martedì 21 marzo 2017

Big Francesco, il ricordo di Roberto Maccelli, di Wazza


21 Marzo

" Non ti preoccupare, qui siamo tutti artisti. La differenza è nella barba"
(Francesco di Giacomo - ad una fan che gli chiedeva l'autografo...)

Ci sarai sempre . Buon viaggio Capitano
Wazza

Ricordo di Roberto Maccelli, amico e fotografo del Banco, da molti anni

Io non ho grandi ricordi del Banco forse perché questa vecchia memoria ha nascosto quei ricordi sotto cataste di giorni bui e lunghe guerre ma so di certo una cosa. Loro sono stati il secondo concerto rock live della mia vita, i primi furono gli EL&P al Flaminio nel 1973 se non erro, poi vennero loro a Roma pochi anni dopo. Come tanti in quegli anni ognuno di noi aveva un complessino rock dove si strimpellava per feste tra amici e a me toccava il ruolo di chitarrista/cantante. Pantaloni bianchi attillatissimi a zampa d'elefante, espadrillas nere, camicetta finto raso viola con chiusura lampo anziché bottoni strettissima e capelli fini alle spalle. Provasse mio figlio a uscire di casa oggi così lo prenderei a calci fino a Timbuctu! E si cantava il Banco con "Non mi rompete..." poi solo dischi loro e qualche canzone registrata sui vecchi nastri. Passano gli anni e me li ritrovo una sera per caso all'ippodromo delle Capannelle a Roma nel 2002 mi pare e chiaramente m'imbuco. Da lì comincio a seguirli fotograficamente appena posso e comincio a conoscerli più da vicino e mi accorgo che malgrado il loro successo ogni volta che ci scambio due parole mi sembra di stare a chiacchierare con gli amici d'infanzia dove puoi dire anche un battuta cazzara che tutti ridono guardandoti con una pena infinita. Poi arriva la lunga notte di Fabio Fazio e quella laconica frase. Lì forse per la prima volta in vita mia ho capito cos'è il dolore per un amico che se ne va, un dolore che non riesci a spiegartelo. Cosa vuoi che sia... alla fine è morto un cantante così come successo per altri e così come succederà in futuro!
No mi spiace non è così, in quell'annuncio televisivo si è rotto qualcosa di così personale, intimo, ancestrale, che non so spiegare neanche quando mia moglie mi dice: "… ma questo non è quel cantante... ma che fai piangi?".
Sì, lo ammetto, piango, come piango adesso che sto scrivendo queste poche righe da una hall di un albergo delle zone terremotate e capisco che forse l'uomo Francesco è più forte di un 7mo grado della Scala Richter. Da quel giorno nella mia agenda personale c'è la foto che che ci siamo fatti insieme quella sera d'estate e mi segue in ogni angolo d'Italia che giro per lavoro e ogni volta che la guardo è una stretta al cuore.
Sarai sempre in uno dei miei quattro angoli del cuore.

Capelli d'argento.

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