mercoledì 27 settembre 2017

DAVIDE BERARDI - Fuochi e Fate - live at Joe Black Production, di Angelica Grippa


DAVIDE BERARDI - Fuochi e Fate - live at Joe Black Production
di Angelica Grippa
Joe Black Production

Con immenso orgoglio e implacabile soddisfazione oggi presento un artista infinito, uno di quelli come ce ne sono pochi nel panorama contemporaneo, ma pochi nel corso della storia della musica. Qualità e talento, due doti che Davide Berardi trentaduenne di Taranto non è disposto a lasciare in nessun dettaglio della sua fantastica carriera.
Nel 2016 ha pubblicato il suo terzo album di brani inediti dal titolo “Fuochi e fate”, ma sono stati tantissimi i premi importanti ricevuti in giro per l’Italia sino a questo momento, solo per citare gli ultimi, il disco ha vinto la Targa D’Autore controcorrente “Giorgio Calabrese”, dopo aver ricevuto alla fine del 2016 il premio ‘Professione Taranto’ alla Fiera Internazionale della Music di Erba. Davide non è solo un cantautore pazzesco ma è un’artista a tuttotondo, attore e interprete, appassionato da sempre di Pasolini, Modugno e Gaber ha rappresentato delle formidabili interpretazioni i ogni genere, impreziosendoli con il suo singolare contributo.
Nota importantissima da sottolineare: si è affidato al ‘crowfounding’ per il finanziamento della suo ultimo disco, dobbiamo per questo ringraziare MUSICRAISER che ci permette di ascoltare musica così e che si oppone nettamente ad una mentalità discografica sempre più attenta alle logiche commerciali di mercato e che non si preoccupa di sacrificarne la qualità. Importantissimo è stato anche il sostegno della Cooperativa sociale brindisina “Eridano”, un associazione socio-culturale nata per le persone diversamente abili, a cui sarà devoluto arte del ricavato delle vendite. Quest’incredibile lavoro presenta vari stili e vari contaminazioni, si parte dal pop senza rinunciare a quel folk di matrice popolare tipico dello stile cantautoriale. E’ un album da ascoltare più volte, è piacevole ma impegnato, nove brani inediti dove si intrecciano le storie quotidiane di vita, momenti belli e brutti che si alternano in quella favola che è la vita, notevoli sono le citazioni letterarie e musicali che fanno di questo lavoro un album eccellente sotto ogni punto di vista; in più la cover del brano “La Cura” di Battiato.
E’ una disco carico di riflessioni, usa della metafora dell’altalena per la vita, momenti incoraggianti che si susseguono con quelli più tristi, dopo averli vissuti si fa un mero resoconto, è meglio scendere dalla giostra o fare ancora un altro giro e vivere appieno quest’esistenza, respirando. Sono presenti tutte le tematiche che pervadono la nostra quotidianità, dalla politica all’economia, alla famiglia alla religione sino al tema attuale dei social.



Quella che analizzeremo oggi però è la versione live, ovvero “FUOCHI E FATE- live at Joe Black Production”, di Davide Berardi e la sua formidabile band formata da Umberto Coviello alla chitarra e alla batteria, Antonio Vinci al piano e keyboard, Mino Indraccolo al basso. Il mastering è a cura di Giovanni Orlando, ma ancora in fase di lavorazione. Mentre scorrono i brani parla lo stesso Davide spiegandone i temi… partiamo con “Bruxelles” che analizza il tema delicato di un Europa sempre più divisa, tutti quegli ideali ormai traditi uno ad uno, è amaro questo testo e di denuncia senza ombra di dubbio, “E’ tutto finto in questo grande fratello, parlano di cuore ma a me scoppia il cervello…”, citazione fantastica. “I piedi e gli occhi”, guarda il mondo attraverso gli occhi di un bambino che si accorge della frammentarietà della realtà che gli viene insegnata a scuola, totalmente differente da quella che vede lui; meraviglia delle meraviglie la trama musicale, folk e passione che suonano e ci deliziano. Uno de più belli è “Indescrivibile”, brano che ha vinto la targa per il miglior testo alla settima edizione del premio Bruno Lauzi nel 2014, parla del sentimento più nobile, più potente che esiste, l’amore.
E’ perfetto, costruzione di un brano senza intoppi o difetti, la voce si fa appassionante e dolcissima, fa fatica a descrivere ciò che prova per quanto è grande. “Mi sento una formica” è tanto triste, descrive con una precisione assurda la sensazione che ci assale in quei giorni che affrontiamo impotenti, ci sentiamo inadatti davanti alla realtà e allontaniamo le persone che amiamo per paura di ferirle, da adorare semplicemente. “Povero fesso” analizza uno dei temi più attuali, l’immensa falsità che regna nel mondo virtuale in genere, ma soprattutto sul web, “Il dolore ti fa vero, l’ho capito solo dopo aver sorriso… fingi pure a te stesso, povero fesso”, il songwriting è eccezionale e curato al dettaglio, in molti punti le parole recitate destano l’effetto brividi sulla pelle. Si interroga sul senso della vita in “Roba da Poco”, temi più universali che s’intrecciano a meraviglia, “Qual è l’accordo della vita?… resta un mistero ma è la vita” recita. Il livello non si abbassa mai, in “Sudamerica” la passione travolgente sfiora le vette del cuore, l’interpretazione di Berardi a mio parere è fuori dal comune, mostra le sue doti cantautoriali intrecciate a quelle da interprete eccelso, sicuramente nostalgia e tristezza le fanno da padrone, ma toccano. Ultimo inedito “Supervisionario”, parla come si evince dal titolo di una visione notturna lontana dalla realtà vissuta, uno dei più folkeggianti stile sud, brano ricchissimo e dal sound soft e allegro. Arrangiamento delizioso e ricco di stile per una delle canzoni più belle nella storia della musica italiana, parliamo di “ La Cura” di Battiato, si accosta ad un mostro sacro rispettandone l’originale. Presto in distribuzione sulle principali piattaforme musicali assieme al Videoclip della sessione live che sarà disponibile sul canale You Tube “JBP Music” della Joe Black Production e sul sito dello stesso Davide Berardi. E’ un album ai massimi livelli, no vi è una sola parte in cui è riscontrabile una sola mancanza, non possiamo che inchinarci davanti all’enorme talento pugliese e augurargli tutto il successo che merita. Evviva la musica di qualità italiana, Evviva Davide BERARDI! 

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