sabato 11 aprile 2015

Michael Angelo Batio @ Jailbreak – 31 01 2015


Michael Angelo Batio @ Jailbreak – 31 01 2015

Report a cura di Francesco di Gianfilippo
Photo a cura di Francesca Flati
Articolo già apparso sul portale Rome by Wild:

Grande atmosfera stasera al Jailbreak per il grande virtuoso chitarrista speed / metal Micheal Angelo Batio. Sul palco prima di lui c’è il gruppo di uno dei chitarristi più conosciuti di Roma, Frank Marelli (ex Savers e Rebel Tango).
La prima band che fa il suo ingresso e il concerto inizia. Lo stesso Frank si appropria del palco sfoggiando il tipico look alla Marrelli (le foto parlano), assieme a Alessandro Bagagli dietro le pelli, Dario Biagiotti (Biang) e Gabriele Sorrentino alle chitarre e Alberto Semprebom al basso.La scaletta è un misto tra pezzi strumentali e cover. Si inizia con “Miles and Years” e si continua con il primo pezzo strumentale, seguito da “Blue” e “Life Was Easier”.
Il sound proposto è un hard /rock puro che non mi fa impazzire. Tuttavia il risultato risulta piuttosto piacevole e il pubblico sembra apprezzarlo particolarmente. C’è da dire che Frank Marrelli ha un forte appeal sul suo pubblico e, nonostante qualche imprecisione, riesce a tenere sempre alta l’attenzione.
Dopo un altro brano strumentale, “Rock” e “Improvisation”, si arriva alle cover e sale sul palco anche Corrado Quoiam, voce della band. Come prima scelta c’è la canzone dei Judas PriestDiamonds &Rust”,  discretamente eseguita. Quindi è la volta di un omaggio al grande Billy Idol e la sua storica e famossisima “Rebel Yell”. E’ a questo punto che fa il suo ingresso, a sorpresa, un terzo chitarrista, anche lui notissimo alle cronache musicali romane, Marco Capasso, che sfodera un’ottima performance. Per concludere lo show, la band propone un'ulteriore cover “Doctor, Doctor” degli UFO, anche questa eseguita discretamente.

Giusto il tempo di una sigaretta ed ecco il momento tanto atteso: signori e signore uno dei chitarristi più veloci e bravi del pianeta, Mr. Micheal Angelo Batio, che aveva già fatto il suo ingresso nel locale poco prima, durante la performance della Frank Marrelli Band, con un trolley al seguito e molta discrezione, aveva raggiunto velocemente il palco ed era poi sparito, fino ad ora, dietro le quinte.
Inutile presentarlo, può solo essere ascoltato (proprio per questo Rock by Wild ha reso disponibili due video dello show, basta scorrere la pagina – n.d.r.).
Batio è spettacolare, in tutti i sensi. Capace di presentare i suoi pezzi con forza ed ironia, con il racconto di aneddoti e ricordi, la sua voce potente riecheggia in tutto il locale, così come la sua personalità e le note precise e furiose della sua chitarra. Se posso permettermi, lo definirei anche migliore di Malmsteen, con tutto il rispetto verso quest’altro immenso artista.
La scaletta che propone in questo Tour è davvero molto interessante perché stasera Batio si è cimentato nella riproposizione, a modo suo, di molte cover.
Da notare anche gli altri musicisti sul palco, davvero bravi! Sto parlando di Roberto Pirami (batteria), Simone Massimi (basso) e Piero Leporale (voce). In particolare quest’ultimo si fa notare per una timbrica estremamente duttile, un buon controllo della tecnica e un’ottima interpretazione vocale. Non a caso ogni cover risulta eseguita magistralmente.  Ricordiamo anche che Simone Massimi e Roberto Pirami hanno collaborato con altri grandi musicisti delle sei corde, tra i quali Vinnie Moore è Uli John Roth, tanto per fare un esempio.
Si parte con una cover strumentale del grande Eric Clapton, si inizia a fare sul serio con un tributo agli immortali Led Zeppelin (“Black Dogs”, “Whole Lotta Love”, “Rock and Roll”). Capiamo subito che il medley sarà il tema portante della serata. Il concerto continua con un altro tributo ad un altro grande artista, Randy Rhoads, del quale Batio esegue una stupenda fusione tra “Crazy Train” e “Mr Crowley” .
Questa sera Michael Angelo è in grandissima forma, sia come musicista che come intrattenitore, e propone un brindisi, birra alla mano, proprio allo scomparso e amatissimo Randy.
Il concerto prosegue con un altro tributo, (ahimè avrei preferito fosse di un altro gruppo), quello ai Metallica del quale esegue, sempre a modo suo, “For Whom The Bell Tolls” / “Welcome Home (Sanitarium)” / “Enter Sandam”, meglio degli originali! Quindi il è il tempo per un tributo a Dimebag Darell e i suoi Pantera. La band ci propone “Cemetery gates”/ “Cowboys From Hell”. Ancora un pezzo strumentale, “No Boundaries”, stavolta dalla discografia dello stesso Batio, dal suo primo album solista, per essere precisi, seguita da “8 Pillar Of Steel”, tratta invece dall’ultimo album “Intermezzo”. Poi si torna alle cover. Splendida la performance di “Burn” dei Deep Purple, con un Piero Leporale incredibile. 

Il live sta per volgere al termine, ma su un lato del palco c’è ancora la doppio manico, poggiata nella custodia… verrà usata? Neanche a dirlo! E’ proprio verso la fine dello show che Michael Angelo chiama qualcuno dal pubblico perché il suo assistente “è nascosto da qualche parte a bere una birra”, e si fa aiutare ad imbracciare la doppio manico,  resa celebre già ai tempi dei Nitro. Racconta anche che una volta riusciva a suonare strumenti a 4 manici (con la Quad Guitar - n.d.r.), mentre oggi deve accontentarsi della due manici (Double V-Neck). Inutile dire che il pubblico è in visibilio. Ma purtroppo il concerto è finito.

Certi di un bis, gli astanti restano in attesa, senza neanche incitare l’artista a tornare sul palco, sono i musicisti a richiedere l’acclamazione a gran voce, il pubblico segue e Batio torna ad accontentare tutti. Distribuisce ancora adrenalina con il tributo ad un altro grande chitarrista Van Halen e infine, con l’invito esplicito rivolto a tutto il pubblico di avvicinarsi al palco, ci regala “Black Night” (Deep Purple).

Stasera abbiamo assistito ad una performance di livello sublime. Tutti conoscono Batio per la sua velocità e precisione, ma avere la possibilità di vederlo dal vivo, rimanere incantati dal modo in cui le sue dita corrono sul manico e si spostano in ogni direzione senza sbagliare mai una nota, è impagabile. Inoltre abbiamo avuto modo di  conoscerne anche il suo lato istrionico ed ironico, più da show man se vogliamo, e la sua grande disponibilità verso i fan, con cui si è intrattenuto a lungo, a fine concerto, per foto ed autografi.

Un sentito ringraziamento a tutta la band, a Frank Marrelli e i suoi musicisti e, soprattutto, al Jailbreak che è tornato nella sua stagione buona e ci sta viziando con grandi, grandissime performance.



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