giovedì 31 luglio 2014

E’ uscito il nuovo numero di MAT 2020.


E’ uscito il nuovo numero di MAT 2020.
In copertina il mitico Fish, fotografato da Stefano Pietrucci.

E così accadde che Stefano Pietrucci fece arrabbiare Fish… che cosa è successo Ste?

Beh, è nato un simpatico siparietto in hotel; io ho fatto una domanda a Fish - tradotta dall’interprete - ricevendo una risposta di cui non ho capito nulla, ma pare che abbia toccato un tasto … moooolto interessante - a detta dell’interprete - perché lui ha commentato dicendo: ” … finalmente una domanda sensata, e mi sta a cuore rispondere…”, ma subito dopo si è innervosito, perché credendo che avesse finito di parlare l’ho interrotto, impedendogli di concludere il concetto che aveva in testa. Fortunatamente l’interprete ha messo a posto le cose, spiegando l’incomprensione, e alla fine lo stesso Fish si è scusato con me… almeno così mi hanno detto, perché io non ho ben capito le sue parole!

Già ma che domanda fantastica avrà mai fatto Stefano Pietrucci a Fish?
Temo che resterà una domanda senza risposta!



mercoledì 30 luglio 2014

Sitra's Monolith, il disco d'esordio


Sitra's Monolith, il disco d'esordio


E' disponibile il disco d'esordio dei
Sitra's Monolith, band che annovera al proprio interno il talentuoso chitarrista Fabrizio Zambuto. In un mix di rock, blues e southern, Sitra's Monolith, edito dalla Videoradio di Beppe Aleo, si segnala come una delle rivelazioni musicali dell'anno. Il progetto, nato nel 2012, è impostato su brani esclusivi e originali ed è composto oltre che dallo stesso Fabrizio Zambuto, anche dai musicisti Michele Mora al basso e Manuel Togni (Kee Marcello, Uli Jon Roth, Stu Hamm, Ule Ritgen) alla batteria.





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martedì 29 luglio 2014

In arrivo MAT2020 di Luglio



E alla fine, anche se con un po’ di affanno, arriva il numero di Luglio di MAT2020, poche ore ed è cosa fatta!
Che cosa abbiamo preparato per voi assidui e affezionati lettori?
Per dovere di ospitalità partiamo da una new entry collaborativa, quella con Francesca Flati di Rome by Wild che ha seguito per noi una serata denominata “Zombies Love Heavy Metal”, una zona musicale e teatrale tutta da scoprire.
Roberto Manfredi racconta a MAT 2020 qualche dettaglio della sua lunga vita artistica, soffermandosi sull’ultimo libro scritto, dedicato a Roberto “Freak” Antoni,  “Freak: odio il brodo”.
Ritorna dopo discreta assenza Glauco Cartocci, e propone qualche intreccio “noir”, di quelli che nessuno lui può raccontare.
Stefano Pietrucci ha seguito per MAT 2020 il concerto di Fish e si è aggiudicato la copertina del mese.
Week end da favola per Roberto Attanasio, fan incallito di Claudio Simonetti: il suo resoconto dopo il concerto di Torino, da lui organizzato, denota tanta passione, che si spera sia elemento di possibile contagio.
Qualche recensione, tra prog e rock, permette di parlare del’album solista di Ricky Portera, del “live” de Il Castello di Atlante e della terza opera de Il Segno del Comando.
Sempre sul versante “album”, Caludio Milano propone Glad to Be Unhappy… tutto da scoprire.
Alberto Sgarlato, oltre alla sua consueta rubrica “ONCE I WROTE SOME POEM”, evidenzia il progetto “Røsenkreütz”, che ha prodotto un disco che si candida al primato prog nel 2014.
Fabrizio Poggi ritorna a scrivere per la causa comune e sottolinea la leggenda di James Cotton.
Le perlustrazione della rete portano Riccardo Storti a disseppellire un gioiello del 1981, Olympic Rock & Blues Circus, del trio Auger,York & Farlowe mentre spetta a Mauro Selis il compito impossibile di svelare il legame tra la musica progressiva e il Cile.
Non meno interessanti le espressioni scientifiche e musicali che Selis propone nella consueta rubrica PSYCOMUSICOLOGY”.
Angelo De Negri, da esperto direttore, scava nella memoria e riporta indietro al 1975 le lancette dell’orologio.
Insomma, sarà anche estate, ma la voglia di provare ad accontentare i lettori non scema, e gli argomenti mantengono la varietà che contraddistingue la linea editoriale.
Il mese di Agosto sarà quello della pausa, un attimo di sosta prima della ripresa che dovrebbe arrivare a Settembre, un momento per raccogliere le idee e immaginare altri scenari, altri argomenti, altre curiosità, sempre qui, su MAT 2020.

www.mat2020.com

il webmagazine periodico gratuito!







lunedì 28 luglio 2014

"Tutto o Niente" è l'album d'esordio dei Die Abete


"Tutto o Niente" è l'album d'esordio dei Die Abete.

Die Abete nasce nel 2013. Sono 2 chitarre, 2 batterie, 3 voci, ogni tanto anche 4. Si chiamano Marco, Eugenio, Lukas e Michele e vengono dal Sud-Est dell'Umbria, Terni. Da poco è entrato in formazione stabile Riccardo. Il loro primo disco è "Tutto o Niente”, 13 minuti e 40 secondi, 8 pezzi. Due giorni a sfondarsi le orecchie, 2 in post, 1 mese per ricordarsi che l'avevano fatto.
"Tutto o Niente" è stato autoprodotto in 50 copie fisiche in edizione limitata, da giugno riedito in digitale da V4V-Records che, assieme a Fallo Dischi, dopo l'estate ne curerà la ristampa in cd.


E così abbiamo sempre pensato che ci fosse tutto dovuto?
Crudi come le ossa,
senza ombra, senza tomba
.”

L'album è offerto in streaming anche su BandcampSoundcloud e Youtube.
VIDEO CREDITS
Riprese e montaggio: Riccardo Tappo - riccardotappo.wordpress.com/
Seconda camera: Lorenzo Bernardini
DICONO DI LORO:
"L'hardcore punk come lo avete sempre sentito, ma fatto peggio" (Formigoni).
"Usano la ceralacca, ma scopano fortissimo" (Sasha Grey).
"I riff fanno sembrare i Meshuggah delle signorine" (M. Bosè).


CREDITS
Eugenio Della Mora: vocals + drums | Marco Tortorelli: guitars + vocals | Lukas Bergmann: drums + artwork | Michele Perla: guitars + vocals
Tutte le tracce sono scritte e suonate da Die Abete
Registrato e mixato al Groove Studios (Terni, Ita) da Lorenzo Briguori, 2014
Masterizzato al Big Tune Mastering studio (Perugia, Ita) da Francesco Palazzetti, 2014
Matteo Sciamannini voce su “Mosquitos Threat”, “Per un pugno di pugni”.





venerdì 25 luglio 2014

Robert Plant a Piazzola sul Brenta, di Gian Paolo Ferrari


L’arcobaleno rock di Robert Plant incanta Piazzola sul Brenta …

Premessa. Prima di un evento sportivo c’è sempre una fase di “riscaldamento muscolare”. Quindi, per non essere da meno durante lo svolgimento del mio turno di servizio taxi, lunedì 14 luglio ho pensato bene di “Prepararmi” ascoltando ininterrottamente per tutta la giornata l’album “The song remains the same” dei Led Zeppelin. Nubi minacciose si intravedevano sulle colline veronesi, e questo certamente non era di buon auspicio per il concerto di Robert Plant, ma come sempre la forza della musica (accompagnata da innumerevoli scongiuri) ha fatto sì che nel tardo pomeriggio come d’incanto il cielo si aprisse lasciando in dote le premesse per una grande serata rock. Sono insieme al mio grande amico “prog” Paolo Iemmi, voce (splendida) e basso della tribute denominata Big one, con la quale collaboro da diverso tempo (Paolo è un grande esperto dei Led Zeppelin, e aveva già visto Plant dal vivo qualche anno prima). Assistere ad un concerto in compagnia di un musicista è indubbiamente un grande vantaggio, si possono cogliere sfumature e dettagli tecnici-musicali che altresì potrebbero inevitabilmente sfuggire. E così alle 19,30, dopo esserci liberati dai nostri reciproci impegni lavorativi … possiamo partire! Destinazione Anfiteatro Camerini a Piazzola sul Brenta, tribuna frontale numerata – fila C11 posto: 48 e 49.

HYDROGEN FESTIVAL-ROBERT PLANT+ NORTH MISSISSIPI ALLSTAR   

Il rimpianto.-Decisamente bella la cornice di questo stupendo anfiteatro Camerini; essendo arrivati in ritardo troviamo già sul palco i North Mississipi Allstar dei fratelli Dickinson (mi ero documentato in anticipo su questo gruppo che non conoscevo), davvero molto bravi nel proporre il loro mix di rock-blues infarcito di tradizione country e modernità. Ho avuto la conferma delle grandi doti chitarristiche di Luther Dickinson,ma soprattutto mi ha impressionato il fratello Cody, un vero folletto sul palco nel suo alternarsi tra la batteria, la chitarra ed il canto, veramente sorprendente (comincio già a pentirmi del ritardo, ho la vaga impressione di essermi perso qualcosa …).
Il grande momento.-Al termine di questa intensa ed allegra esibizione si avvicina il grande momento. Per deformazione professionale osservo attentamente i tecnici del service impegnati negli ultimi controlli di rito, ok tutto a posto … buon lavoro ragazzi! La formazione dei The Sensational Space Shifters che accompagna Plant in questo tour è già disposta sul palco, alle loro spalle si erge come coreografia  scenografica la grande conchiglia raffigurata sulla copertina del nuovo disco “LULLABY AND … THE CEASELESS ROAR” in uscita a settembre. Parte la musica, stento a riconoscere l’intro del brano,  la folla presente esplode in un boato liberatorio … eccolo! Con  passo calmo e carismatico Robert Plant prende posizione sul palco, finalmente potevo ascoltare una delle più grandi voci del rock ancora in attività! E’ NO QUARTER, totalmente costruita in una nuova chiave elettronica ad aprire lo spettacolo, come il secondo pezzo TURN IN UP, antipasto del nuovo album condito da una profonda anima blues. Dopo i consueti saluti di rito, Robert presenta il brano SPOON FOOL, un pezzo fantastico aperto a chiare influenze orientali e africane grazie al suono magico del ritti, violino ad una corda suonato dal musicista del Gambia Juldeh Camara, Questa etnicità musicale di ricerca mi ricorda molto il  Peter Gabriel affiancato dal cantante senegalese Youssou N’Dour nel tour di So nella fine degli anni ’80. Arriva il momento di un altro classico dei Led Zeppelin BLACK DOG. Anche questo arrangiato in maniera molto originale, la canzone parte con uno splendido assolo di banjo per poi continuare nella sua maestosa potenza. E la voce? Chiedo lumi all’esperto Paolo seduto al mio fianco, che mi conferma la limpida pienezza del timbro vocale ancora tremendamente inconfondibile ed unico di questo vecchio leone del rock.
La luna e l’arcobaleno.- L’atmosfera che si respira è indescrivibile, lo scenario di questo anfiteatro è cinematografico, sembra di essere in un film dove ti domandi se veramente sia reale  la grande emozione che stai vivendo. A questo punto che cosa può mancare ancora per completare questa affascinante scenografia? Un arcobaleno? Eccolo qui! Robert presenta RAINBOW, un piccolo gioiello folk-rock che sta già imperversando in tutte le radio, certo che la versione live e tutta un’altra cosa … nel frattempo Paolo mi fa notare la bellezza della luna che in quel momento maliziosamente fa capolino in lontananza, e come in una sinergia telepatica ecco che lo stesso Plant esclama rivolgendosi al pubblico: “Guardate! Non piove e c’è la luna!”.  E qui arriva il momento di Liam Skin Tyson, che con la chitarra acustica si destreggia in un sofisticato e difficile fingerpicking, accompagnato dal violino di Justin Adams, assieme introducono un’altra pietra miliare dei Led Zeppelin: GOING TO CALIFORNIA , qui  il leone del rock  con il pubblico in delirio, con un graffiante ruggito ribadisce orgogliosamente: “ Noi siamo The sensational Space Shifters” (messaggio ricevuto ed esecuzione da brividi … ve lo posso garantire); si cambia atmosfera e segue THE ENCHANTER, (e qui Paolo mi è di grande aiuto, infatti … mi informa che il brano in questione è tratto dall’album Mighty to ReArranger del 2005). L’esecuzione è molto coinvolgente (ma questa è la caratteristica che identifica questo concerto), un blues tenebroso pieno di effetti elettronici influenzato anche questo nel finale da affascinanti ritmi africani.

La fuga verso l’arcobaleno.- A questo punto non riesco più a resistere, abbandono il mio comodo posto di tribuna numerata e cerco di avvicinarmi il più possibile all’arcobaleno che stava sul palco. Robert in quel momento è intento a presentare alla sua maniera il signore della psichedelia, ovvero Liam Skin Tyson, mentre la chitarra acustica introduce la mitica BABE I’M GONNA LEAVE YOU, apoteosi ed applausi a scena aperta che vengono molto apprezzati da mister Plant. Nelle mie vicinanze una parte del pubblico continua insistentemente a richiedere canzoni dei Led Zeppelin. Freddo e magnetico Robert Plant risponde a tono: “Generazione sbagliata! Andate a dormire! (lo ripete tre volte) … a settembre esce il mio nuovo disco e questo pezzo si chiama LITTLE MAGGIE!”: parte il brano, un incessante “marcia” country dalle irresistibili atmosfere etniche… è impossibile restare immobili, si balla e a tempo si battono le mani. A ruota tutto di un fiato arrivano FIXIN TO DIE e WHOLA LOTTA LOVE, che partendo come un vecchio blues si trasforma a poco a poco nel grande pezzo hard rock che tutti conosciamo. Anche qui ricche sfumature etniche che esplodono in un finale davvero grandioso.



Arrivederci.-Arriva il momento dei saluti, dopo un grande inchino Robert Plant si congeda con un “Arrivederci” e, seguendo un copione scritto e come di consueto seguito da tutti gli artisti, si ripresenta sul palco per gli ultimi bis. NOBODY’S FAULT BUT MINE, rivisitazione dei Zeppelin del blues inciso per la prima volta dal leggendario Blind Willie Johnson nel lontano 1927 (altra informazione ricevuta dall’esperto in materia il prof. Iemmi). Si chiude infine alla grande con il classico dei classici dei Led Zeppelin: ROCK AND ROLL, anche questo stravolto da un arrangiamento folk-rock-blues e World music, un autentico arcobaleno di suoni e atmosfere. Dalla mia posizione vi posso garantire che si sta vivendo un autentico delirio di emozioni. Applausi a scena aperta fra gli inchini dei protagonisti di questo incredibile concerto,che se proprio deve avere un difetto … ebbene sì! La durata. Un ora e mezza mi è sembrato davvero poca cosa a confronto di altri eventi della stessa portata. Ad ogni modo tanto è bastato per lasciarsi rapire da questo fantastico arcobaleno rock. Un arcobaleno intriso di  sperimentazione e originalità, supportata dal fascino delle atmosfere etniche.


Dettagli finali.-I componenti della band che hanno accompagnato R.Plant in questa fantastica serata sono: Justin Adams (chitarre), Juldeh Camara (ritti, kologo, tamburi e cori), Liam “Skin” Tyson (chitarra acustica),John Baggott (tastiere), Bill Fuller (basso), Dave Smith (batteria)
Il rientro e le previsioni.- Ovvio che l’andrenalina dopo un concerto di questa portata è alla massima potenza. Infatti al nostro rientro in auto io e Paolo ci siamo esibiti in una grande esecuzione di KASHMIR. Il sottoscritto mimando i movimenti e i tocchi della batteria (a discrezione sul cruscotto) e il buon Iemmi alla voce. Vi posso garantire che il ragazzo in questione sa raggiungere certe vette vocali con una semplicità disarmante! Per concludere mi voglio sbilanciare in questa previsione, il prossimo disco di Robert Plant “Lullaby and … the ceaseless roar” sarà senz’altro il migliore album dell’anno … nutrite dei dubbi in merito? 

Alla prossima, dal vostro inviato Gian Paolo Ferrari-Taxi rock.




giovedì 24 luglio 2014

YOULOOK - “DESERT ISLAND”



YOULOOK  (Luisa Cottifogli, Aldo Mella e Gigi Biolcati)
L’ALBUM D’ESORDIO
DESERT ISLAND


L’incontro tra Luisa Cottifogli (voce, live electronics), Aldo Mella (contrabbasso, basso elettrico, live electronics)e Gigi Biolcati(percussioni), avviene in studio alla fine del 2013. Uniti dalla passione per il jazz, iniziano ad improvvisare, seguendo ognuno il proprio istinto. Nasce subito un’intesa positiva che si sviluppa con enorme divertimento in un gioco-prova che mescola rock-jazz, etno-jazz, jazz cantautoriale, andamenti melodici e ritmici popolari. A seconda delle necessità creative, ciascuno dà il meglio di sé in assoluta libertà, senza precludersi alcuna strada. Il rapporto fra improvvisazione e composizione si rivela perfetto. Eleganza e gusto si esprimono in un linguaggio brillante e non convenzionale. ”Fin dall’inizio ci siamo sentiti uniti musicalmente e umanamente, come se ci fossimo sempre conosciuti“ spiega Luisa Cottifogli, una delle voci più affascinanti e versatili del panorama musicale italiano. “Gli ampi spazi improvvisativi ci hanno permesso di puntare con fantasia e passione dirompente sull’interazione tra le timbriche e le nostre personalità”. Il risultato finale di poche ma proficue sedute diventa un intreccio di ritmi e sfumature, con un suono di grande temperamento che trova nella performance live la giusta fusione e il registro più appropriato. Non resta che incidere il primo disco.


Dalla cifra stilistica di Aldo Mella (già Area 2, Franco D’Andrea, Rossana Casale), dai ritmi percussivi di Gigi Biolcati (Riccardo Tesi e Banditaliana) spesso escogitati all’impronta, che poggiano sicuri sulle straordinarie e potenti corde vocali di Luisa Cottifogli (già ex-vocalist dei Quintorigo), si materializza Desert Island, che segna finalmente il debutto del trio YOULOOK, un nome che potrebbe sembrare una strizzatina d’occhio alla moda anglofona del momento, ma in realtà è una parola italianissima, anzi piemontese, che vuole dire“ gli allocchi”

Desert Island è un lavoro in cuila poliedricità e l’assenza di pregiudizi verso ogni stile musicale si traduce in una totale libertà di espressione. Infatti, l’idea di plasmare il suono e la voce, come si plasma la materia, è frequente nel disco. “Insieme ci siamo occupati di ogni aspetto produttivo” racconta Aldo Mella, “dalla scrittura di brani inèditi (Walzer del mercato, Technimpro, Psichedelimpro, Di notte, Funkympro, Desert Island, Youlook), ad una originale rivisitazione in chiave youlook di canzoni famose che hanno fatto la storia del rock,del pop e del jazz (Angie, Shine on you crazy diamond, Afro Blue, She walked through the fair, Meu Amanha, Manha do Carnaval),alla registrazione, fino al mixaggioIl collante di tutto è la bella atmosfera che si respira tra di noi.” Un equilibrio che ha permesso di centrare l’obiettivo che non è solo frutto di virtuosismo ma di una sensibilità musicale fuori dal comune. “Sono canzoni rielaborate e assimilate fino a stemperarsi in una scrittura originale” aggiunge Gigi BiolcatiDesert Island è un lavoro di cui siamo molto soddisfatti e che obbedisce fedelmente ai principi youlookiani del  buona la prima…..o al massimo la seconda”.

Il trio YOULOOK “agisce” tra le risaie del Vercellese, mentre la base operativa del progetto è a Besana in Brianza, dove è stato felicemente accolto in casa Art Up Records, giovane e dinamica etichetta indipendente. Il cd è distribuito da Self.




mercoledì 23 luglio 2014

UT New Trolls a Zibello, di Daniele Raimondi



Passioni d’estate con gli UT New Trolls a Zibello, in “Musica in Castello

C’è chi cambia vita in un mese e chi trasmette emozioni da quasi mezzo secolo. Appuntamento il 20 luglio 2014 con la XII edizione di Musica in Castello a Zibello, cittadina parmense, ricca di prodotti enogastronomici famosi in tutto il mondo, di curiosità storiche, culturali e paesaggistiche, ma con il tempo che non promette bene. In piazza Giovannino Guareschi, dalla semplice e armonica architettura guardata a vista dal suntuoso Palazzo Pallavicino, che accoglie sotto l’elegante porticato i tipici ristoranti, sul palco gli UT New Trolls, la band genovese illumina le belle pagine di datata e di recente storia, regalando le emozioni della musica live all’aperto. Gli UT New Trolls, vanto del periodo prog, eccoli oggi: Gianni Belleno, alla batteria e cori, Maurizio Salvi, hammond e tutte le tastiere del mondo, due nomi pesanti dell’universo musicale, accompagnati da Claudio Cinquegrana alla chitarra e cori, Umberto Dada voce, Andrea Lavelli al basso e cori, Stefano Genti alle tastiere e cori. Il baricentro della serata è stata la musica incisa nella storia, il repertorio è un sound che passa dalla contaminazione dei ritmi di una soave musica classica, con l’energia del rock, inanellando splendide melodie: Intro – Muddy Madalen – Chi mi può capire – dall’Allegro all’Adagio del Concerto Grosso, fra i brani più belli della scaletta, classici come Improvvisazioni – Vivace e Moderato – Fare You Well Dove - Studio e XXII Strada, partono le note di un capolavoro a tutti nel cuore, Una Miniera. A grande richiesta dal pubblico: Paolo e Francesca e C’è troppa guerra. La frequenza delle note e delle emozioni si coniugano magicamente, in “Diari di rara bellezza”. Una scaletta dalle incidenze telluriche, che incrociando tornano assieme, come se, gli UT New Trolls, avessero riaperto la bottega della musica, capolavori dalla fama planetaria e brani di recente scrittura, non a caso si sono esibiti in Giappone e presto al Moon Theater di Londra, con due serate da Sold Out. Con il viaggio, nel Concerto Grosso, è stato possibile appezzare il livello qualitativo eccelso dell’intuizione di Luis Bacalov, evidentemente normale e ordinario nel suo pensiero, partiture portate, con successo, al grande pubblico dai New Trolls. I legami con il classico barocco sono mantenuti come metodica di stile e le variazioni aggiungono un’altra tonalità ai movimenti. La band non si ferma un attimo, se non per sistemare qualche strumento, un salto in Do UT Des, album dai profondi versi, con: Paganini – Per ogni lacrima e Oltre il Cielo, per viaggiare su fresche partiture, ma dalla chiara impronta di fabbrica. Gianni, in stato di grazia, per due ore è un temporale piuttosto intenso, che causa applausi “elettrici” a non finire. Maurizio, si muove con destrezza e controllo finissimo, intarsia melodie, dai toni bassi ai medio alti, tanto da percepire chiaramente la “statura” del Maestro. Claudio, dalle dirompenti vibrazioni, ascoltate anche nei paesi vicini. Umberto, voce di grande pregio, autentico strumento musicale. Andrea, presenza ritmica di alto livello e dalle movenze sceniche di rara bellezza. Stefano, si fa apprezzare per la qualità delle note e della voce. Con Irish, siamo alle note finali, band e pubblico una sola voce: Quella Carezza della Sera.

Dopo quarant’anni sono sempre qui”, si sentiva commentare a mezza voce, la piazza da tutto esaurito è in visibilio e ammaliata dalla band, li chiama, li applaude e viene ripagata con: Le Roy Soleil. Il passato lo si conosce, il futuro è di nuovo presente, con un’insieme di emozioni capaci di far innamorare anche dopo una sola nota!



martedì 22 luglio 2014

MOOD-“Audiodrive”



Il 06 Maggio 2014 è uscito in radio e TV il nuovo singolo Audiodrive dei MOOD, disponibile in tutti i negozi digitali, distribuito e promosso da ALKA record label.

I Mood nascono nel 2011 da un trio collaudato in seguito all’ingresso nella band del cantate Patrizio. Sono il frutto di un lungo percorso, cominciato nei primi anni del 2000, dall’incontro tra Max (ex chitarrista della band), Filippo e Primiano, che accomunati dall’amore per il rock classico degli anni 70 e quello più recente degli anni 90, iniziano a collaborare. Le prime idee prendono forma e danno vita alla bad gli Altrosud, che dopo una manciata di concerti ed una registrazione low cost, perdono colpi ed evaporano, lasciandosi alle spalle brani incompiuti e tante idee che però non muoiono. Tra il 2002 e il 2006 il trio porta avanti altri progetti paralleli che permettono di risentire di diverse contaminazioni musicali. Nel 2011, l’incontro con Patrizio e il completamento della formazione permette alla band di lavorare a quelle idee che da anni subiscono variazioni, fino a raggiungere il rock melodico del primo lavoro “On The Moon”, composto da 6 tracce, 3 delle quali frutto di anni di maturazione, nascono i Mood. Tutto il 2012 è dedicato all’arrangiamento ed alla registrazione del disco, con calma e per tentativi, e solo nel giugno 2013 l’album è pronto. L’apporto di Max purtroppo si esaurisce nello stesso anno, causa di forza maggiore ed è costretto a lasciare il posto a Paolo che entra a far parte della band. 



I Mood sono:
Patrizio Tamborriello (voce e chitarra)
Paolo Carraturo (chitarra)
Filippo Savino (basso e voce)
Primiano Di Nauta (batteria)

Testi e Musica: Patrizio Tamborriello
Distribuzione: ALKA record label
Ufficio stampa: AlkaNetwork 




lunedì 21 luglio 2014

L'indignazione di Gianni Leone


Lo sfogo di Gianni Leone

No, no, no, nooooooooooooooooooo!..... Non so se sorridere o deprimermi! Questa gente è fra noi. Fosse VOLUTAMENTE trash, lo accetterei allegramente, ma il dramma è che queste persone credono di aver fatto un "buon" prodotto, fanno sul serio, sono davvero così e ci credono! Parlo di chi ha composto questa porcata, chi ha scritto il testo, di chi l'ha arrangiata, di chi l'ha suonata, di chi l'ha cantata, di chi ha concepito questo filmato, di chi ci ha lavorato. Alla "modella" potevano almeno aggiustare il dente scheggiato e coprirle con del cerone la pelle macchiata...  Lui è... inqualificabile, con quella voce nasale da neomelodico di quart'ordine. E poi, il nome: Antoine, in un patetico tentativo di rendersi, secondo lui, più... "chic"! L'universo che sta dietro a queste "operazioni" mi fa una profonda pena e tristezza: degrado culturale e sociale, cafonaggine innata, cattivo gusto atavico , volgarità nel dna, ignoranza abissale, gallismo da sottoplebe...Talvolta (come in questo caso) non riesco più nemmeno a ridere. E' facile dire: fregatene e ignora, vivi e lascia vivere... Mah, chissà perché,  più passa il tempo e più divento intollerante. Penso a tutti quelli che accorrono in piazza ad applaudire forsennatamente questi "cantanti"... Mi domando cosa ci sia nelle loro testoline... Mi viene lo scoramento: come possono subire e accettare così passivamente questa sottocultura?! Perché non cercano di aprire le loro menti, i loro orizzonti culturali ? In tempo di Internet chiunque può, oramai non ci sono più scusanti!
 'Sta "cosa" mi è capitata sul computer per caso. Per fortuna basta cliccare in Google altri nomi, chessò, "Frank Zappa"  oppure quelli dei grandi del Jazz (solo per restare nell'ambito musicale, ma resta l'intero scibile umano da esplorare), e ci si ritrova istantaneamente in un'altra dimensione, lontana anni luce dalla Grande Cloaca.                                                                                                                     
E c'è anche (e perfino) di peggio, in giro!





domenica 20 luglio 2014

COLONELLI-“Combustione Interna”


A distanza di cinque mesi, dopo aver scalato la classifica radio Indie Music Like, con undici settimane di permanenza con il singolo “Masticacuore”, il 24 Giugno esce in tutti i negozi digitali il nuovo singolo Combustione Interna dei COLONELLI distribuito e promosso da (R)esisto. Il nuovo lavoro della band di Grosseto anticipa l’uscita del primo Album previsto per Ottobre 2014.

I COLONNELLI sono tre ragazzi che provengono dalla provincia Grossetana, nati e cresciuti nel promontorio del Monte Argentario. Si formano dopo lo scioglimento degli  ENCENDEDOR, storica band noise/rock maremmana attiva per dieci anni, che ha aperto concerti di ELIO E LE STORIE TESE, ULAN BATOR, ZU, HEAMPHEAD e molti altri.
Dopo lo scioglimento degli ENCENDEDOR, Leo Colonnelli ( unico superstite del gruppo)  assolda i fratelli Russo, due giovanissimi ragazzi provenienti da un altro ottimo gruppo locale, gli OVERSENSE,  rispettivamente Roberto alla batteria, e Gianmarco al basso e seconda voce.
I COLONNELLI suonano grezzi e spietati, senza effetti, senza riverberi, senza delay, attaccandosi diretti ai loro Marshall e suonando piu veloci che possono, cercando di unire le sonorità tipiche del thrash Metal con la lingua Italiana in una mistura abbastanza inusuale.
Le canzoni della band non parlano di politica o situazioni sociali, non parlano d'amore....I Colonnelli parlano di morte, riscatto e vendetta.
Hanno una lista NERA delle parole che non usano. Termini come "fragile" "sterile" "perile" "merile" e tutto quello che finisce per ILE non viene pronunciato nelle loro canzoni.
Sono fermamente convinti che si debba cantare con la " E" chiusa , e che "neve" "me" e "te" non si pronunci "nèvè" " mè" e "tè".
Nel 2013 autoproducono il loro primo EP " CIRCO MASSACRO " composto da sei tracce, anticipato dall'omonimo Singolo/Video.
Organizzano un breve tour che li porta a suonare in tutta la provincia per i mesi estivi, facendosi conoscere per i loro live tirati ed energici.
Nel luglio 2013 realizzano il loro secondo Video "MASTICACUORE" filmato in una zona "ex-militare" del loro paese, luogo adesso dismesso e abbandonato.
Il 28 gennaio 2014 esce il singolo e video “Masticacuore” distribuito e promosso da (R)esisto, grazie al quale si impongono nella scena indipendente come brillante alterativa al metal moderno, rimanendo undici settimane nella classifica radio Indie Music Like.


I Colonnelli sono:

Leonardo Colonnelli (Voce e Chitarra)
Roberto Russo (Batteria)
Gianmarco Russo (Basso e Voce)

Testi e Musica:  Leonardo Colonnelli
Distribuzione: (R)esisto

Ufficio stampa: (R)esisto Promozione

sabato 19 luglio 2014

GENESIS Celebration 2014




14 Novembre: "GENESIS PIANO PROJECT" per la prima volta in ITALIA ! 

Adam Kromelow e Angelo di Loreto eseguono i brano dei genesis riarrangiati per due pianoforti.
https://www.facebook.com/GenesisPianoProject
https://www.facebook.com/events/487321761402038/

è l'evento di apertura del "GENESIS Celebration 2014" che prevede come secondo appuntamento

22/11/1974: esce l’LP The Lamb Lies Down On Broadway in Italia
22/11/2014: The Lamb compie 40 anni

From Genesis to The LAMB è l’evento nazionale per celebrare i 40 anni dalla pubblicazione di The Lamb Lies Down On Broadway. Questo concept album, poi divenuto una pietra miliare del rock, è sempre stato un disco molto controverso, dai significati oscuri, ed è legato alla fuoriuscita di Peter Gabriel dai Genesis nel 1975 ed ora alla imminente reunion BBC della band, proprio in occasione del quarantennale dell’opera. Sarà una giornata interamente dedicata ai Genesis, ed oltre agli intensi momenti musicali, sono previsti numerosi eventi culturali collegati: forum e conferenze, proiezioni di materiale raro e inedito, presentazioni di libri sul gruppo, vendita, scambio e asta di rarità musicali dei Genesis, mostra d’arte grafica di opere originali e stampe delle copertine dei loro album, presenza di ospiti prestigiosi e anche CosPlay ispirato ai personaggi del mondo fantasy creato dai Genesis con i loro testi, le loro musiche e le loro illustrazioni (il programma definitivo è in progress). L’evento prevede per la prima volta il coinvolgimento diretto dei fans a livello artistico, con modalità innovative mai sperimentate negli anni precedenti. A breve tutti i dettagli ed il regolamento. Oltre al Genesis fans contest, ci sarà l’intera esecuzione dal vivo di The Lamb, con costumi, scenografie e slides originali. La band selezionata per quest’anno è italiana e presto verrà annunciata.
From Genesis To The LAMB si terrà il 22 Novembre 2014 ed è organizzato congiuntamente da: Suoni Paralleli, Progressive World & Live eXperiment, on la collaborazione di Dusk. Il comitato promotore comprende per ora Domenico Cucci e Sergio Lombardi, con Mario Giammetti nella veste di Artistic Advisor, ai quali si aggiungeranno i maggiori esperti nazionali ed internazionali del mondo Genesis. Tutti i dettagli e gli aggiornamenti dell’ampio programma saranno a breve su www.fromgenesistothelamb.it (sito dedicato), oltre che su:




venerdì 18 luglio 2014

20 per Konsequenz la 'musica di frontiera' con Girolamo De Simone, Antonello Neri e Pietro Grossi




La factory culturale partenopea celebra il ventennale con tre eccezionali uscite dedicate alla 'musica di frontiera' di tre autorevoli compositori: 'Jommelli Granular', 'Iren - ImprovvisAzioni Vesuviane' e 'Sacre'
20 per Konsequenz con Girolamo De Simone, Antonello Neri e Pietro Grossi


20 per Konsequenz
1994-2014

Girolamo De Simone
Antonello Neri
Pietro Grossi

Venti anni di Konsequenz. Compie vent'anni la  carismatica factory culturale (rivista, concerti, ensemble, cd) fondata nel 1994 a Napoli da  Girolamo De Simone e da musicisti della statura di  Daniele Lombardi, Giancarlo Cardini e Giuseppe Chiari. Per festeggiare l’evento propone tre nuovi dischi, prodotti dall’ Associazione Musicale Ferenc Liszt e distribuiti da  Masseria dei Suoni Dedita fin dalla fondazione alla musica di frontiera, Konsequenz è stata un'eccezionale macchina da guerra per la divulgazione e l’affermazione delle nuove estetiche della contaminazione, in anni in cui l’assunto dei plurali in musica non era affatto scontato. In vent’anni di attività Konsequenz ha pubblicato un centinaio di volumi monografici (presenti nelle biblioteche di tutto il mondo), ha realizzato decine di concerti e rassegne musicali, dischi, mostre ed eventi trasversali, tanto da essere riconosciuta come imprescindibile archivio del contemporaneo e anima delle sue memorie, altrimenti inconciliate.

Il primo volume del trittico non poteva non essere il nuovo lavoro di  Girolamo De Simone, dal titolo  Jommelli Granular (KNZ/011): se nel precedente ScarlAct il compositore napoletano aveva esplorato la ‘dissonanza’ partendo da centinaia di frammenti pianistici mutuati dalle Sonate di Scarlatti, nel nuovo disco propone un  aggiornamento della ‘consonanza’ di Niccolò Jommelli (1714-1774, il 25 agosto si celebra il trecentesimo anno dalla scomparsa), attraverso la  sintesi additiva granulare. Il risultato è una musica d’atmosfera, contrappuntata da inserimenti del  clavicordo, unico strumento a tastiera capace di riprodurre un vibrato delle corde percosse, il cosiddetto ‘Bebung’, che diventa nel lavoro di De Simone una  sublimazione della vibrazione, metafonia che rallenta il tempo. Il disco è tuttavia aperto da alcuni brani pianistici ispirati via via all’antica Armenia, ai canti antifonali, o agli arcaici inni cristiani siriani...  

Il secondo titolo è un'opera di  Antonello Neri, uno dei più noti e apprezzati protagonisti del panorama contemporaneo.  Iren - ImprovvisAzioni Vesuviane (KNZ/012) consta di quattro momenti dove la storia è nel primo e nel terzo con due affioramenti bachiani e diviene realtà nei restanti due. "Una  guerra illustre contro il tempo - dichiara il compositore aquilano - fu in sostanza detto essere la musica ricorrendo al concetto contenuto nell’apertura manzoniana. Quel che si ha da dire è che la storia esiste FUORI della  musica è proprio la musica che rivela questo straordinario anello conoscitivo e lo riflette in se stessa.  NON CONFUNDAR. Sì, perché sarei un mistificato(re) se aderissi alla funesta idea che, siccome in musica il tempo può essere fermo (e fermato), esso in realtà non esiste. A Maria Antonietta la testa gliela tagliarono sul serio. Deriva piantata nell’oggi è questa musica dove anche la  memoria di attimi di passato eccelso deve divenire  controcultura, strappata al dominio e alla sua dominante ideologia, che non domina il mio cervello".

Il terzo album del ventennale è una preziosa scoperta:  Sacre di  Pietro Grossi (KNZ/013). Pioniere della musica elettronica in Italia scomparso nel 2002, Grossi tra il 1975 e il 1980 si avventurò in una rilettura al  computer della  Sacre du Printemps di Stravinsky, realizzata con Soft. TAUMUS Sintetizzatore TAU2, Istituti del CNR CNUCE e IEI. Autorizzato dalla moglie Marcella Chelotti, Sacre contiene anche  OST3 tratto da  Ostinati e tetrafono del 1965, due anni prima della preziosa scoperta del compositore: “Nel 1967 ebbi il  primo ‘colpo di fulmine’ al computer. In cinque minuti suonai alla perfezione il quinto capriccio di Paganini, e dopo altri cinque minuti ne ho fatto quello che ho voluto”.


Girolamo De Simone, Jommelli granular - KNZ/011
Antonello Neri, Iren - KNZ/012
Pietro Grossi, Sacre - KNZ/013

Pubblicazioni non profit a cura dell’Associazione musicale Ferenc Liszt per i 20 anni di  KONSEQUENZ.
Produced by Ferenc Liszt - Konsequenz music project

Distribuzione:  www.masseriadeisuoni.org

Info:  3387907394

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