioni scandite che somigliano per davvero ai segnali captati dallo spazio con i radiotelescopi, finché tutto non si ristabilizza in una dimensione chitarristica più arpeggiata, tra momenti più o meno dissonanti.

E si potrebbe andare a lungo avanti ad esplorare e descrivere questi 13 titoli strumentali dalle durate variabili dai 2 ai 6 minuti circa di media: tra momenti più rilassati (“Il tempo del partire”, per chitarra acustica e archi o “Leaves, Pt. II” dominata dal violino), altri più ritmati (“Tarantella degli Svitati”), altri ancora – come già detto – più rumoristici (“Canto rubato” ci riporta in parte alle atmosfere della opener).

Ma in realtà descrivere con parole la musica di Valerio Daniele è estremamente limitante: questo album “Racconti dalla fine del mondo”, infatti, si inserisce come tassello di un progetto decisamente ampio e articolato, collegato a uno studio scientifico su come il batterio della Xylella stia portando alla desertificazione del Salento (penisola della Puglia che si estende tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto).

Così, i brani di Daniele, composti in un lasso di tempo dal 2019 al 2022, sono diventati colonna sonora di un film, dal titolo appunto “Il Tempo dei Giganti”, ad opera di Davide Barletti e Lorenzo Conte, che analizza l’ultimo decennio di storia di una Puglia ormai quasi totalmente desertificata.

Valerio Daniele si fa carico di tutte le chitarre, chitarra baritona, diamonica e varie apparecchiature elettroniche, con il supporto nelle due tracce summenzionate del violino di Roberta Mazzotta.

Ma, a sottolineare una volta di più come questo progetto non sia “soltanto” (e già sarebbe moltissimo) videoriprese + musica, una ulteriore parte visuale si inserisce nel libretto dell’album: sette opere di Daniele Coricciati, Ilaria Seclì, Egidio Marullo, Walter Forestiere, Valentina Sansò, Maria Teresa De Palma e Davide Barletti e Lorenzo Conte: artisti dai linguaggi differenti (grafica, poesia, pittura, cinema) ma in profonda connessione col tema analizzato.

Un booklet, tuttavia, “virtuale” in quanto l’opera è stata pubblicata a oggi soltanto su Bandcamp.

Valerio Daniele spiega così la sua decisione: «BandCamp è l’unica piattaforma attuale che ha dimostrato di gestire in modo sano, umano e misurato il rapporto con gli artisti e i musicisti. Credo che fare un disco ai giorni nostri sia un’azione poco sensata, quanto in un certo senso rivoluzionaria. È cambiato non solo il mercato ma soprattutto il senso che la musica ha per la società e per le comunità. In questi nuovi scenari fare un disco in senso tradizionale è un gesto fuori moda e quasi insensato. Il disco inteso come opera completa, integrata, sistemica e uniforme ha lasciato il posto a un sistema in cui i singoli brani sono pubblicati con costanza e, troppo spesso, presto dimenticati. Si farebbe presto a riconoscere in questa tendenza una forma ancor più radicata di consumismo ma questo pensiero potrebbe essere superficiale. Credo che il rapporto fra la musica e la società sia destinato a cambiare continuamente. Era già successo tante volte nella storia, soprattutto nel 900, e sta succedendo ancora».


https://valeriodaniele.bandcamp.com/album/racconti-dalla-fine-del-mondo

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https://www.youtube.com/@ValerioDanielehttp://www.desuonatori.it


Synpress 44 | ufficio stampa

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