domenica 12 aprile 2015

GIUNTINI PROJECT, di Mauro Selis


IL GIUNTINI PROJECT:  metallo pesante seppur di pregiata lega
di Mauro Selis

Il Giuntini Project è un’idea “Heavy Metal” creata e sviluppata da Aldo Giuntini, un talentuoso chitarrista di Savona.
Il progetto si è ritagliato uno spazio consolidato nel mondo Metal, nonostante siano solamente quattro le produzioni discografiche in poco più di vent’anni di carriera:

1993 Giuntini Project Vol. I
1999 Giuntini Project Vol. II
2006 Giuntini Project Vol. III
2013 Giuntini Project Vol. IV

Abbiamo l’onore di ospitare le parole del chitarrista ligure.

Aldo, ci puoi descrivere sinteticamente l’anima dei tuoi project?
I miei Project sono nati dall’idea di fare dei progetti solisti che avessero però le caratteristiche tipiche di una band, con al centro le canzoni e non i virtuosismi chitarristici. Chiaramente essendo album di un chitarrista un minimo di spazio alla parte solistica con qualche virtuosismo strumentale lo do sempre, ma con moderazione. Avere poi in squadra un grosso calibro della voce come Tony Martin, è chiaro che aiuti a dare questa fisionomia da band al prodotto.

Come mai i tuoi album hanno gestazioni temporali così lunghe?
Perchè non ho nessuno che mi corre dietro, tipo casa discografica che pretenda un tot di album in un determinato periodo e poi perchè, non essendo una band che lavora insieme fisicamente (è dagli anni novanta che non vedo di persona i miei musicisti), ma essendo io a comporre i brani, mandandoli poi agli altri perchè mettano le loro parti, infine al cantante per le linee melodiche per poi in ultimo mixare, tutto questo richiede tempo … e poi io sono un tiratardi!
La presenza costante, da Project 2, di Tony Martin (ex vocalist Black Sabbath) cosa ti ha offerto a livello di crescita artistica?
Mi ha offerto grande qualità nonché un maggior raggio di ascolto, direi a livello mondiale.
Quando suoni la chitarra quali emozioni ti attraversano il campo cognitivo?
Mah… le maggiori emozioni le ho quando sento il prodotto finito. Quando suono, essendo un amante delle chitarre, come oggetto intendo, sono un po’ come un bimbo con in mano i suoi giocattoli.

Quando componi, quali sensazioni vivificano nella tua persona?
Io compongo mentre mi alleno. Succede che mi esca un riff... non si sa bene come… così, alle volte mettendo le mani a caso sulla tastiera, altre cercando di ripetere qualcosa che hai sentito e che, ovviamente, ricordandolo per sommi capi, ti fa venire fuori una cosa tua. Da lì entra in campo la razionalità, sviluppando l’idea in modo che il cantante abbia una base armonica che lo faciliti a trovare una bella linea melodica.

Le tue fonti d’ispirazione giovanile e quelle dell’ età matura?
Io ho cominciato ad ascoltare musica negli anni ‘70 con i grandi gruppi inglesi: Pink Floyd, Genesis, Led Zeppelin su tutti, ma anche Yes e King Crimson, per cui devono avermi per forza influenzato anche se non erano gruppi Metal. Per quanto riguarda il mio genere sicuramente i Dio, i Loudness e i primi Europe, soprattutto per il loro chitarrista John Norum e non si può non citare Malmsteen. Di recente mi sono avvicinato a generi più spinti, e citerei i Megadeth o gruppi prog metal come i Kamelot e i Symphony X.

Quali pezzi “Heavy” ti sarebbe piaciuto scrivere e come mai?
Stand up and Shout e Don’t talk to Strangers dei Dio, Street Life Dreams dei Loudness e Head Crusher dei Megadeth, ma tantissimi altri; il motivo? Perchè sono grandi pezzi in cui sento il mio modo di concepire il genere.

So che sei un appassionato interista e come tale vivrai nel ricordo indelebile del triplete 2010: per te, nel mondo della musica, esiste un Mourinho, ossia un fuoriclasse assoluto nel gestire la propria arte?
Come band i Pink Floyd e come personaggio...sembra strano ma, nella sua follia chi non sbaglia un colpo, soprattutto come gestione del proprio mito è Ozzy Osbourne!

Tu hai stigmate iniziali progressive: vi sono altri generi di musica, oltre a quello che suoni, che ti sarebbe piaciuto o ti piacerebbe sviluppare?
No! Io amo il prog rock degli anni ‘70 e lo ascolto alla pari se non di più del metal, ma non lo suonerei perchè è troppo cerebrale: io voglio FARE CASINO, sentire la chitarra ruggire selvaggiamente con riff violenti e killer!

Cosa prevede il tuo futuro musicale?
Sto registrando Project V, che sarà molto diverso dagli altri: sorpresa!

Per concludere: hai un brano della tua produzione che puoi far ascoltare a chi non ti conosce artisticamente? Quale sceglieresti?
Mi viene in mente Dead Ringer, da Project 2, dove c’è in pieno la mappa del mio guitar playing:





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