Stefano Giannotti - Salvo Lazzara: “La vostra ansia di orizzonte”
di Stefano Caviglia
Tutto
si può dire di questi due artisti ma non che manchino di originalità, di una
estrema dimestichezza con il linguaggio musicale e di una buona dose di
coraggio nel volere spingere la ricerca di particolari armonie, avvicinandosi
al limite… ma qual è il limite?
Il
titolo parla di ansia, quindi paura, insicurezza, inquietudine: “La vostra ansia di orizzonte”.
La
prima traccia, “l’Alba di una rosa”, è un lungo e piacevole arpeggio di chitarra acustica che
evoca lontani ricordi prog dei primi anni ’70, che si conclude negli ultimi
istanti con un suono di sottofondo non ben definibile e che forse stride con
l’atmosfera del brano.
Tutto
questo lavoro ed il suo mood sono una
continua ricerca di atmosfere, di suoni all’apparenza non in sintonia fra loro,
non etichettabili, a volte si può fare fatica nel tentare di decodificarli, è
difficile, quasi impossibile che uno di questi brani vada ad invadere
pacificamente, d'istinto, la nostra sfera emotiva.
Probabilmente
questa musica non esalta, non entusiasma e non diverte all'impatto: è necessario un ascolto, una lettura, poi un ulteriore ascolto,
quindi una rilettura anche delle liriche per comprendere il valore, la cifra di
queste composizioni.
Le
parole che fanno parte di alcuni brani, come “Onde di terra”, sono “dette” più che cantate, mentre in “Celeste laguna” la voce femminile si
avventura in una linea melodica discordante dall’armonia .
Si è
dibattuto molto sull’argomento concernente i testi di alcune canzoni, se possano
o no essere elevati al rango di poesia, oppure se alcune poesie possano trasformarsi in liriche per brani musicali. Nessuno ha la risposta.
Anche
nel caso Stefano Giannotti e Salvo Lazzara tutto questo sorge spontaneo, e si
ha l’impressione che testi e musiche siano corpi estranei fra loro, e tutto
questo sembra il frutto di una precisa scelta... una
sorta di modalità creativa.
Non
si incontrano lungo tutto il percorso particolari virtuosismi strumentali o “saggi”
di qualsivoglia abilità, lo spessore di questo lavoro sta nel lavoro stesso,
nel suo “unicum”, sta nella capacità avventuriera di ricercare “tesori”
armonico-melodici laddove dove sembrerebbe impossibile trovarne. Anche nell’atmosfera
che non concede spazio al “facile e morbido”.
Vi è
inquietudine, paura, verrebbe voglia di abbassare il volume, di cambiare canale
e accendere la televisione, regno della rassicurante banalità.
No,
dobbiamo fare i conti anche con aspetti della musica e della vita, con
realtà che ci possono dare fastidio, che stridono col nostro io, fuori dall'ortodossia.
Non è palese se gli autori vogliano inviare in maniera chiara o subliminale qualche
messaggio, certo è che la loro creatura poetica e musicale sta agli antipodi
dello scontato, dell’ovvio, del banalmente grigio.
Non
si balla quando li si ascolta, la loro musica non è certo ideale come sottofondo
di un incontro amoroso, e non è consigliabile sentirla mentre si guida.
Fruire della musica di questi due artisti richiede attenzione, vera concentrazione, silenzio
.
Tacere
e lasciare lo spazio ai suoni, alla musica .
Ascoltare,
in un’epoca in cui si parla troppo e non si ascolta più.
Una bella prova dell'accoppiata Giannotti/Lazzara, un disco
da tenere in seria considerazione.
Stefano Giannotti
Compositore, chitarrista, performer e video-maker. Si è diplomato
in Composizione al Conservatorio di Lucca sotto la guida di Pietro Rigacci. È stato
anche allievo e assistente di Alvin Curran. Il suo repertorio spazia dalla
radio arte al teatro musicale, dalla musica da camera alla canzone d’autore. Il
paesaggio, i cicli vitali, le voci della gente, i linguaggi, sono alcuni dei
principali temi affrontati nel suo lavoro. Molte delle sue opere sono state prodotte
per e in collaborazione di: RAI Radio 1, RAI Radio 3, Polskie Radio, Magyar Radio,
O.R.F., Radio France Culture, Danish Radio, WDR Köln, SFB, Deutschlandradio
Kultur, Saarländicher Rundfunk, Südwestrundfunk, Australian Broadcasting
Company, HRT, Sveriges Radio, VPR, ecc. Fra i numerosi riconoscimenti
internazionali: Prix Macrophon’91 (Wroclaw, Poland), Prix Ars Acustica
International (WDR Köln 1994/95), DAAD Berliner Künstlerprogramm (1998/99),
Karl- Sczuka-Preis 2002 e 2007 (SWR, Baden-Baden), 3° Premio al Grand Prix Nova
di Bucharest (2014). E’ il fondatore dell’ensemble da camera OTEME –
Osservatorio delle Terre Emerse con cui per la presente etichetta ha pubblicato
nel 2015 il CD L’AGGUATO, l’ABBANDONO, IL MUTAMENTO.
Salvo
Lazzara
Chitarrista, bassista e compositore, ha fatto parte del gruppo progressive
rock Germinale, molto attivo fra gli anni ’90 e il 2006. Si è laureato in
filosofia all’università di Pisa con una tesi in epistemologia e teoria dei
sistemi complessi. A partire dal 2007 a dato vita al progetto solista Pensiero
Nomade che ha all’attivo, ad oggi, 5 cd. L’idea di base del suo modo di vedere
la ricerca musicale è un approccio multiculturale. Il punto di partenza sono
senz’altro le ispirazioni tradizionali ed etniche, una matrice acustica ma con
forte contaminazione elettronica (Sakamoto, David Sylvian, Fennesz), unite ad
ispirazioni di derivazione jazz rock (Oregon, Ralph Towner, Steve Tibbetts,
Terje Rypdal).
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