Attorno a questa immagine ci sono due
storie incredibili. Iniziamo con la prima. Eravamo ormai al quarto Lp
escludendo quello inglese. Ci fu una riunione da me, con Sandro Colombini, i
fratelli Nocenzi, Francesco e gli altri. Il rapporto tra la musica e l’immagine
stava diventando prioritario anche se le case discografiche non volevano
vederlo, d’altronde sulla cecità dei nostri manager dovremmo stendere un velo
grande come tutta la nazione. Proposi allora di fare una cosa completamente
diversa, non tanto nella forma, ma diversa proprio come metodologia. L’idea era
di girare un film in cui le immagini commentassero la musica, non la
raccontassero ma ne fossero una visione onirica una evocazione, in quegli anni
non esisteva ancora il video-clip, non c’erano ancora le video cassette ne
tanto meno i dvd, ma come poteva allora essere commercializzato il disco? Lo
spettatore che andava a vedere quel film avrebbe pagato con il prezzo del
biglietto anche il costo molto ridotto del disco, che gli sarebbe stato dato in
una busta bianca visto che la copertina erano le immagini del film. Si
guardarono in faccia stupefatti era troppo per loro così si ritornò sulla terra
e si progettò un qualche cosa che avesse dentro dei segni forti. A nessuno, se
non a me, sarebbe mai stato permesso di fare una immagine del genere,
d’altronde ero convinto che all’uscita ci sarebbe stato uno sconquasso,
soprattutto da parte della Chiesa, e la cosa non poteva che farci gioco, ma non
ci furono reazioni ne dalla Curia, ne da nessun altro. Ma qui nasce la seconda
storia, figlia della prima, verso la fine degli anni 70 la mia situazione
lavorativa in Italia era divenuta più che difficile, tragica, nessuno mi
passava più del lavoro, ero considerato , troppo cerebrale, troppo difficile,
poco accondiscendente a compromessi. Grazie a Nanni Ricordi conobbi
l’amministratore delegato della Rolling Stones Record. Sigillai parte dello
studio per non avere troppe spese mi feci prestare dei soldi dalla banca con la
scusa di acquistare delle macchine, e mi trasferii da solo a New York: non ci
andavo molto volentier,i lasciare moglie e figlia non era cosa che mi piaceva.
I primi tempi, con l’aiuto di alcuni amici, presi in affitto una barca, di
quelle stanziali al boat bease sul fiume Hudson, di fronte al New Jersey; dopo
un pò mi trasferii non molto lontano da lì, alla 91 West Side. Lavorando con
l’etichetta dei Rolling Stones economicamente le cose migliorarono, anche se il
mio pensiero era sempre all’Italia. Un giorno fui chiamato in direzione e mi
fecero sentire un pezzo, era Only on the top, il singolo del nuovo long playing di Mike Jagger come
solista. Mi chiesero di fare un progetto. Presi l’occasione e tornai in Italia per chiedere una mano a Vanda,
disegnammo la nostra proposta che portai nel viaggio di ritorno a Parigi, agli
studi Olimpya, dove stavano registrando. Il progetto vedeva Mike sdraiato su
una croce con la testa verso macchina in una prospettiva mantegnana, vestito
solo con un panno ai fianchi e con ai piedi delle scarpe da tennis; la croce stava
ancora a terra su un crinale come sfondo le balze di Volterra. Mike stringeva
nella mano un martello che picchiava con forza a cacciare un chiodo dentro al
palmo dellaltra, ferma sull’asse della croce, era unautocrocifissione. All’interno una serie di informazioni che
avevo chiamato Do it yourself spiegavano come costruirsi i chiodi il martello
la croce, gli oggetti fotografati erano tratteggiati in modo da poterli
ritagliare. Il progetto fu accolto con entusiasmo. Intanto ero tornato a New
York, passarono più di due mesi. Un giorno chiesi che succedeva del mio
progetto, la risposta fu sconcertante: avevano sottoposto la proposta ai più
grandi magazzini negli Stati Uniti e in Inghilterra la risposta era che una
copertina del genere non l’avrebbero esposta, perché lesiva della moralità
quindi non se ne faceva nulla. La cosa in sé non mi meravigliava più di tanto,
se i punti vendita ti danno delle risposte simili l’industria che mira al
profitto non poteva non tenerne conto, ma che i Rollig Stones si sottomettessero
a queste regole, quando in Italia terra del Vaticano del Papa e dei cattolici,
nessuno si era indignato per una immagine molto più blasfema tutto sommato, mi
sembrava troppo. Ma il culmine dell’assurdità fu la ragione dello scandalo che
non stava nel vilipendio religioso, ma nella moralità dell’immagine, il fatto
che Mike Jagger fosse nudo con solo una piccola striscia a nascondere le sue
grazie. Era finito un sogno, era finita un’epoca, almeno per me.
La diramazione del web magazine MAT2020, per una nuova informazione musicale quotidiana
mercoledì 25 ottobre 2023
Racconti SottoBanco-"Come in un ultima cena"
"Una cena con gli amici di
sempre, un fatto abituale. Tutti più o meno rassegnati alla battuta scontata o
ai discorsi già sentiti; un incontro che improvvisamente, però, diventa duro,
violento, uno scontro frontale. Ciò accade quando uno dei presenti, senza preavviso,
mette sul tavolo se stesso, il suo lasciarsi vivere, esprime con forza tutta la
sua confusione, la sua "mancanza"... Un non previsto contatto e
una diversa tensione, allora, si stabiliscono tutti ci si trovano coinvolti
dalla totalità dei loro problemi, bisogna uscire allo scoperto, non ci si può
sottrarre alla sincera verità di chi ti guarda dritto negli occhi e la cena stessa
prende un non so che di definitivo; qualcuno dice "Mi sembra l'ultima cena" !
Veniva pubblicato nell’ ottobre del 1976 l'album
del Banco del Mutuo Soccorso "Come in un ultima cena".
Dopo i tre
"capolavori" precedenti, dopo"Banco IV", registrato per il mercato
"internazionale", dopo "Garofano
Rosso", colonna sonora dell'omino film. L'attesa dei fan per un
nuovo album in studio (cantato in italiano) era molta.
Questo disco fu uno
"spartiacque", si abbandonarono le suite prog dei primi
album a favore di una forma di canzone più tradizionale, nel senso della
composizione dei brani, più ricercati e raffinati. Opera abbastanza "complessa",
sia sul piano musicale che dei testi, nato in una specie di autoanalisi . Una
cena dove si incontrano vari personaggi . C'è il furbo opportunista (Il ragno), il romantico idealista (E cosi buono Giovanni ma,...),
l'attivista politico (Slogan), e cosi
via. Il brano, "Si dice che i
delfini parlino", era già pronto con un altro titolo per l'incompiuta
opera-rock "San Francesco".
Per la "stampa specializzata"
trattasi di album di transizione (ad avercene!), non capirono che questa
"metafora" della vita dei vari personaggi del disco era lo specchio
della società dell'epoca (e forse anche di quella attuale), e che il
gruppo stava cercando una nuova dimensione.
Uscì per la casa
discografica di EL&P "Manticore", ebbe una grande promozione,
uscì anche una versione in inglese, "As
in a last supper", con i testi tradotti da Angelo Branduardi, ed i notevoli "progressi" di Francesco
a livello di pronuncia, rispetto a Banco IV (!!??)
Seguì in lungo tour con i
"Danzatori Scalzi" ed Angelo Branduardi, ancora poco famoso;
apriva i loro concerti e presentava il nuovo brano "Alla fiera dell'est", (con cui fece il botto). Ricordo di
averli visti al Teatro Olimpico di Roma, allo spettacolo pomeridiano (la mia
futura moglie doveva rientrare prima di cena!): che concerto! Al mixer c'era
Marcello Todaro. Mi verrebbe da dire: " ho visto cose che voi umani.....".
Un grande album, maturo,
che ha il solo "difetto" di essere stato preceduto da tre capolavori,
ma con una liricità unica, e la voce di Francesco, antica...ancestrale (andate
a ri-ascoltarlo…)
WK
Questo disco, ha anche una "copertina importante"…
Note: Copertina apribile con all'interno un disegno ispirato a
"L'ultima cena" di Leonardo da Vinci e avente per soggetti i
componenti del gruppo / Allegato un opuscolo cm. 22x22 di 16 pagine con una
nota di presentazione all'opera a firma del gruppo, testi delle canzoni e
relativi disegni a commento (vedi link "Altre immagini") / Copertina
di Cesare e Wanda Monti - Illustrazioni e libretto di Mimmo Mellino /
Registrato da Peter Kaukonen e mixato da Peter Kaukonen con Banco del Mutuo
Soccorso presso il Chantalain Studio di Roma, nei mesi di Marzo-Aprile-Maggio
1976 / Produzione esecutiva: David Zard / Distribuito da Dischi Ricordi -
Milano / Formazione: Pierluigi Calderoni - batteria, percussioni; Renato
D'Angelo - basso, chitarra acustica; Francesco Di Giacomo - voce; Rodolfo
Maltese - chitarre, tromba, corno, voce; Gianni Nocenzi - pianoforte, piano
elettrico, sintetizzatore, clarinetto, flauto dolce; Vittorio Nocenzi - organo,
sintetizzatore, solina, clavicembalo.
Angelo Branduardi, tradusse i testi per la versione inglese
"As in a last Supper"
Cesare Monti, ideatore della copertina, racconta come è nata
!
Banco del Mutuo
Soccorso - Come in un'ultima cena
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