Commento di Fabio Rossi
Artista: Giant The
Vine
Album: A Chair At
The Backdoor
Genere: Progressive Rock
Anno: 2023
Casa discografica: Luminol Records
Tracklist:
1.
Protect Us from the Truth
2. Glass
3. The Potter's Field
4. Jellyfish Bowl
5. The Heresiarch
6. The Inner Circle
7. A Chair at the Backdoor
Line Up
Antonio Lo Piparo – bass
Daniele Riotti – batteria
Fulvio Solari – chitarra
Fabio Vrenna - mellotron, chitarra
Altri musicisti:
Ilaria Vrenna (piano sulle composizioni 1,2 e
6)
Simone Salvatori (piano sulla composizione 4)
Gregory Ezechieli (sassofono sulle
composizioni 1 e7)
Un attento cultore della musica prog d’annata intuirà, sin
troppo facilmente, che il nome della band ligure Giant
The Vine ha palesi riferimenti a
gruppi del calibro Gentle Giant e Genesis. Infatti, Giant e One For
The Vine sono il titolo di brani celeberrimi delle due storiche formazioni
inglesi. Elementare Watson, direbbe Sherlock Holmes! Ascoltando la musica del
loro secondo album, “A Chair At The Backdoor”,
i Giant The Vine mostrano il loro smisurato amore verso il prog, ma non
rimangono ancorati agli anni Settanta, sviluppando sonorità dall’approccio più
moderno accostabili, per esempio, ai Porcupine Tree, Laviàntica o ai Secret
Machines, non disdegnando digressioni verso il post rock.
Le sette composizioni, abbellite talvolta
dalla presenza del pianoforte e del sassofono, sono interamente strumentali e
d’altronde anche il precedente disco Music for Empty Places del 2019 aveva la medesima caratteristica.
La qualità del soundwriting è di
elevata caratura e certamente questo lavoro otterrà ampi consensi tra gli
appassionati del genere. La musica sa essere potente, ma anche sinuosa e si
presenta in una veste diretta senza inutili e ridondanti orpelli, direi che i
Giant The Vine abbiano volutamente cercato di evitare l’eccessiva complessità e pomposità
che talvolta caratterizzano prodotti similari. Una scelta che trovo
assolutamente corretta specie se si vuole puntare verso un pubblico più vasto
oltre a quello di nicchia.
La strada intrapresa è quella giusta.
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