di Angelica
Grippa
Joe Black Production
Con immenso orgoglio e implacabile
soddisfazione oggi presento un artista infinito, uno di quelli come ce ne sono
pochi nel panorama contemporaneo, ma pochi nel corso della storia della musica.
Qualità e talento, due doti che Davide Berardi trentaduenne di Taranto non è
disposto a lasciare in nessun dettaglio della sua fantastica carriera.
Nel 2016 ha pubblicato il suo terzo album di
brani inediti dal titolo “Fuochi e fate”, ma sono stati
tantissimi i premi importanti ricevuti in giro per l’Italia sino a questo
momento, solo per citare gli ultimi, il disco ha vinto la Targa D’Autore
controcorrente “Giorgio Calabrese”, dopo aver ricevuto alla fine del 2016 il
premio ‘Professione Taranto’ alla Fiera Internazionale della Music di Erba.
Davide non è solo un cantautore pazzesco ma è un’artista a tuttotondo, attore e
interprete, appassionato da sempre di Pasolini, Modugno e Gaber ha
rappresentato delle formidabili interpretazioni i ogni genere, impreziosendoli
con il suo singolare contributo.
Nota importantissima da sottolineare: si è
affidato al ‘crowfounding’ per il finanziamento della suo ultimo disco,
dobbiamo per questo ringraziare MUSICRAISER che ci permette di ascoltare musica
così e che si oppone nettamente ad una mentalità discografica sempre più
attenta alle logiche commerciali di mercato e che non si preoccupa di sacrificarne
la qualità. Importantissimo è stato anche il sostegno della Cooperativa sociale
brindisina “Eridano”, un associazione socio-culturale nata per le persone
diversamente abili, a cui sarà devoluto arte del ricavato delle vendite.
Quest’incredibile lavoro presenta vari stili e vari contaminazioni, si parte
dal pop senza rinunciare a quel folk di matrice popolare tipico dello stile
cantautoriale. E’ un album da ascoltare più volte, è piacevole ma impegnato, nove
brani inediti dove si intrecciano le storie quotidiane di vita, momenti belli e
brutti che si alternano in quella favola che è la vita, notevoli sono le
citazioni letterarie e musicali che fanno di questo lavoro un album eccellente
sotto ogni punto di vista; in più la cover del brano “La Cura” di Battiato.
E’ una disco carico di riflessioni, usa della
metafora dell’altalena per la vita, momenti incoraggianti che si susseguono con
quelli più tristi, dopo averli vissuti si fa un mero resoconto, è meglio
scendere dalla giostra o fare ancora un altro giro e vivere appieno
quest’esistenza, respirando. Sono presenti tutte le tematiche che pervadono la
nostra quotidianità, dalla politica all’economia, alla famiglia alla religione
sino al tema attuale dei social.
Quella che analizzeremo oggi però è la versione
live, ovvero “FUOCHI E FATE- live at Joe Black Production”, di Davide Berardi e
la sua formidabile band formata da Umberto
Coviello alla chitarra e alla batteria, Antonio Vinci al piano e keyboard, Mino Indraccolo al basso. Il mastering è a cura di Giovanni Orlando, ma ancora in fase di
lavorazione. Mentre scorrono i brani parla lo stesso Davide spiegandone i temi…
partiamo con “Bruxelles” che analizza
il tema delicato di un Europa sempre più divisa, tutti quegli ideali ormai
traditi uno ad uno, è amaro questo testo e di denuncia senza ombra di dubbio, “E’ tutto finto in questo grande fratello,
parlano di cuore ma a me scoppia il cervello…”, citazione fantastica. “I piedi e gli occhi”, guarda il mondo
attraverso gli occhi di un bambino che si accorge della frammentarietà della
realtà che gli viene insegnata a scuola, totalmente differente da quella che
vede lui; meraviglia delle meraviglie la trama musicale, folk e passione che
suonano e ci deliziano. Uno de più belli è “Indescrivibile”,
brano che ha vinto la targa per il miglior testo alla settima edizione del
premio Bruno Lauzi nel 2014, parla del sentimento più nobile, più potente che
esiste, l’amore.
E’ perfetto, costruzione di un brano senza
intoppi o difetti, la voce si fa appassionante e dolcissima, fa fatica a
descrivere ciò che prova per quanto è grande. “Mi sento una formica” è tanto triste, descrive con una precisione
assurda la sensazione che ci assale in quei giorni che affrontiamo impotenti,
ci sentiamo inadatti davanti alla realtà e allontaniamo le persone che amiamo
per paura di ferirle, da adorare semplicemente. “Povero fesso” analizza uno dei temi più attuali, l’immensa falsità
che regna nel mondo virtuale in genere, ma soprattutto sul web, “Il dolore ti fa vero, l’ho capito solo dopo
aver sorriso… fingi pure a te stesso, povero fesso”, il songwriting è
eccezionale e curato al dettaglio, in molti punti le parole recitate destano
l’effetto brividi sulla pelle. Si interroga sul senso della vita in “Roba da Poco”, temi più universali che
s’intrecciano a meraviglia, “Qual è
l’accordo della vita?… resta un mistero ma è la vita” recita. Il livello
non si abbassa mai, in “Sudamerica”
la passione travolgente sfiora le vette del cuore, l’interpretazione di Berardi
a mio parere è fuori dal comune, mostra le sue doti cantautoriali intrecciate a
quelle da interprete eccelso, sicuramente nostalgia e tristezza le fanno da
padrone, ma toccano. Ultimo inedito “Supervisionario”,
parla come si evince dal titolo di una visione notturna lontana dalla realtà
vissuta, uno dei più folkeggianti stile sud, brano ricchissimo e dal sound soft
e allegro. Arrangiamento delizioso e ricco di stile per una delle canzoni più
belle nella storia della musica italiana, parliamo di “ La Cura” di Battiato, si accosta ad un mostro sacro rispettandone
l’originale. Presto in distribuzione sulle principali piattaforme musicali
assieme al Videoclip della sessione live che sarà disponibile sul canale You
Tube “JBP Music” della Joe Black Production e sul sito dello stesso Davide
Berardi. E’ un album ai massimi livelli, no vi è una sola parte in cui è
riscontrabile una sola mancanza, non possiamo che inchinarci davanti all’enorme
talento pugliese e augurargli tutto il successo che merita. Evviva la musica di
qualità italiana, Evviva Davide BERARDI!
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