In questo giorno dedicato alla "Shoah", della memoria, non so quanti di voi si "ricordano" dei "7 grani", gruppo comasco formato dai tre fratelli "Settegrani", che nel 2013, pubblicarono un bellissimo album dedicato alla memoria dell'Olocausto e della Resistenza.
L'album, intitolato "Neve diventeremo", comprendeva
brani inediti e le cover di "Auschwitz"
, "La guerra di Piero",
"Gioia e Rivoluzione"
Dategli una "sentita", ne vale la pena
WK
(Recensione Album , dalla rete..)
Non ci saranno mai
abbastanza spazi e tempi per parlare di Memoria e Resistenza, testimoniare e
diffondere quello che un uomo ha potuto infliggere ad un altro uomo, e
riconoscere i segnali di quanto potrebbe di nuovo accadere per combatterli con
ogni strumento che la condizione di esseri pensanti ci consente. Quello dei 7
grani, gruppo folk rock attivo dal 2003 dalla provincia di Como, con Neve diventeremo, è un contributo piccolo nella forma,
concentrata in un cofanetto con un cd ed un dvd, ma enorme per intento,
passione e capacità di diffondere
l insegnamento che deriva dalla
Storia. Storia di RadoIlario
Radovan, nato nel 1917 da famiglia istriana, perseguitato a causa della sua
militanza politica comunista nel 1942 dai fascisti, due anni dopo dalle SS che
lo internarono a Buchenwald e quindi, nel 1950, nuovamente arrestato ed
internato in gulag slavi dalla polizia di Tito. Il documentario che raccoglie
le testimonianze dell’incredibile
vita di Rado, le sue parole registrate su audio cassetta nel corso di alcune
interviste, i suoi avvertimenti a vigilare perché potrebbe
accadere di nuovo, mentre
scorrono le terribili immagini fornite dal Memoriale del campo di
concentramento tedesco, sono la parte più toccante dell’intero progetto, quella che, come
deve essere, da alcuni anni viene presentata nelle scuole. Insieme al video
della title track, girato in parte proprio fra i viali popolati dai fantasmi di
Buchenwald, selezionato nel 2011 per il David di Donatello, ed oggi in
esposizione presso il Museo dell’Olocausto di Washington.
La parte musicale dell’operazione alterna brani originali e
covers di caposaldi della canzone italiana collegati al tema portante, da Aushwitz di Guccini a La guerra di Pierodi De Andrè, da una Ma mì di Strehler in versione spaghetti
punk a Gioia e rivoluzione degli Area,
riletta privilegiando il registro pop, per arrivare al De Gregori di La storia siamo noi. Dal repertorio di Mikis Theodorakis arriva invece La ballata di Mauthausen, canto disperato sulla deportazione che
spezza l’amore, resa in una versione asciutta
e ricca di pathos. Le riletture, con scelta intelligente, seguono il percorso
filologico, arricchendo gli arrangiamenti con
belle soluzioni della sezione fiati, mentre, nel repertorio di
originali, la band ( i tre fratelli Settegrani
a voce, piano, chitarra e basso, la tromba di Raffaele Kholer e la batteria di
Alessio Russo, scomparso pochi mesi fa in un incidente d’auto) alterna i versanti
canzonettari, ma nei limiti del buon gusto, della più recente Ragazza di Nanchino, dedicata ad un
altro Olocausto del 1937, in Cina, a composizioni di maggior spessore. Accade
quando, lavorando per sottrazione, confezionano un piccolo gioiello nella
pianistica, dolente, Neve
diventeremo, o quando alzano il tiro con i ritmi
in levare dell’inno all’indignazione, Ahi, ahi, ahi o le scorrerie irish folk di Caminante.
Pezzi da ascoltare in un bel locale
pieno di gente, chiacchiere e birra, perricordare le cose che non vanno - come dicono loro - urlare in libertà e dire basta.
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