mercoledì 27 gennaio 2016

7 grani-"Neve diventeremo", il suggerimento di Wazza nel giorno della memoria!


In questo giorno dedicato alla "Shoah", della memoria, non so quanti di voi si "ricordano" dei "7 grani", gruppo comasco formato dai tre fratelli "Settegrani", che nel 2013, pubblicarono un bellissimo album dedicato alla memoria dell'Olocausto e della Resistenza.
L'album, intitolato "Neve diventeremo", comprendeva brani inediti e le cover di "Auschwitz" , "La guerra di Piero", "Gioia e Rivoluzione"
Dategli una "sentita", ne vale la pena

WK


(Recensione Album , dalla rete..)
Non ci saranno mai abbastanza spazi e tempi per parlare di Memoria e Resistenza, testimoniare e diffondere quello che un uomo ha potuto infliggere ad un altro uomo, e riconoscere i segnali di quanto potrebbe di nuovo accadere per combatterli con ogni strumento che la condizione di esseri pensanti ci consente. Quello dei 7 grani, gruppo folk rock attivo dal 2003 dalla provincia di Como, con Neve diventeremo, è un contributo piccolo nella forma, concentrata in un cofanetto con un cd ed un dvd, ma enorme per intento, passione e capacità di diffondere l insegnamento che deriva dalla Storia. Storia di RadoIlario Radovan, nato nel 1917 da famiglia istriana, perseguitato a causa della sua militanza politica comunista nel 1942 dai fascisti, due anni dopo dalle SS che lo internarono a Buchenwald e quindi, nel 1950, nuovamente arrestato ed internato in gulag slavi dalla polizia di Tito. Il documentario che raccoglie le testimonianze dellincredibile vita di Rado, le sue parole registrate su audio cassetta nel corso di alcune interviste, i suoi avvertimenti a vigilare perché potrebbe accadere di nuovo, mentre scorrono le terribili immagini fornite dal Memoriale del campo di concentramento tedesco, sono la parte più toccante dellintero progetto, quella che, come deve essere, da alcuni anni viene presentata nelle scuole. Insieme al video della title track, girato in parte proprio fra i viali popolati dai fantasmi di Buchenwald, selezionato nel 2011 per il David di Donatello, ed oggi in esposizione presso il Museo dellOlocausto di Washington.

La parte musicale delloperazione alterna brani originali e covers di caposaldi della canzone italiana collegati al tema portante, da Aushwitz di Guccini a La guerra di Pierodi De Andrè, da una Ma mì di Strehler in versione spaghetti punk a Gioia e rivoluzione degli Area, riletta privilegiando il registro pop, per arrivare al De Gregori di La storia siamo noi. Dal repertorio di Mikis Theodorakis arriva invece La ballata di Mauthausen, canto disperato sulla deportazione che spezza lamore, resa in una versione asciutta e ricca di pathos. Le riletture, con scelta intelligente, seguono il percorso filologico, arricchendo gli arrangiamenti con  belle soluzioni della sezione fiati, mentre, nel repertorio di originali, la  band ( i tre fratelli Settegrani a voce, piano, chitarra e basso, la tromba di Raffaele Kholer e la batteria di Alessio Russo, scomparso pochi mesi fa in un incidente dauto) alterna i versanti canzonettari, ma nei limiti del buon gusto, della più recente Ragazza di Nanchino, dedicata ad un altro Olocausto del 1937, in Cina, a composizioni di maggior spessore. Accade quando, lavorando per sottrazione, confezionano un piccolo gioiello nella pianistica, dolente, Neve diventeremo, o quando alzano il tiro con i ritmi in levare dellinno all’indignazione, Ahi, ahi, ahi o le scorrerie irish folk di Caminante. Pezzi da  ascoltare in un bel locale pieno di gente, chiacchiere e birra, perricordare le cose che non vanno - come dicono loro -  urlare in libertà e dire basta.


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