venerdì 4 dicembre 2015

4 Dicembre, giorno funesto per Frank Zappa, di Wazza


Oggi ricordiamo un'altro grande "assente-presente"... 4 dicembre 1993, ci lasciava Frank Zappa..."il genio"
…per non dimenticare
WK


Ricordo del regista Salvo Cuccia

Salvo Cuccia porta lo stesso nome, ha la stessa età (è un cinquantino), è nato nella stessa terra di Montalbano. Di mestiere, però, fa il regista, con una certa predilezione per i documentari che vanno a scavare non nei misteri, ma nella memoria. Il suo Détour De Seta, 2005, è stato presentato al Tribeca Film Festival da Martin Scorsese. Summer 82 when Zappa come to Sicily è approdato quest’anno a Venezia e poi a Padova.
In attesa che esca nelle sale italiane, va dato avviso ai cinquantini o più di preparare una buona scorta di fazzoletti. Perché, lungi dal puntare al lacrimevole e al commemorativo, il lavoro di Cuccia è un omaggio intenso e profondo non solo al grande Frank, ma anche alla famiglia, alla band, agli amici, che hanno accompagnato il musicista nel corso della sua breve vita.
Un omaggio esteso alla generosità della Sicilia e al padre del regista. Nel 1982, anno del tour europeo di Zappa, che comprende una serie di tappe italiane, Cuccia è bersagliere nella base militare di Aviano. Lì viene a sapere che il 14 luglio, data del suo compleanno, Frank salirà su un palco nello stadio della Favorita a Palermo. Compra il biglietto e si mette in viaggio con il padre, che per ragioni di lavoro si trova da quelle parti. I due non riusciranno ad arrivare in tempo. Una malattia porterà con sé il padre, pochi mesi dopo.
Per trent’anni, Salvo ha conservato il biglietto, insieme ai dischi di Zappa e alla memoria dei lunghissimi chilometri da Nord a Sud. Ricordi trasformati nella decisione di raccontare cosa significò quella notte di musica in una Palermo assediata dalla guerra di mafia, stracolma ed euforica per la festa di Santa Rosalia e la vittoria ai Mondiali di calcio; cosa significò quella notte di musica per Frank, la sua band, i suoi tecnici.
I narratori principali scelti da Cuccia sono la famiglia (la moglie Gail, i figli Moon, Dweezil, Diva***; i parenti acquisiti, i nipoti) e Massimo Bassoli, l’amico che per lungo tempo fu presenza costante al fianco dellartista. La figura di Zappa viene disegnata attraverso le testimonianze di chi continua ad amarlo, e le immagini della sala prove allestita in casa, dei concerti in simbiosi con la chitarra e la folla, dei giochi con i figli, delle pause e degli scherzi durante i sound check.
È questo il musicista che il tour in Italia porta a Palermo; che, complice Bossoli, va a Partinico per cercare la casa paterna al numero 13 di via Zammatà ed eventuali parenti sullelenco telefonico. Lo fa a metà tra il serio e il faceto, mentre rimane disorientato dalla povertà, dalla mancanza di strade asfaltate, dallimmobilità dei luoghi. Ma non rinuncia al sorriso, e prima di provare racconta alla band cosa ha visto, concludendo: “Però se la spassano!”.
La cronaca di quanto avvenne la sera del concerto passa attraverso le sequenze di un palco annegato nel buio dello stadio e troppo lontano dalle gradinate dove siedono ventimila ragazzi. La musica arriva svuotata della sua potenza, la protesta cresce. E quando la polizia ritiene che sia diventata eccessiva, ci dà dentro con manganelli e lacrimogeni.
Frank è spaventato non sa cosa fare. Gli appelli alla calma cadono nel vuoto, si perdono tra le urla. Il concerto viene interrotto dopo unora e sei minuti. Ma lo spirito positivo di Zappa riesce a portarsi a casa cose buone: l’incontro con Tanino Liberatore, il creatore di Ranx Xerox, che realizzerà la cover dellalbum del tour, The man from Utopia, dove compare anche uno striscione da stadio 3 a 1 Vaffanculo, risultato della finale mondiale Italia Germania; la versione inglese di Tengo na minchia tanta, composta durante le prove da Massimo Bossoli «Frank era incantato dal suono della parola minchia», ricorda Massimo ridendo; le registrazioni di voci e rumori raccolti nelle strade.
Ma Salvo ha bisogno di qualcosa ancora per considerare compiuto il suo omaggio. Vuole che gli Zappa volino dallAmerica a Partinico, trent’anni dopo. Così avviene. E il documentario racconta, allora, il conferimento della cittadinanza onoraria, le musiche di Frank eseguite da unorchestra, via Zammatà e l’aula di una scuola intitolate al musicista, Dweezil che suona in mezzo ai bambini, l’incontro con i parenti, gli album di foto bianco e nero, il banchetto in onore degli ospiti. È commozione bella, forte, non di circostanza. Il miglior complimento al lavoro di Cuccia lo avrebbe fatto Zappa. Una sola ed eloquente parola. Minchia. Con tanto di punto esclamativo.

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