mercoledì 21 dicembre 2016

Pensiero per Francesco, di Wazza


21 Dicembre  (pensiero per Francesco)


" Se mi vedi cadere, esprimi un desiderio..."
(anonimo)

Ci sarai sempre… Buon viaggio Capitano
WK

(Ricordo di Renzo Sicco - Assemblea Teatro)
Sono atterrato e ho acceso il cellulare che come impazzito ha iniziato a scampanellare. Erano decine di sms di amici che tutti mi segnalavano la stessa notizia. Francesco Di Giacomo è morto in un incidente stradale. Mi si è gelato il sangue e fatto il vuoto attorno. Ho dovuto sedermi allattesa bagagli e quando mi sono ripreso solo la mia valigia continuava a girare sul nastro. Dovevo incontrarlo due settimane fa quando a Roma sono stato ospite di Vittorio Nocenzi a Genzano poi un cambio di programma non ci ha fatto incontrare. Ci siamo conosciuti nel 1980 un pomeriggio attorno alle 16 al palasport di Torino e la sera facevamo già spettacolo insieme.
Noi eravamo fans del Banco da anni ed era stato Guido Ruffa la nostra testa dariete che qualche giorno prima era andato al concerto di Milano per contattarli e proporgli quella nostra strampalata idea di realizzare uno spettacolo su trampoli dentro il loro concerto.
Era tornato entusiasta da quel positivo incontro perché
i ragazzi del Banco erano interessati a parlarne e lappuntamento per discuterne sarebbe stato alcuni giorni dopo proprio al palazzetto dello sport a Torino dove era programmato il tour di Capolinea, il loro album del momento.
Quando ci siamo visti non cè stata discussione ma soltanto una domanda, Dove sono i trampoli?, e linvito a provare subito la sera stessa. Altri sarebbero caduti nel panico ma io, Paolo, Marina, Giorgio, Guido non ci pensammo un istante e la sera fu il delirio. Il palasport era traboccante di oltre 6.000 spettatori e dentro quella calca incredibile iniziò quella nostra stramba e unica esperienza nella storia del rock italiano di costruire uno show capace di unire rock e teatro. In Inghilterra lo avevano fatto David Bowie e Lindsay Kemp ma in Italia nessuno.
Ne parlavo proprio con Vittorio a Roma raccontandogli come i Muse nel loro ultimo tour abbiano inserito tre tasselli teatrali giocati, ovviamente con ben altri mezzi a disposizione di quelli di nostra disponibilità allora, ma assolutamente complementari a quel pensiero che però accadeva 34 anni fa.
In quel contesto è nata la nostra conoscenza, collaborazione e interminabile amicizia con Gianni e Vittorio Nocenzi, Pierluigi Calderoni, Rodolfo Maltese, Gianni Colaiacomo, Karl Potter e naturalmente Francesco Di Giacomo.
Lintelligenza, lironia, la duttilità di Francesco lo hanno visto collaborare poi in diversi progetti teatrali di Assemblea, pazzi come sempre. Su tutti “”Imagine”, uno spettacolo dedicato a John Lennon e realizzato dentro la Miniera Paola a Prali un chilometro e mezzo sotto terra. Terra di minatori come la sua Sardegna e questo lo rendeva felice. Come felice era ogni volta che poteva ospitarmi a Roma nel caseggiato popolare dove, tra il rito del caffè al bar sullangolo o dei giri nei negozi vicini, la cosa che lo rendeva più orgoglioso erano i momenti di grande promiscuità che si creavano in cucina tra me e la sua piccola anziana mamma, straordinaria cuoca che mi insegnava trucchi e segreti della grande arte culinaria.
La sua voce, incredibile, mi resta nelle orecchie nel suo ultimo concerto che ho visto come spettatore due anni fa ad Asti, potente e perfetta più di sempre e, ascoltandolo, mi pareva impossibile. Mi resta il suo sorriso arguto e complice di tanti momenti insieme nella vita e sulla scena insieme e mi manca al momento il coraggio di riascoltare un cd del Banco Del Mutuo Soccorso ma è una promessa, ci proverò.
Grande, eterno, Francesco



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