domenica 11 settembre 2016

Marillion live al Teatro Romano (VR) 10/09/2016, di Marco Pessina


Marillion live al Teatro Romano (VR) 10/09/2016
di Marco Pessina

Che stessimo apprestandoci a vivere quello che sarebbe risultato un grande evento lo si era capito già prima del concerto, nelle lunghe file a cancelli ancora chiusi. Il colpo d'occhio del Teatro Romano, in una serata caldissima di fine estate, sarà di quelli che resteranno impressi per lungo tempo nella memoria di chi era presente. Del resto l'anfiteatro veronese é di per sé una locazione particolarmente suggestiva ed emozionante. In questa unica data italiana, la band inglese anticipava di fatto quello che sarà il tour promozionale di F.EA.R, ultimo lavoro che uscirà ufficialmente il 23 Settembre 2016. Purtroppo, proprio per questo motivo, non ci sarà merchandising.
Alle nove precise il concerto ha inizio in quello che sarà un bene augurante sold out. Non ci poteva essere partenza migliore del materiale da MARBLES, uno dei migliori album della seconda produzione MARILLION, in cui spicca una bellissima THE INVISIBLE MAN. Sullo sfondo é una continuo proiezione di immagini, e l'atmosfera si scalda ulteriormente. FUCK EVERYONE AND RUN, RUSSIA'S LOCKED DOORS, A SCARY SKY e WHY IS NOTHING EVER TRUE, costituisce il corposo anteprima dell'ultimo album, che fa capire bene la "bontà" del nuovo materiale. Uno STEVE HOGARTH in grande spolvero, ben assecondato dagli altri fedelissimi, ci trascina nel vortice del sound della band britannica, dove spicca il solito STEVE ROTHERY, con i suoi proverbiali "solo", quanto mai puntuali e precisi. I MARILLION pescheranno abbondantemente nel loro vasto repertorio e quindi ecco THE GREAT ESCAPE, da BRAVE, con il pubblico che si infiamma ulteriormente. La ballata AFRAID OF SUNLIGHT, omonima traccia tratta dal terzo album post FISH, ci introduce in atmosfere più soft. Nella produzione recente della band inglese trovano spazio anche pezzi ritmati e fuori dagli schemi, come QUARTZ, interpretando alla lettera come dovrebbe essere il progressive e cioè, piaccia o meno, sicuramente non una cosa monocorde! HOGARTH dal canto suo é uno spettacolo nello spettacolo, dà la sensazione di controllare la voce sempre, anche nei passaggi più delicati, e di essere uno degli ultimi veri frontman della musica rock. KING e la favolosa NEVERLAND, che manda tutti in visibilio, concludono il concerto "ordinario", dopo un'ora e cinquanta minuti. Ovviamente gli applausi si sprecano e i battimani ritmati che seguono, richiamano la band sul palco. Non che ci sia da attendere molto e difatti, poco dopo, inizia praticamente un altro concerto. Si parte da KAILEIGH fino ad arrivare a THE HEART OF LOTHIAN, andando a rispolverare i primi favolosi anni del quintetto inglese, in un crescendo che porta HOGARTH ad avventurarsi in mezzo a noi, seguito da due fedelissime guardie del corpo. L'anfiteatro ribolle nel vero senso della parola. KELLY, MOSLEY e TREWAVAS fanno ampiamente il loro dovere, assecondando le dolci atmosfere della sei corde di ROTHERY nelle "antiche" melodie che tutti conoscono bene. Un'altra breve pausa, che qualcuno interpreta male abbandonando anzitempo l'anfiteatro, fa da preludio ad un'altra mezz'ora che i MARILLION ci concederanno. THIS STRANGE ENGINE ed ESTONIA, con le loro dolci armonie ci porteranno alla fine del concerto, col pubblico che ormai é tutto in piedi.
Giusto tributo finale per un ottimo concerto che apre bene il loro tour!

Alla prossima.
MP


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