lunedì 26 ottobre 2015

LA BELLE EPOQUE “IL MARE DI DIRAC”, di Andrea Zappaterra




LA BELLE EPOQUE
“IL MARE DI DIRAC”

Davvero piacevole questo disco d’esordio de La Belle Epoque, ricco di sonorità indie-rock; accattivante il titolo, tratto dal fatto che, nel 1930, il fisico inglese Paul Dirac inventa un modello teorico del vuoto visto come un mare infinito di particelle di energia negativa.



Il Mare di Dirac” è stato registrato nel Teatro delle Voci di Treviso, uno degli studi di registrazione più grandi d’Europa, con un’acustica ambientale variabile, sotto la sapiente guida di Jean Charles Carbone, ingegnere del suono, produttore, arrangiatore e polistrumentista.
Immaginando questo vuoto cosmico, popolato solo da particelle infinitesimali la band - composta da Luca Boschiroli (voce, chitarra, percussioni), Dario Sorano (voce, chitarra, pianoforte, sintetizzatore), Daniele Pizzigoni (basso), Paolo D’Adda (batteria) - ha cercato di riempirlo con raffinate melodie testi appropriati (Luca Boschiroli), ottenendo un ottimo risultato sia come arrangiamenti che impatto sonoro. Piacevoli discromie e biscromie accompagnano l’ascoltatore in un viaggio musicale tranquillo e rilassante, ma senza impedirgli di riflettere sulle tematiche ben espresse con poetica armonia.
Lo stile è unico e distante un pò da tutti gli archetipi musicali, anche se la loro ragion d’essere (La Belle Epoque) a detta loro è quella di ricreare atmosfere rock anni ’90, utilizzando strumentazione attuale e vintage, il tutto integrato da poche sovraincisioni e da una registrazione della voce con attrezzature esclusivamente analogiche.

Questi i brani, citando le frasi che più colpiscono: ICARO, “ non avevo scelta “, è  il destino di chi ha una vita segnata sin dall’inizio e si getta alle spalle il proprio passato per affrontare l’ignoto, spesso con la possibilità di cadere e non fare ritorno; NUOVO MONDO,Nessuno si calmerà sperando in giorni migliori, in fondo non voglio essere sempre nuovo e come si fa a concentrarsi sui fogli e le teorie? Se sarà necessario pioverà!”, parole che esprimono un certo fatalismo sulla programmazione della propria vita; FUORI DI ME,L’umidità conserva terribilmente male i sentimenti”, amara constatazione finale; INSIDIA, “Ho necessità di dirti quello in cui non credo più , come rovinava la tua pelle il sole”; CRACOVIA, necessità è un termine molto ricorrente nei test; MENTRE IL CIELO CADEVA,Disarmante il peso dell’ipocrisia ,com’è difficile invecchiare limitandosi a guardare, l’era dell’autunno in fretta passerà, imparare a domare il tempo per capirne il senso”; IL MARE DI DIRAC, CON L’AMORE NEI PIEDI, concludono quesTo bel disco carico di emozioni e buona musica.


                                                                BIOGRAFIA
La Belle Epoque è una band alternative rock bergamasca attiva dal 2009. E’ composta da Luca voce e chitarra, Dario voce chitarra e tastiere, Paolo alla batteria e Daniele al basso.
Sin dall’inizio la band vuole dare un’impronta ben definita delle proprie sonorità e lo fa muovendo i primi passi con un’accurata selezione di cover di matrice anni 90, con arrangiamenti ed intermezzi dedicati. Non mancano tuttavia gli spazi per dedicarsi ad un’iniziale stesura di materiale inedito.
Trovando una dimensione sempre più personale con l’importante scelta dei testi in lingua italiana, nel febbraio 2012 viene autoprodotto un demo-ep dal titolo “Rumori dal piano di sotto” contenente 3 tracce inedite. Il demo viene utilizzato prevalentemente come presentazione per il circuito live e ricerca delle date, attività che riscuote un buon riscontro nell’ambiente locale sino ad arrivare nel 2014 su palchi di maggiore importanza quali ad esempio La Birroteca Rock o l’Elav Indie Festival. Prosegue nel frattempo senza sosta la stesura di nuovi brani.
Parallelamente al lavoro di creazione la band propone apparizioni in versione acustica, proponendo anche in questo caso una selezione molto accurata di cover internazionali completamente arrangiate per l’occasione con una strumentazione ricca di particolari quali ad esempio il mandolino, il violino, il contrabbasso, la tromba ed il pianoforte.
Il sound e gli arrangiamenti diventano nel tempo più personali e riconoscibili. I pezzi vedono convivere intrecci melodici armoniosi con incursioni elettriche più spinte, trovando una sorta di equilibrio negli intrecci di chitarre e tastiere. Mossi dal buon riscontro live e con diversi nuovi brani nel cassetto la band decide negli ultimi mesi del 2014 di dare il via al processo di realizzazione del primo disco ufficiale.
Il progetto prende forma tra febbraio e maggio 2015, con un’intensa sessione di registrazioni presso Il Teatro delle Voci di Treviso, uno dei più grandi e più particolari studi di registrazione d’Europa, guidati dalla sapiente supervisione di Jean Charles Carbone, ingegnere del suono, produttore, arrangiatore e compositore.
Nasce così “Il Mare di Dirac”, un disco di otto tracce dal sapore decisamente live, con la quale la band vuole allargare gli orizzonti locali e spingersi in un panorama decisamente più ampio.

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