martedì 2 maggio 2017

Stefano Giannotti - Salvo Lazzara“: La vostra ansia di orizzonte”, di Stefano Caviglia


 

Stefano Giannotti - Salvo Lazzara: “La vostra ansia di orizzonte”
di Stefano Caviglia

Tutto si può dire di questi due artisti ma non che manchino di originalità, di una estrema dimestichezza con il linguaggio musicale e di una buona dose di coraggio nel volere spingere la ricerca di particolari armonie, avvicinandosi al limite… ma qual è il limite?
Il titolo parla di ansia, quindi paura, insicurezza, inquietudine: La vostra ansia di orizzonte.
La prima traccia, “l’Alba di una rosa”, è un lungo e  piacevole arpeggio di chitarra acustica che evoca lontani ricordi prog dei primi anni ’70, che si conclude negli ultimi istanti con un suono di sottofondo non ben definibile e che forse stride con l’atmosfera del brano.
Tutto questo lavoro ed il suo mood sono una continua ricerca di atmosfere, di suoni all’apparenza non in sintonia fra loro, non etichettabili, a volte si può fare fatica nel tentare di decodificarli, è difficile, quasi impossibile che uno di questi brani vada ad invadere pacificamente, d'istinto, la nostra sfera emotiva.
Probabilmente questa musica non esalta, non entusiasma e non diverte all'impatto: è necessario un ascolto, una lettura, poi un ulteriore ascolto, quindi una rilettura anche delle liriche per comprendere il valore, la cifra di queste composizioni.
Le parole che fanno parte di alcuni brani, come “Onde di terra”, sono “dette” più che cantate, mentre in “Celeste laguna” la voce femminile si avventura in una linea melodica discordante dall’armonia .
Si è dibattuto molto sull’argomento concernente i testi di alcune canzoni, se possano o no essere elevati al rango di poesia, oppure se alcune poesie possano trasformarsi in liriche per brani musicali. Nessuno ha la risposta. 
Anche nel caso Stefano Giannotti e Salvo Lazzara tutto questo sorge spontaneo, e si ha l’impressione che testi e musiche siano corpi estranei fra loro, e tutto questo sembra il frutto di una precisa scelta... una sorta di  modalità creativa.
Non si incontrano lungo tutto il percorso particolari virtuosismi strumentali o “saggi” di qualsivoglia abilità, lo spessore di questo lavoro sta nel lavoro stesso, nel suo “unicum”, sta nella capacità avventuriera di ricercare “tesori” armonico-melodici laddove dove sembrerebbe impossibile trovarne. Anche nell’atmosfera che  non concede spazio al “facile e morbido”.
Vi è inquietudine, paura, verrebbe voglia di abbassare il volume, di cambiare canale e accendere la televisione, regno della rassicurante banalità.
No, dobbiamo fare i conti anche con aspetti della musica e della vita, con realtà  che ci possono  dare fastidio, che stridono col nostro io, fuori dall'ortodossia.
Non è palese se gli autori vogliano inviare in maniera chiara o subliminale qualche messaggio, certo è che la loro creatura poetica e musicale sta agli antipodi dello scontato, dell’ovvio, del banalmente grigio.
Non si balla quando li si ascolta, la loro musica non è certo ideale come sottofondo di un incontro amoroso, e non è consigliabile sentirla mentre si guida.
Fruire della musica di questi due artisti richiede attenzione, vera concentrazione, silenzio .
Tacere e lasciare lo spazio ai suoni, alla musica .
Ascoltare, in un’epoca in cui si parla troppo e non si ascolta più.


Una bella prova dell'accoppiata Giannotti/Lazzara, un disco da tenere in seria considerazione.


Stefano Giannotti

Compositore, chitarrista, performer e video-maker. Si è diplomato in Composizione al Conservatorio di Lucca sotto la guida di Pietro Rigacci. È stato anche allievo e assistente di Alvin Curran. Il suo repertorio spazia dalla radio arte al teatro musicale, dalla musica da camera alla canzone d’autore. Il paesaggio, i cicli vitali, le voci della gente, i linguaggi, sono alcuni dei principali temi affrontati nel suo lavoro. Molte delle sue opere sono state prodotte per e in collaborazione di: RAI Radio 1, RAI Radio 3, Polskie Radio, Magyar Radio, O.R.F., Radio France Culture, Danish Radio, WDR Köln, SFB, Deutschlandradio Kultur, Saarländicher Rundfunk, Südwestrundfunk, Australian Broadcasting Company, HRT, Sveriges Radio, VPR, ecc. Fra i numerosi riconoscimenti internazionali: Prix Macrophon’91 (Wroclaw, Poland), Prix Ars Acustica International (WDR Köln 1994/95), DAAD Berliner Künstlerprogramm (1998/99), Karl- Sczuka-Preis 2002 e 2007 (SWR, Baden-Baden), 3° Premio al Grand Prix Nova di Bucharest (2014). E’ il fondatore dell’ensemble da camera OTEME – Osservatorio delle Terre Emerse con cui per la presente etichetta ha pubblicato nel 2015 il CD L’AGGUATO, l’ABBANDONO, IL MUTAMENTO.

Salvo Lazzara

Chitarrista, bassista e compositore, ha fatto parte del gruppo progressive rock Germinale, molto attivo fra gli anni ’90 e il 2006. Si è laureato in filosofia all’università di Pisa con una tesi in epistemologia e teoria dei sistemi complessi. A partire dal 2007 a dato vita al progetto solista Pensiero Nomade che ha all’attivo, ad oggi, 5 cd. L’idea di base del suo modo di vedere la ricerca musicale è un approccio multiculturale. Il punto di partenza sono senz’altro le ispirazioni tradizionali ed etniche, una matrice acustica ma con forte contaminazione elettronica (Sakamoto, David Sylvian, Fennesz), unite ad ispirazioni di derivazione jazz rock (Oregon, Ralph Towner, Steve Tibbetts, Terje Rypdal).

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