lunedì 13 maggio 2024

I Pink Floyd il 12 maggio del 1967

Il 12 maggio del 1967Pink Floyd tennero un concerto - spettacolo alla prestigiosa Queen Elizabeth Hall di Londra, intitolato "Games For May - Space Age Relaxation For The Climax Of Spring". Qui debuttarono con un nuovo congegno musicale che in seguito sarebbe diventato noto come "Azimuth Co-ordinator", un dispositivo tipo joystick usato per "distribuire" i suoni intorno alla sala. Alla band venne vietato di suonare nuovamente alla Elizabeth dopo aver macchiato i tappeti e le poltrone della sala con fiori e bolle "sparate" da una macchina. Fu uno dei primi concerti “psichedelici” e sperimentali che fecero conoscere i Pink Floyd, nel circuito musicale “che conta”.

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Qualche dettaglio…

Games for May è stato un concerto di musica rock che ha avuto luogo presso la Queen Elizabeth Hall il 12 maggio 1967, tre mesi dopo l'apertura della sede. Fu uno dei primi eventi concertistici significativi tenuti dai Pink Floyd. Lo spettacolo fu organizzato dai manager dei Pink Floyd Andrew King e Peter Jenner della Blackhill Enterprises e promosso dal promotore di musica classica Christopher Hunt.

Games for May fu descritto come un "rilassamento dell'era spaziale per il culmine della primavera: composizione elettronica, proiezione di colori e immagini, ragazze e Pink Floyd". Il concerto comprendeva alcuni dei primi singoli della band e materiale dal loro album di debutto ancora da pubblicare - The Piper at the Gates of Dawn. Durante la performance, alcuni membri della band crearono effetti sonori tagliando la legna sul palco, un uomo vestito da ammiraglio distribuì narcisi e le bolle prodotte da una macchina mentre lo spettacolo era in corso macchiarono tutti i mobili del corridoio. Di conseguenza, ai Pink Floyd fu vietato di … ritornare!

Fu il primo concerto in Gran Bretagna a presentare sia un complesso spettacolo di luci che un sistema di altoparlanti surround quadrifonico a quattro canali. Un dispositivo di missaggio del suono chiamato " Coordinatore azimutale " fu utilizzato per dirigere i suoni a più altoparlanti in tutta la stanza. La musica dal vivo fu integrata con suoni da nastri preregistrati. Roger Waters creò gli effetti del nastro dell'alba di apertura utilizzando richiami di uccelli e altri suoni naturali (un effetto che ha poi utilizzato in "Cirrus Minor” e “Grantchester Meadows "). I suoni gorgoglianti alla fine dello spettacolo furono creati da Rick Wright mentre il pezzo finale fu costruito da Barrett. A quel tempo, la canzone che sarebbe diventata " See Emily Play " era conosciuta come "Games for May".



 

 

domenica 12 maggio 2024

Rolling Stones: il 12 maggio 1972 veniva rilasciato "Exile on Main Street""


Usciva il 12 maggio 1972 "Exile on Main Street", doppio album dei Rolling Stones, capolavoro del rock-blues…

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Il 12 maggio del 1972 esce il nuovo LP dei Rolling Stones, il primo doppio album della loro carriera. Si chiama "Exile on Main street", perchè nell'inverno dell'anno precedente gli Stones avevano lasciato la patria a causa del nuovo regime fiscale che rischiava di risucchiare tutti i loro guadagni. Così le pietre vanno in esilio, proprio come dice il titolo dell'album, nel Sud della Francia.

Si ritrovano nella lussuosa villa in Costa Azzurra che Keith ha affittato assieme alla fidanzata Anita Pallenberg e qui, tra fiumi di alcol e droga, nasce uno degli album rock più leggendari della storia. La creatività e l'ispirazione di Mick e Keith sono davvero incredibili. I 18 brani del disco trasudano country, blues, gospel, rockabilly, rock n' roll senza alcuna inibizione: un viaggio teso al recupero della propria memoria storica con disarmante innocenza e con una certa rilassatezza. 


Alla villa in quei mesi transitano parecchi amici degli Stones, ma uno in particolare, Gram Parsons (in quel momento membro dei Byrds) , ha un ruolo fondamentale. Influenza infatti le sonorità country del disco e, pur non accreditato, è presente nel cuore di uno dei pezzi più emblematici dell'album: "Tumbling Dice".


Il brano viene utilizzato come primo singolo, e narra la storia di un giocatore d'azzardo che non è in grado di giurare fedeltà alle sue donne. Il bassista della band, Bill Wyman, è assente al momento dell'incisione. Lo sostituisce Mick Taylor, il giovane prodigio della chitarra rock-blues che ha rimpiazzato Brian Jones. Al pianoforte c'è niente di meno che Ian Stewart.

Anche se sono necessari parecchi anni prima che pubblico e critica valutino adeguatamente "Exile on Main Street", il doppio album degli Stones è oggi considerato il loro disco capolavoro.






Ricordando Mia Martini


Ricordiamo Mia Martini, era il 12 maggio 1995 quando decise di andarsene...
Era considerata la "Julie Driscoll" italiana, il "Battisti in gonnella".

Fu una delle poche donne a partecipare e vincere i Festival Pop negli '70.

Poi la maldicenza, le malelingue, e tutta la stupidaggine di certi discografici, contribuì a rovinare la su fragile personalità.

Per non dimenticare…
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Come nacque la terribile maldicenza che "portava sfortuna"...

Mimì all’epoca stava suonando in giro per l’Italia accompagnata dal suo gruppo “La Macchina”, composto dagli ex “I Posteri” Riccardo Caruso (voce e tastiere), Giorgio Dolce (chitarra), Giovanni Baldini (basso) e Daniele Cannone (batteria), con i quali inciderà anche una manciata di covers.
Intorno al maggio ’71 viene notata dal discografico Alberigo Crocetta che le propone un contratto con la RCA a patto però di sbarazzarsi dei suoi musicisti, i Free Love, il cui sound è ritenuto troppo duro.
Sul momento Mia probabilmente non se la sente di abbandonare i compagni, ma per venire incontro all’etichetta discografica, accetta di registrare il suo primo singolo, “Padre davvero”, con un’altra line up (chiamata anch'essa "La macchina") di cui fecero parte proprio alcuni componenti dei Free Love più il tastierista Stefano Sabatini che da allora cominciò a gravitare nel gruppo. 



Al Festival Nuove Tendenze di Viareggio (27 maggio – 2 giugno 1971) Mimì però ci va con i vecchi compagni e vince, malgrado le roventi polemiche inscenate dal suo compagno di allora, Joe Vescovi dei Trip. Quella sarebbe stata l’ultima volta che si sarebbe esibita con gli ex “I Posteri” (ovvero, la prima formazione della Macchina) che si congedano da lei lasciandola sola alla vigilia del Festivalbar dell’8 agosto 1971.

Sullo scioglimento della prima "Macchina" c’è anche chi sostiene che alcuni membri della band abbandonarono la cantante in quanto non se la sentirono di affrontare una tournèe nazionale. Tuttavia, è plausibile pensare che il veto della RCA avesse influito non poco sullo scisma.

L'ESTATE A VIAREGGIO DEL 1971 E GLI ECHI DEL "PRIMO FESTIVAL POP"
(nella foto: la prima pagina del quotidiano LA STAMPA del 31 maggio 1971;
 il fotografo probabilmente non sapeva che stava immortalando MIA MARTINI, vincitrice a pari merito con la PREMIATA FORNERIA MARCONI e gli OSANNA


Comunque sia, a partire dall’agosto ’71 Mia Martini si mette a caccia di nuovi musicisti per dar vita a una seconda formazione della Macchina, e il primo ad arrivare fu ancora Stefano Sabadini che abbandonò definitivamente i Free Love, sostituito da John Picard al violino elettrico e dall’organista Fabio Cammarota.



Dopo qualche mese di attività con il nuovo assetto (Caia, gli Stogel, Cammarota e Picard) però anche i Free Love devono separarsi temporaneamente per impegni privati: John e Fabio per sostenere gli esami di diploma di violino e Carl (che nel frattempo aveva cominciato anch’egli a collaborare con la nuova Macchina) per un viaggio in America.

A quel punto, e siamo circa nei primi mesi del 1972, Gianni Caia e Steve Stogel rimasti discoccupati, raggiungono Sabadini nella nuova Macchina che finalmente acquisisce un’identità stabile (Caia, gli Stogel, Sabadini e Montaldo) e parte in tournèe con Mia Martini.
Nel mese di febbraio però, un destino crudele spezzerà la loro carriera. Ricorda così, il chitarrista dei Libra Nicola di Staso in un'intervista ad Augusto Croce del 2008:

"Ero amico di Gianni Caia, lavorava in un negozio di dischi a via Galli[...] Quando successe la disgrazia stavano suonando con Mia Martini. […] Tornando la notte stessa da una serata nel Sud Italia per poter assistere ad un concerto di un gruppo inglese a Roma - me lo ha raccontato il loro autista del furgone che conoscevo -, un colpo di sonno e... morirono Gianni e Steve […]. Una vera tragedia."


In sintesi, la cronaca dell'epoca riportò invece così l’incidente:


Gianni Caia, 20 anni e Steve Stogel 23, sono morti sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria nello scontro tra il loro pullmino e un autocarro. Gli altri due, Stefano Sabatini (18 anni) e Mauro Montaldo (20) sono ricoverati in gravi condizioni all’ospedale di Salerno. I quattro giovani provenivano da Siracusa dove sul loro Ford Transit erano diretti a Milano e a Torino dove erano stati ingaggiati per alcune serate. Nelle vicinanze di Salerno verso le 23, il Transit ha tamponato violentemente l’autocarro che lo precedeva".

Fabio Cammarota Gianni e Steve morirono sul colpo mentre Mauro e Stefano vennero soccorsi dall’autista dell’autocarro Emilio Panfili e portati all’ospedale di Salerno grazie a auto di passaggio. Per Stefano i medici si riservarono la prognosi e al momento il solo Mauro venne dichiarato guaribile in 40 giorni.

Questo è quanto ci è dato di sapere su quel terribile evento.


Non molto tempo dopo, venne organizzato un concerto al Piper per ricordare gli amici scomparsi ed aiutare economicamente le loro famiglie: in particolare la mamma di Gianni, all'epoca in stato di grave difficoltà economica.

È chiaro che ricomporsi in un momento del genere non fu una cosa facile, ma con grande forza d'animo Sabatini e Carl Stogel ricostruirono un gruppo per partecipare al concerto di Caracalla nell'autunno del 1972, con il batterista Giovanni Liberti e il sassofonista Stefano Cesaroni: fu l'ultima volta dei "Free Love"
I soli Liberti e Sabatini avrebbero formato i Kaleidon l'anno successivo.


L'incidente ebbe gravi ripercussioni anche su Mia Martini che da quel momento in poi, acquisì la tristemente nota patente di iettatrice. Mimì raggiungerà Gianni e Steve il 12 maggio del 1995 seguita da Carl Stogel che ci ha lasciato nell'autunno del 2004.

Banco del Mutuo Soccorso - “Ciò che si vede è”, registrato il 12 maggio 1992

Memorabile concerto del Banco del Mutuo Soccorso al Palladium di Roma il 12 maggio 1992.

La band festeggiava 20 anni di carriera; il concerto venne filmato, una parte fu utilizzata per il “VHS” (poi DVD), “Ciò che si vede è”, per la regia di Paolo Logli, che tornerà a collaborare con il Banco per i testi di “Transiberiana”.

Di tutto un Pop…

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Registrazione del concerto che Il Banco Del Mutuo Soccorso tenne al Palladium di Roma il 12 maggio del 1992.

Il Banco del Mutuo Soccorso è uno dei gruppi chiave del rock progressive italiano: le loro esibizioni sono accolte sempre da una schiera di appassionati, segno evidente di coerenza e onestà artistica che pochissimi altri gruppi italiani possono vantare. 

Vittorio Nocenzi (tastiere), Rodolfo Maltese (chitarra), Francesco Di Giacomo (voce), Pier Luigi Calderoni (batteria) e Tiziano Ricci (basso), ripercorrono i migliori successi del gruppo.


La tracking list comprende:

In volo

R.I.P. (Requiescant in pace)

L'evoluzione

Moby Dick

Il giardino del mago

750.000 anni fa...l'amore

Non mi rompete





sabato 11 maggio 2024

Woodstock- l'11 maggio del 1970 usciva "Woodstock: Music from the Original Soundtrack and More"


Usciva l'11 maggio 1970 il triplo album "Woodstock: Music from the Original Soundtrack and More", colonna sonora dell'omonimo film sui tre giorni di "peace, music & love" più importanti della musica rock.

Per avere altre tracce del concerto bisognerà aspettare molti anni.

Singolare la storia legata alla copertina proposta a fine articolo. 

All'epoca un disco introvabile, solo d'importazione e dal costo elevatissimo per le tasche di noi "pischelli".

Di tutto un Pop…
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 Joe Cocker

 Jimi Hendrix

 Jefferson Airplane





I Jefferson Airplaine concludono la maratona notturna iniziando a suonare alle 08.00 del mattino di domenica.
Attirati dalla musica due ragazzi si mettono in piedi avvolti in una coperta, scambiano qualche parola, sorridono e si abbracciano.
Stanno assieme da qualche mese e non sono esattamente due "veri hippy": Bobbi Kelly è una ragazza di campagna impiegata di banca e Nick Ercoline uno studente costretto a svolgere due lavori per pagarsi il college.

Burk Uzzle, un giovane fotografo che occasionalmente collabora con Newsweek, fa appena in tempo a fare qualche scatto per immortalare il momento.
Uno di quegli scatti diventerà, ad insaputa dei protagonisti, la copertina ufficiale del leggendario disco (multiplatino) "Woodstock: Music from the Original Soundtrack and More" e la fotografia "ufficiale" di un'intera generazione.

Tanto è andato perduto di quel 1969: passioni e ideologie, l'esistenzialismo romantico, l'innocente ingenuità del movimento hippy, la rivoluzione del sapere, il confuso ardore dei movimenti anti-Vietnam, la Summer of Love, Dennis Hopper e Peter Fonda, Jack Kerouac ed i beatnik, il femminismo, la psichedelia, le lotte per i diritti civili... ma non Nick e Bobbi.
Loro sono stati insieme sino a due anni fa, quando Bobbi è mancata: hanno avuto due figli.

I "Tre giorni di pace e amore" di Woodstock sono diventati semplicemente "una vita".
Non hanno mai chiesto soldi per quella foto, solo un ingrandimento dell'originale da tenere in casa, dimostrando di aver conservato gran parte dello spirito hippy che aveva animato quella generazione.

Bobbi Kelly Ercoline è mancata lo scorso marzo, all'età di 72 anni.

Accadeva l’11 maggio 2005… Presentazione del libro “E mi viene da pensare”


Accadeva l’11 maggio 2005… Presentazione del libro “E mi viene da pensare”

Racconti sottoBanco


"... con il rock scoprivamo un mondo diverso, quella musica ci aiutava a crescere, conoscerci meglio, ribellarci.

Quando si hanno stoffa, creatività, bravura e passione per la musica, gli anni che passano rappresentano solo un vantaggio..."

(Banco Del Mutuo Soccorso)


Rodolfo Maltese, Franco Vassia e Gianni Nocenzi


Giovedì 11 maggio 2005 - Biblioteca Comunale Pier Paolo Pasolini - Ciampino (Roma)

Incontro con il Banco del Mutuo Soccorso - Presentazione del libro realizzato dal Fan Club "… E mi viene da pensare"


L'idea mi è venuta vedendo mia figlia ascoltare l'I-Pod con le cuffie, mi sono chiesto, se un giorno anche io sarò costretto ad ascoltare la musica così... dentro un "pacchetto di sigarette". Da sempre abituato ad aprire i long play, a tirare fuori la busta interna e leggere i testi e seguirli, mentre il disco gira, ma anche il libretto del cd, pure se a volte devo ricorrere agli occhiali, e questo era sufficiente...

Ho sempre considerato "alcuni" testi del Banco delle autentiche poesie da custodire. "E mi venne da pensare" di realizzare, con l'aiuto di Claudio Bona, questa raccolta. Un lavoro artigianale, da carbonari, fatto solo con passione, non ricordo quante copie ne stampammo... ma sparirono tutte nell'arco di qualche anno.

Grazie al comune di Ciampino, ed al grande impegno di Claudio Bona, riuscimmo ad organizzare la presentazione e il sogno di riunire molti componenti storici della band; non facemmo "bingo", perché Francesco, proprio in quel giorno, era impegnato in un concerto come ospite in Sicilia...(!), ma il tutto fu arricchito da bellissimi videoclip, filmati dal regista-fan Lauro Crociani.

Wazza

Vi riporto un estratto dell'articolo di Franco Vassia (che scrisse la prefazione del libro) nella rivista "Nobody's Land" numero 24.

"Voglio molto bene al Banco del Mutuo Soccorso. È stato un gruppo che ci ha fatto crescere, pensare, diventare uomini. Rileggere oggi i testi del "Salvadanio", di "Darwin", di "Io sono nato libero", ha lo stesso sapore delle buone letture, la stessa fragranza di un balsamo che ti riscalda l'anima.

Dopo aver espresso in modo sconsiderato e impudico i miei sentimenti, devo altresì aggiungere che, mai come adesso, esiste una sostanziale differenza tra gli appassionati musicali del tempo che fu e quelli di oggi: la capacità di sognare, quella innata, quello sfarfallio che ti proietta direttamente nel sogno. È altrettanto vero che le differenze tra gli schieramenti non si fermano qui, soprattutto se, quale termine di paragone, intendiamo celebrare il prezioso carico di monili elargito da quei temerari e l'indolente ed effimero sputo modaiolo quotidiano.

E così, come in un’antica favola, può succedere che il tempo attenui lo stress quotidiano e cerchi di ricomporre allegorie di immagini ormai sfumate e date per perdute. E all'improvviso nella piazza del castello cominciano ad apparire, uno ad uno, tutti quei personaggi (pionieri di ieri o capitani ancora ben saldi sulla tolda della loro nave) che nel corso degli anni hanno iniettato enormi dosi di linfa nella tua vita. Rivedere dopo tanti anni e quasi al completo la gloriosa formazione del Banco del Mutuo Soccorso è qualcosa da sconsigliare ai deboli di cuore ma, al contempo, qualcosa di talmente magico irreale che sfugge perfino all'iride del più audace dei sognatori. La regia della storica reunion (materializzatasi nel tardo pomeriggio dll'11 maggio scorso a Ciampino, appena ai margini della Capitale) si deve ad Aldo Pancotti e Claudio Bona, colonne portanti del laborioso fan club romano, promotori e coordinatori di "…E mi viene da pensare", un elegantissimo libro che raccoglie tutti i testi del gruppo, disco dopo disco, partendo dagli epici viaggi alati delle prime scorrerie fino alle ultimissime produzioni.

L'incontro promosso dall'amministrazione comunale (erano presenti il sindaco e l'assessore alla Cultura), ha visto la partecipazione di un folto e caloroso pubblico, arricchito anche dalla presenza di Jenny Sorrenti, Marcello Vento e Guido Bellachioma. Una serata che si è trasformata in evento quando, nella sala, si sono materializzate le figure di Vittorio e Gianni Nocenzi, Rodolfo Maltese, Pierluigi Calderoni e Renato D'Angelo. Con loro anche qualche presenza "d'antàn" (come Claudio Falco) e qualcuna più recente (come quella di Alessandro Papotto). Unico neo l'assenza di Francesco "Big" Di Giacomo, in Sicilia per un concerto con Ambrogio Sparagna.

Gli interventi dei musicisti (inframmezzati dalle domande e dagli inserti dei brillanti giornalisti Gaetano Menna e Alfredo Saitto) hanno creato un'atmosfera bellissima: profondo e austero Vittorio Nocenzi nel suo incedere lessicale, razionale e preciso nei ricordi il fratello Gianni, gioviale e genuino Rodolfo Maltese, emozionatissimi ed estasiati Pierluigi Calderoni e Renato D'Angelo.

Oltre a una fedele e approfondita disamina su alcuni testi e sull'impatto culturale del rock progressivo negli anni Settanta, sono stati proiettati anche tre videoclip realizzati da Lauro Crociani dedicati ad altrettante canzoni del Banco "Cento mani e cento occhi", "Canto nomade per un prigioniero politico" e "Bambino".

L'emozione aveva ormai preso sembianze tali con le quali potevi anche dialogare. Il libro, del quale chi scrive ha avuto il privilegio di veder pubblicata la prefazione, può essere richiesto al fan club del Banco, al costo di soli 10 euro.

Un documento imperdibile per tutti gli affezionati del Banco del Mutuo Soccorso che, nonostante i chiari di luna, sono ancora tantissimi.

Franco Vassia


Vittorio Nocenzi e Aldo Pancotti (Wazza)



 

venerdì 10 maggio 2024

Era il 10 Maggio del 1971


YES in tour in Italia, maggio 1971

Il 10 maggio del 1971 gli YES suonano a Milano, al Teatro Lirico: in formazione ancora Tony Kaye, che lascerà poco dopo il posto a Rick Wakeman.
È questo uno dei primi "assaggi" di musica prog; eseguono tra gli altri "Yours Is No Disgrace", "Perpetual Change", "America", che fecero diventare il gruppo inglese beniamo del pubblico italiano.
Di "spalla", come si usava dire all'epoca due gruppi, i "Black Widow", e la "Premiata Forneria Marconi" - al debutto, con un repertorio che comprendeva anche cover dei King Crimson e Jethro Tull -, che da lì a poco sarebbero diventate una delle migliori band internazionali.
Il concerto fu interrotto per un po' dai disordini causati dagli "autonomi", che avrebbero voluto entrare gratis, come era normale in quei giorni.
… di tutto un Pop

Wazza


Il 10 maggio 2013 usciva "Imago Mundi", brano inedito del Banco cantato con Franco Battiato


Il 10 maggio 2013 usciva "Imago Mundi", brano inedito del Banco cantato con Franco Battiato

“Imago Mundi", Battiato canta con il Banco l'inno alla natura aggredita dall'uomo

"Imago Mundi" è anche un videoclip che il Banco ha realizzato con Franco Battiato. La regia è di Giancarlo Amendola e Francesco Di Giacomo. Attraverso le immagini, girate in collaborazione con Greenpeace, il video ci mostra la straordinaria bellezza del mondo, la sua incredibile perfezione messa a contrasto con la brutalità, la stupidità, la violenza cieca e gratuita dell'uomo nei confronti della natura e dei suoi simili. Nella sua narrazione il brano - che è un canto a tre voci (Battiato, Di Giacomo, Nocenzi), in felice sinergia fra tre artisti ormai maturi, su quello che i nostri giorni stanno raccontando - stigmatizza allora, al di là dell'evoluzione della nostra specie, l'inizio della sua forte (ineluttabile?) involuzione.
Il pezzo viene inserito come "bonus", nel Booklet uscito per i 40 anni di Darwin...non ha avuto la risposta mediatica che si aspettava.
Per molti fans, un'occasione mancata....
Wazza


Imago Mundi (Nocenzi - Di Gregorio)
  
Cry my little soul imago mundi, imago mundi.
Imago mundi.
Ho camminato tanto, notte e giorno sempre a suonare questa musica,
che mi fa male come un arrivederci trasversale. Lets go!
Che ce ne andiamo senza neanche salutare, lets go!
Ho fatto un sogno in bianco e nero,
Ho fatto un sogno in bianco e nero forte come un figlio lungo come un treno.
Cry my little soul imago mundi, imago mundi.
E ho aspettato il lupo bianco, che azzannasse questinverno.
Cry my little soul, imago mundi.
Appartengo a un altro mondo,
a un altro dio sono il figlio di unaltra guerra sono il figlio di unaltra guerra
sono luomo di unaltra donna sono un cane a due teste,
un pirata virtuale isola di terra ferma in braccio alle maree.
Cry my little soul Imago mundi.
Prendi tempo amico mio,
e avremo ancora tempo per provare a modulare questa rabbia che ci sale.
Cry my little soul questo è il basso imago mundi questo è il passo,
piano o forte come vuoi
E provateci voi, ad infilarmi in questo coro frastornato
farmi parlare ancora in play back. Lets go! Lets go!
Porto notizie fresche.
Sono unonda che non ha mai visto il mare
le onde sono la drammaturgia del mare
le onde sono tante e solitarie e amanti della luna
sono le amanti della luna che sfiora le maree mentre il giorno cammina,
piano, piano cercando il giusto passo.
Cry my little soul imago mundi, imago mundi. Imago mundi.
Cry my little soul. Imago mundi.




giovedì 9 maggio 2024

Gentle Giant: era il 9 maggio del 1970

  
«C'era un grosso cambiamento negli anni ‘60. Tutti i musicisti sentivano l'esigenza di discostarsi dalla musica pop e provare a fare qualcosa di diverso»
(Phil Shulman)

Sembra che il primo concerto a nome "Gentle Giant" sia stato proposto il 9 maggio 1970 alla Union House, il palazzo del sindacato studentesco di Pourtsmouth.
Nonostante "giocassero in casa", città natale di Simon Dupree, il cantante che loro accompagnavano, l'affluenza di pubblico sembra sia stata molto scarsa.

La loro abilità, però, non passò inosservata agli addetti ai lavori, e i GG divennero ben presto una band di supporto molto richiesta, aprendo molti concerti di artisti prog già famosi.
A novembre dello stesso anno, incisero il loro eccezionale primo album.

Di tutto un Pop…
Wazza

In Italia...


… all'inzio i "mezzi" erano pochi per fare pubblicità ai concerti!





La formazione originale del Gentle Giant! Londra 1970

Dietro: Derek Shulman (vocalist, sax alto, tromba, basso elettrico, flauto e percussioni), Kerry Minnear (voce, pianoforte, tastiere, vibraphone, violoncello, flauto e percussioni), Ray Shulman (voce, basso elettrico, violino, chitarra acustica, flauto e percussioni).

Davanti: Gary Green (chitarra elettrica, acustica, flauto e percussioni), Martin Smith (batteria e percussioni), Phil Shulman (voce, tromba, sax tenore, pianoforte, flauto e percussioni)




Commento all'album “L’effetto della cifra di sinistra”, del cantautore Wasichu

 


L’effetto della cifra di sinistra” del cantautore Wasichu, recentemente pubblicato dall’etichetta La Stanza Nascosta Records è un racconto, talora sarcastico, di aberrazioni universali. Una denuncia di ingiustizie, magagne, colpe, storture troppo spesso insabbiate, con le quali è arrivato il momento di fare i conti in maniera diretta. Un disco forte nei contenuti, sicuramente divisivo, che sembra possedere una sua necessarietà, in questo momento storico e - sotto la patina sonora “passatista”- una spaventosa modernità a livello di “narrazione”.

Canzoni politiche, libere e scomode, cantate con un timbro e un piglio che, per certi versi, ricordano quelli di una leggenda sarda della canzone d’autore, Piero Marras.

Folk, rock-blues, country e divagazioni reggae per un lavoro che ci appare autentico, onesto nelle intenzioni e nella realizzazione, mosso da un anelito insopprimibile di libertà (Scappa torna dov’eri, dove tutto è degno di te Torna a quello che sei: Il più selvaggio dei re Il tuo mondo ti vuole, Il tuo mondo tu lo rivuoi Scegli di non avere una vita scelta da noi L’uomo inventa prigioni e regole per chiuderle a chiave L’unica legge che hai è l’inverno con la sua neve).

Dieci tracce tra disillusione e-nonostante tutto- ostinata speranza; seconda prova, dopo il precedente “Non è un disco per giovani” (La Stanza Nascosta Records, 2020), di maturità e peso specifico per il cantautore varesino.

ASCOLTO